
Di Claudio Beccalossi – Redazione Panathlon Verona 1954
È mal frequentata, in piazzale Olimpia, l’area esterna dello stadio “Marcantonio Bentegodi” (sorto su progetto strutturale dell’ing. Leopoldo Baruchello coadiuvato dai colleghi Sergio Bonamico, Riccardo Guglielmi e Silvano Zorzi, inaugurato il 15 dicembre 1963, ottavo per capienza in ambito nazionale).
A parte il degrado procurato da chi, incivile, disperde sul selciato bottiglie e lattine vuole, piatti e posaterie di plastica con avanzi di cibo, rifiuti e quant’altro, ciò che più “disturba” i residenti (senza peraltro smuover in loro particolare sensibilità umana) sono i senza fissa dimora che bivaccano giorno e notte, alla faccia del freddo imperante, nell’erba dei giardini pubblici od accanto alle biglietterie dell’impianto calcistico. “Ospiti”… non invitati che si sdraiano a dormire, infilati (teste incluse) in immondi sacchi a pelo e sotto coperte.
Il sonno dei giusti? Forse… Ma, di sicuro, una pubblicità-progresso negativa per il principale impianto sportivo scaligero.
Le foto documentano la specifica situazione di pochi giorni addietro.
Uno di questi anonimi s’è sistemato vicino al tronco d’un albero, col suo carrello da supermercato accanto stracolmo di ciarpame raccattato qui e là, nel suo sopravvivere errabondo. Un umido e duro riposo della disperazione nell’area verde del largo inaugurato il 19 maggio 2017 e dedicato all’educatore e promotore dello sport Gherardo Cametti (Roncà, Verona, 8 agosto 1907 – Verona, 7 novembre 1992), insignito nel 1981 dal Comune scaligero del premio al merito sportivo “Un esempio per Verona”.
Su un altro tappeto erboso, nei pressi della recinzione dello stadio, s’è assopito un “compare di sventura” del primo, pure lui del tutto avvolto nelle sue coperte e col capo poggiato all’albero. Non ha niente di visibile con sé, nemmeno un fagotto dell’estremo disagio.
Un terzo individuo s’è rannicchiato su un cartone nel suo riparo di… sfortuna sotto ad un bigoncio del “Bentegodi”, sulla sporca e gelida pavimentazione pedonale. Una lattina di birra vuota davanti ed un sacchetto di plastica, con chissà quali misere cose dentro, gli hanno fatto penosa veglia.
(foto dell’autore)
LA GALLERIA dei dimenticati



