Di Cladio Beccalossi – Redazione Panathlon Verona 1954
Fino ad oggi la città scaligera ha “ospitato” l’ormai celebre “Trofeo senza fine” (che dal 1999, anno dopo anno, premia i vincitori del Giro d’Italia), in tre occasioni ufficiali.
Ideata dal designer Fabrizio Galli (che prevalse nello specifico concorso indetto dall’Istituto italiano del rame per creare un nuovo “Trofeo del Giro d’Italia”) e realizzata nel laboratorio specializzato artigianale “Mario Penello” (ora portato avanti dai fratelli Luca e Patrizio Penello) di Saletto di Vigodarzere, nel Padovano, l’opera è formata da una barra di rame bombata, piegata a spirale e che s’alza in cerchi dalla base. Riporta incisi, in aggiornamento annuale, i nomi di quanti s’aggiudicano la Corsa rosa.
La ditta padovana produce pure i trofei delle veterane gare ciclistiche Milano-Sanremo, Milano-Torino, Strade Bianche oltre al tridente della Tirreno-Adriatico.
Dal peso di 9,5 kg ed alto 54 cm, forgiato in rame e placcato oro 18 carati, il pregevole manufatto, con il suo disegno a volute in crescendo, rappresenta le strade, in pianura ed in montagna, lineari e tortuose, su cui pedalano e faticano i ciclisti durante la lunga corsa a tappe. Il manufatto artistico trova un’aggiunta di anno in anno, per far posto al nome del nuovo leader all’epilogo della competizione.
Il primo a ricevere il “Trofeo senza fine” fu lo scalatore Ivan Gotti (San Pellegrino Terme, Bergamo, 28 marzo 1969), vincitore del suo secondo (dopo il primo nel 1997) Giro d’Italia nel 1999, anche per l’esclusione dalla corsa per ematocrito alto di Marco Pantani, pienamente in testa a due tappe dal traguardo conclusivo.
Verona ed il “Trofeo senza fine”, dunque…
Il rendez-vous d’esordiocon… Giulietta Capuleti avvenne nel corso di Cosmobike Show (rassegna internazionale della bicicletta) allestita nei padiglioni di Veronafiere tra il 16 ed il 17 gennaio 2019. Collocato all’interno d’una teca trasparente e sorvegliato a turno da hostesses, fu esposto alla curiosità dei visitatori in tutto il suo prestigio, d’autore e di sport.
La seconda venuta coincise con la vittoria in Arena del 102° Giro d’Italia, il 2 giugno 2019 (dopo la cronometro individuale di 17 km in chiusura, primeggiata dallo statunitense Chad Haga), dell’ecuadoriano Richard Antonio Carapaz Montenegro (nato il 29 maggio 1993 nel municipio di El Carmelo, nella comunità di La Playa nel canton Tulcán, già “battezzata” capitale del ciclismo ecuadoriano, nella provincia del Carchi). A lui seguirono, nella classifica generale, l’italiano Vincenzo Nibali e lo sloveno Primož Roglič.
L’anfiteatro, allora, vide sulle gradinate centinaia di connazionali di Carapaz (piccolo, esile, confuso, quasi disarticolato, impacciato nel camminare) in uno sventolio di tante bandiere dell’Ecuador.
Alla cerimonia di premiazione intervenne sul palco anche Umberto Cairo (Roberto Agostino, Masio, Alessandria, 21 maggio 1957), presidente di Cairo Communication, presidente ad amministratore delegato di Rcs MediaGroup (la cui partecipata Rcs Sport organizzò il Giro d’Italia), nonché presidente del Torino Fooball Club. Il 6 marzo 2013 Cairo acquisì il canale televisivo La7 versando alla proprietaria Telecom Italia un milione di euro.
Il terzo appuntamento con Verona fu al compimento del 105° Giro d’Italia, il 29 maggio 2022, dopo la prova a cronometro individuale di 17,4 km dal piazzale di Veronafiere all’Arena, scalando le Torricelle, vinta da Matteo Sobrero (Italia). La graduatoria decisiva consacrò primo Jay Hindley (Perth, Australia, 5 maggio 1996), tallonato dal secondo, il “prezzemolo” Richard Antonio Carapaz Montenegro (Ecuador) e dal terzo, Mikel Landa Meana (Spagna).
A quando il prossimo faccia a faccia di Verona col “Trofeo senza fine”?