Di Massimo Rosa – Direttore Panathlon Planet
Luca Campedelli era lì con lo sguardo smarrito e triste mentre stavano sbaraccando gli ultimi suppellettili di quello che è stato lo splendido centro sportivo del Chievo, aperto a tutti gli sportivi. Così mi racconta mio figlio Alessandro. Dall’1 luglio, infatti, quella che è stata l’area parrocchiale, da dove sono partite le imprese calcistiche dei clivensi per 17 lunghi anni, sarà chiusa, perchè acquistata dall’Hellas Verona. E la nuova proprietà la adibirà alle necessità dei Gialloblu.
La tristezza di questa imagine mi ha evocato l’intervista (v. qui sotto) che gli feci ann’inizio del primo campionato di serie A, momenti felici che contrastano con l’attuale Campedelli, un uomo sconfitto, ma che ringrazio per avermi fatto vivere la favola del piccolo grande Chievo.
Un’indimenticabile storia.
ARE YOU A LORD? NO, SONO SOLO CAMPEDELLI
Ama il Calcio inglese, e compera azioni del Manchester e del Chelsea
Il settimanale “Chi” lo ha definito “Sex symbol”, poi è divenuto, per la sua aria da pallido ragazzo occhialuto, il personaggio di Harry Potter.
Ma lui è, ve lo assicuro, e resta quel Luca Campedelli, presidente del ChievoVerona, divenuto “Star mondiale” contro ogni suo desiderio.
Testate giornalistiche televisioni da tutto il mondo se lo contendono per intervistarlo. I suoi ragazzi sono seguiti secondo per secondo nell’arco della giornata.
Il Chievo è sulla bocca di tutti, è l’effetto mediatico-sportivo di questo inizio millennio.
Luca Campedelli, al di là dello stereotipo che si è costruito, senza alcuna fatica perché è il suo modo di essere, è una persona cortese e simpatica, dotato di humor che sa molto di “Made in England”.
Posso chiederle perché le piace il calcio inglese?
Questo amore è nato col gioco del Subbuteo.
Poi grazie ai miei amici, loro sono massime autorità in merito al calcio d’oltremanica, ho imparato a conoscerlo e ad amarlo.
E’ vero che ha le azioni del Manchester?
Si anche del Celtic
Perché questa scelta?
Perché erano quelli che mi piacevano di più
Per la maglia o per la storia?
No, perché mi piacevano come società anche se per il Manchester ultimamente il calcio sta diventando un’attività secondaria, principale ormai è il business. Mi sto un po’ disamorando per questo.
Comincia ad essermi più simpatico il Manchester City.
Se il Chievo comprasse un Nakata qualsiasi?
Saremmo rovinati
Però conquistereste il mercato del Sol Levante, dal punto di vista della Paluani.
Ma no, i costi di spedizione e di distribuzione sono pazzeschi.
Per la nazionale italiana è stato un successo d’immagine.
Loro sono affascinati da tutto ciò che occidentale, basti guardare le donne: si tingono i capelli, seguono la nostra moda.
La loro curiosità è risaputa.
E’ vero, sono venuti a visitare lo stabilimento e fotografavano anche il nastro trasportatore, comunque tecnologicamente sono molto all’avanguardia.
Ma torniamo al personaggio che deve tenere testa quotidianamente a tanti colleghi che lo incalzano con domande a raffica: lui serafico com’è non si scompone mai.
Personalmente lo ricordo al Delle Alpi, dopo la sconfitta con la Juve, non perdere il suo proverbiale aplomb, rispondendo in inglese ai giornalisti scozzesi, arrivati a Torino per la partita di Champions League.
L’uomo è forte, anche se le sensazioni ingannano.
Luca Campedelli ha come modello di presidente il padre Luigi, scomparso qualche anno fa, che lo si vede apparire, in un gigantesco quadro nella nuova sala riunioni della società, “ protagonista “ tra i protagonisti della storica promozione.
Non ha alcun timore nel definirsi “Presidente-tifoso”, un po’ come quel personaggio descritto da Nick Horby nel libro “Febbre a 90”, da cui hanno anche tratto un film.
Oltre che del suo Chievo lo è anche di quell’Inter che ha imparato ad amare sin da quando era bambino, a partire da quel giorno che suo padre lo portò nel magnifico catino di San Siro, rimanendone letteralmente folgorato.
Ha come hobby, oltre a quello della play-station, anche quello di disegnare le maglie della sua squadra.
Quando ha tempo, visto che ormai anche quello ormai latita, si diletta giocare a calcetto con i suoi amici di sempre.
Non ama la polemica.
Per lui ogni incontro va bene con il responso del campo.
Ha sempre parole di elogio per gli avversari, come l’intera società e gli stessi giocatori.
Per Luca Campedelli il “ Self control “ è un elemento naturale, e non una forzatura.
Alla divertita collega dello “Sport Week”, magazine della Gazzetta dello Sport, Silvia Guerriero, che gli chiede “Qual è la prima dote di un presidente di calcio?”, Campedelli prontamente risponde “Sapere stare zitto”.
Alla domanda sulle spese folli, da parte dei presidenti, per l’acquisto di giocatori, il presidente imperturbabilmente replica dicendo che nessuno ha mai puntato una pistola od un fucile per far firmare un contratto.
“Gianni Rivera ha detto: “Il Chievo è po’ la cattiva coscienza delle società”. Risposta: “ No. Il Chievo è semplicemente una squadra di calcio”
Amando l’autoironia afferma che la vignetta che lo ha fatto più ridere è quella di Vincino apparsa sul Corrieredella Sera, il cui titolo era “Il presidente s’è messo la cravatta”, quindi, sotto la caricatura si leggeva “…. .e poi dice che non pensa allo scudetto”.
Il suo incubo più grande è arrivare tardi alla partita, il suo difetto maggiore è essere permaloso, il suo concetto di felicità è vivere il calcio 24 ore su 24.
Poi la Guerriero gli chiede “Il suo motto preferito?”, per Luca Campedelli non ci sono dubbi: “ Quello di mio padre: “E’ meglio stare zitti e dare l’impressione di essere scemi, piuttosto che aprire bocca e togliere ogni dubbio”.
Da parte mia non ho alcun dubbio, Verona di un personaggio così ne aveva proprio bisogno!
Con il suo Chievo rappresenta: l’Ieri, l’oggi ed il domani della veronesità.