Il lungo declino per il conflitto d’uno stadio all’avanguardia
Reportage di Claudio Beccalossi – Redazione Panathlon Verona 195
. Donetsk (Repubblica Popolare di Donetsk) – Se non c’è pace tra gli ulivi nella contrapposizione armata russo-ucraina, altrettanto si può dire che non c’è sport tra gli ulivi nei territori nell’est dell’Ucraina delle ripartizioni amministrative autoproclamatesi indipendenti da Kyïv. Le oblasti di Donetsk, Lugansk, Zaporož’e e Cherson, il 30 settembre 2022, sono poi state annesse formalmente alla Federazione Russa, durante una solenne cerimonia nel Salone di San Giorgio del Gran Palazzo del Cremlino, a Mosca, residenza ufficiale del presidente russo.
Donetsk, in particolare, trattiene ancora il fiato… sportivo sia per l’inutilizzato stadio di calcio Donbass Arena (inaugurato il 29 agosto 2009 dopo tre anni di lavori, costato 300 milioni di euro e dai 52.667 o 52.187 – secondo le fonti – posti a sedere) e per il destino vagabondo della gloriosa squadra calcistica locale, il Futbol’nyj Klub Šachtar (in ucraino), più semplicemente Šachtar Donec’k (o, come da traslitterazione anglosassone, Shakhtar Donetsk). In lingua ucraina il termine Šachtar significa “minatore”.
Appartenente alla categoria 4 UEFA (cioè quella degli impianti sportivi dall’alto standard tecnico), lo stadio è stato progettato dalla società inglese Arup Sport Company (architetto Jay Parrish), con costruzione avviata il 27 giugno 2006 da parte della compagnia turca ENKA, in vista dell’accoglimento (in seguito avvenuto) della candidatura di Polonia ed Ucraina ad accogliere la fase finale del Campionato europeo di calcio 2012 (o UEFA EURO 2012 od ancora Polonia-Ucraina 2012).
Svoltosi nelle due nazioni dall’8 giugno al 1° luglio 2012, la competizione ha visto la vittoria finale della Spagna contro l’Italia, 4 a 0, nello stadio olimpico di Kyïv.
Nella Donbass Arena di Donetsk sono stati giocati gli incontri Francia-Inghilterra (1 a 1) dell’11 giugno, Ucraina-Francia (0 a 2) del 15 giugno, Inghilterra-Ucraina (1 a 0) del 19 giugno, Spagna-Francia (2 a 0) del 23 giugno, Portogallo-Spagna (0 a 0), una delle due semifinali, quella del 27 giugno.
Il 23 agosto 2014, nel pieno infiammarsi anche a Donetsk degli scontri tra forze governative e paramilitari ucraini e miliziani indipendentisti filorussi e russofoni, lo stadio venne gravemente danneggiato alla facciata nord-ovest ed alle strutture a causa delle esplosioni di due bombe.
In previsione dell’aggravarsi del conflitto, da allora lo Šachtar Donec’k non ha più messo piede (e scarpini) nell’impianto per allenamenti e partite, spostando la propria attività agonistica in casa… “nemica” (ma non considerata tale, inanellati i successivi, eccellenti esiti). Tra il 2014 ed il 2017 all’Arena L’viv (a L’viv, Leopoli), quindi, dal 2017 al 2020, allo Stadio Metalist (del nucleo sportivo Metalist dell’oblast’) a Charkiv e, infine, presso il Complesso nazionale sportivo olimpico di Kyïv, nella capitale ucraina dove s’è insediata la società calcistica.
Citando solo gli anni più recenti, la squadra ha conquistato la Superkubok Ukraїny (Supercoppa d’Ucraina) 2021 (per la nona occasione), la Prem”jer-lіha (massima divisione del campionato ucraino di calcio) 2022-2023 e 2023-2024 (in totale ne ha vinte 15) e la Kubok Ukraïny (Coppa d’Ucraina) 2023-2024 (che s’è aggiudicata 14 volte).
Una curiosità: due allenatori italiani hanno allenato lo Šachtar Donec’k dopo l’“esilio” dalla Donbass Arena senza apparente ritorno all’orizzonte: Nevio Scala (da gennaio a settembre 2002, portando la sua formazione a primeggiare in una Prem”jer-lіha ed in una Kubok Ukraïny) e Roberto De Zerbi (da maggio 2021 a luglio 2022, con la vittoria in una Superkubok Ukraїny).
Di tanto in tanto lo stadio di Donetsk viene tuttora coinvolto in attacchi ucraini con finalità più terroristiche che strategiche. Come dimostrano i resti d’un razzo conficcatosi nella pavimentazione pedonale esterna e lasciato lì, cruda realtà d’una guerra che continua…
foto di Claudio Beccalossi