Robeto Puliero è stato un personaggio poliedrico e trasformista, ironico e pungente di Verona: attore e giornalista. Ebbi la fortuna negli anni ’80 di conoscerlo in occasione di un casting che stavo facendo per la nascitura televisione scaligera CANALE 65. Tra le cento persone che intervistai in quel periodo, oltre Puliero, anche Amadeus. Ma, mentre con il primo nacque una simpatica e duratura amicizia, e non poteva essere diversamente, vista la sua carica di umanità, con il secondo, una volta sfondato nel mondo della grande emittenza si scordò di quel CANALE 65, fucina di personaggi e giornalisti. Chiudo ricordandone uno per tutti, cioè la macchietta di quell’Elvis Ciurla, tifoso della curva che, con il suo bonario aggressivo: “ a che te dao, cossa vuto da mi, a che te daooo”, ben presto divenne l’ossessivo leit-motiv ripetuto da grandi e piccini di Verona. Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
ROBERTO PULIERO ”Amici sportivi veronesi…”
Di Claudio Beccalossi – Redazione Panathlon Verona 1954
La quinta ricorrenza d’una lunga… pennichella. Senza risveglio.
“Sto facendo un pisolino…”, sta scritto, con sarcastica malinconia, sulla tomba di Roberto Puliero (Verona, 5 agosto 1946 – Verona, 19 novembre 2019), nel cimitero di Avesa (Verona).
Già professore di Lettere (dopo la laurea in Lettere classiche a Padova, con una tesi in letteratura neogreca) e sposato con Kety Mazzi (sua compagna di vita e di palcoscenico), Roberto ha brillato di notorietà anche fuori dagli stretti confini veronesi e veneti quale attore, autore (anche di rielaborazioni di classici, specialmente di Goldoni e Shakespeare), regista teatrale, anema e core della compagnia “La Barcaccia” (chiusa dopo la sua morte), poeta satirico (“Trilussa in riva all’Adige”) nonché commentatore pungente della multiforme attualità scaligera. E come ideatore ed interprete di sitcom e trasmissioni in emittenti televisive locali (Canale 65, Telearena – l’attuale direttore è il fratello Mario – , Telenuovo), radiocronista sportivo e voce narrante degli alti e bassi calcistici dell’Hellas Verona, prima e dopo l’apogeo dello scudetto nel Campionato di Serie A 1984-1985, nell’esaltante epopea dell’allenatore Osvaldo Bagnoli.
Ha tenuto la sua prima radiocronaca a Radio Adige (chiusa dal 1° luglio 2017, cedendo le frequenze a Radiofreccia) il 25 settembre 1997 per Fiorentina-Hellas Verona (1 a 2). Mentre l’ultimo collegamento in diretta a Radio Verona è stato il 29 settembre 2019, con Cagliari-Hellas Verona (1 a 1).
A modo suo ha saputo creare personaggi e caricature televisivi per far parodia di cronaca, costume, ipocrisia politico-sociale: Don Bortolon, parroco di Cavaion, Gustavo Lapearà, tifoso della Bra, l’edicolante Gigiotto Marcusini, Gennaro Caputon, veronese teron, Gedeone, tifoso di Bovolone, entrati nel sentire comune per l’indovinata comicità, talora goliardica oltre misura perché attinente a certi nervi scoperti del potere ufficiale e/o sottobanco.
Iscritto dal 17 novembre 1980 all’Ordine dei Giornalisti del Veneto, elenco Pubblicisti, con i suoi dati anagrafici completi, Roberto Fernando Puliero, è deceduto dopo una lunga malattia, con funerale officiato il 22 novembre 2019 nella basilica di San Zeno Maggiore.
Con lui se n’è andata (forse per sempre) una Verona diversa, dalle sensazioni diverse, con passioni diverse, dagli stimoli diversi, in tempi diversi… Una città più socievole, romantica, giocherellona, anche collerica, istintiva, capace di grandi ideali e di ancor più grandi generosità. Sbagliando talvolta, riparando sempre, riscommettendo e migliorando…
Ha recitato pure in films, tra cui il secondo episodio con Jerry Calà di “Fratelli d’Italia” del 1989, diretto da Neri Parenti, nel ruolo d’un cameriere con tanto di papillon in piazza dei Signori, in città.
Originale e sornione, s’è sbizzarrito in una comicità popolare all’insegna della veronesità (con qualche fuga e/o parentesi veneziano-goldoniana) e, forse per questo, forse troppo “casalinga” per essere esportata od inserirsi efficacemente altrove. Certo, lusinghe e sirene verso scene nazionali non gli sono mancate ma non l’hanno mai convinto. Lui è rimasto il veronese tutto d’un pezzo, diviso tra teatro, calcio e poesia. Comunque, una volta tanto, propheta in patria.
Poesia, appunto. Dal 6 ottobre 2013 al 17 novembre 2019 ha scritto per il settimanale cattolico “Verona Fedele” nella sua rubrica “No gh’è verso…”, estrosa satira in versi e rime in dialetto veronese. Liriche sagaci battute alla macchina da scrivere (non al computer) per poi essere inviate al giornale tramite fax (macché e-mail)da una tabaccheria nei pressi di casa. Allergico al mondo dei social, per contattarlo non c’è stato un numero di cellulare (non l’ha mai avuto) ma un “retrogrado” telefono fisso a cui rispondeva personalmente.
Memorabili gli alé, alé, alé, bum bum bum, viva viva viva, reteeeeeee nelle sue radiocronache delle partite dell’Hellas Verona, rimasti negli amarcord degli ascoltatori più o meno tifosi ma, in ogni caso, sempre patiti della coinvolgente ed appassionata verve sfoderata.
Oltre a murales che lo raffigurano realizzati in tribuna ovest superiore dello stadio “Bentegodi” (dove la tribuna stampa è stata intitolata a lui) e su un muro nelle vicinanze del cimitero di Ca’ di David (Verona), a Roberto è stata dedicata una delle due panchine in marmo a forma di libro inaugurate il 28 ottobre scorso in piazzale XXV Aprile, davanti alla stazione ferroviaria. L’altra ricorda Giorgio Gioco, chef dello storico ristorante “12 Apostoli” e poeta.
Lasciti del patrimonio interpretativo di Puliero rimangono in audiocassette, DVD, CD. Ed in pubblicazioni che riassumono la sua capacità letteraria, teatrale, giornalistico-sportiva.
Ecco alcuni titoli di sue opere.
- “Noantri”, Perosini Editore, Zevio (Verona), 1995.
- “Alé alé alé bum bum. Vent’anni di radiocronache gialloblù”, Perosini Editore, Zevio (Verona), 1996.
- “Ravani par naoni”, Cierre Edizioni, Caselle di Sommacampagna (Verona), 2001.
- “No gh’è verso”, Cierre Edizioni, Caselle di Sommacampagna (Verona), 2011.
- “Un anno in rima”, Delmiglio Editore, Verona, 2014.
- “La poesia del balon”, Cierre Edizioni, Caselle di Sommacampagna (Verona), 2015.