Di Alessandra Rutili – Redazione Panathlon Verona 1954
E’ il 5 ottobre, l’Ansa pubblica un articolo interessante. Già nel titolo si coglie la portata della notizia: “ Studio di fattibilità Harpalis, ‘AIA autonoma si può ‘ ”. Leggendo con attenzioni sono molte le riflessioni che scaturiscono dalla lettura. Ma per capire meglio serve fare un passo indietro e contestualizzare ciò che attende, nel futuro prossimo, l’associazione arbitrale. Ciò che mi colpisce è soprattutto l’aggettivo autonoma, ma ancora di più il verbo. Da anni sottolineo e evidenzio la necessità di dare maggior “dignità” alla figura dell’arbitro, che rappresenta in campo il garante delle regole. Un’ AIA autonoma sarebbe, a mio parere, la svolta epocale necessaria per chi rappresenta uno dei principali protagonisti del calcio. Lo scenario, che fa da sfondo alle tante notizie che stanno circolando sui fischietti, è indissolubilmente legato alle prossime elezioni. Chi sarà il futuro Presidente dell’AIA? L’articolo spiega come Alfredo Trentalange e il suo gruppo di collaboratori abbiano studiato ed elaborato un progetto che vedrebbe, all’interno della FIGC, l’AIA indipendente. Un’indipendenza che permetterebbe di gestire ed organizzare i fondi attualmente provenienti dalle stesse (FIGC e Sport e Salute) in modo diretto. Ma non solo questo. Anche supporto alle sezioni e ai Presidenti, offrendo forme di welfare per gli arbitri professionisti, oltre che la creazione di un’Academy in grado di preparare e formare la classe dirigente. Il progetto, elaborato da un pool di esperti, è stato quindi sottoposto ad Harpalis, network di integrazione professionale che unisce avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, che ne ha determinato la fattibilità. Avere quindi un’AIA autonoma è possibile. Il progetto è realizzabile. Non solo, appetibile per dei partner, già pronti, che contribuirebbero ad aumentare le risorse provenienti da FIGC e Sport Salute. Un valore aggiunto. Alla base di tutto un nuovo modello di governance, con un direttore generale nominato dal Consiglio Centrale a capo di un comitato operativo e un responsabile che coordinerà tutte le componenti tecniche. Il progetto di Trentalange è quindi pronto, l’esito delle elezioni ci dirà se diventerà realtà.
La domanda rimane la stessa: chi verrà eletto Presidente? Si vocifera che Trentalange abbia tentato la via del dialogo incontrando gli aspiranti candidati e proponendo loro un candidato unico, pronto anche a fare un passo indietro insieme ad alcuni suoi collaboratori. Tutto questo in nome di un’unità che renderebbe più forte la categoria. Non una spartizione di nomine o di potere ma un iter da intraprendere per un’AIA nuova. Ad oggi però, visto che al momento non è stato trovato l’accordo, sembra più probabile che Trentalange non sia il solo a correre per la Presidenza. Quel che si sa è che il progetto da lui proposto non è più solo un sogno. Coloro che si troveranno a scegliere chi rappresenterà tutto il movimento arbitrale dovranno, quanto meno, sapere che questo progetto ha le risorse per essere realizzato. Dovranno sapere che la nuova gestione manageriale porterebbe benefici alla base dando per esempio la possibilità di stipulare rapporti di lavoro o garantendo rimborsi veloci e più alti a quanti scorrazzano per garantire l’inizio delle partite. Ai giovani arbitri anche una carta di credito con un fido di 300 € per permettere loro di anticipare le spese sostenute. Il progetto c’è, le risorse anche. Ora attendo l’esito delle urne.