A qualche giorno dall’intitolazione dello Stadio Helvia Recina il Panathlon Club Macerata rende omaggio al suo socio onorario con un ospite d’eccezioneMACERATA –Si è svolta l’ultima conviviale del Panathlon Club Macerata. Un evento particolarmente sentito e partecipato, dedicato alla memoria del socio onorario Pino Brizi. La serata ha visto la presenza di illustri ospiti e personalità del mondo sportivo, che hanno reso omaggio all’ex giocatore maceratese, ripercorrendo la sua straordinaria carriera, a pochi giorni dall’intitolazione dello Stadio Helvia Recina.
“Pino Brizi è stato un simbolo per la nostra comunità, un esempio di dedizione e passione per lo sport. La sua carriera e il suo impegno non si sono limitati al campo di gioco, ma hanno influenzato profondamente anche il tessuto sociale della nostra città. Proprio alcuni giorni fa il Comune di Macerata gli ha reso omaggio, intitolandogli lo stadio Helvia Recina, un gesto che sottolinea quanto fosse amato e rispettato da tutti noi. Questo stadio, che ora porta il suo nome, sarà per sempre un luogo in cui il suo spirito e la sua eredità vivranno. – ha affermato l’assessore allo sport del Comune di Macerata Riccardo Sacchi. Un riconoscimento dovuto e sentito, che celebra non solo il grande calciatore ma soprattutto l’uomo di valore che è stato per Macerata, un uomo la cui vita è stata caratterizzata da un’integrità e da una passione che continueranno a ispirare le future generazioni.”
Presente anche il consigliere internazionale del Panathlon International Luigi Innocenzi che ha sottolineato con passione l’importanza dei valori panathletici rappresentati da Pino Brizi: “Pino ha incarnato i principi di lealtà e fair play che il Panathlon promuove. La sua memoria continuerà a ispirarci. La sua carriera, sia come giocatore che come allenatore, è un esempio luminoso di come lo sport possa essere vissuto con onore e dedizione, e il suo spirito sarà sempre parte del nostro territorio. In ogni gesto, in ogni partita, in ogni allenamento, Pino ha dimostrato cosa significhi davvero essere un atleta di valore, mettendo sempre al primo posto il rispetto per l’avversario, l’integrità e la correttezza. Il suo esempio eleva l’intera comunità, rafforzando quei valori di solidarietà, amicizia e rispetto che sono alla base del nostro movimento panathletico. La sua figura rimarrà un faro per tutti noi, guidandoci nel promuovere uno sport sano e leale.”
Parole condivise anche dai neo eletti Francesco Silvi (Consigliere Nazionale del Panathlon International Distretto Italia) e Stefano Ripanti (Governatore Area 5 Emilia Romagna-Marche Panathlon International Distretto Italia) che hanno sottolineato il rapporto del territorio e del club di Macerata con l’indimenticato Pino Brizi.
Alla serata presenti anche l’artista Nazareno Rocchetti, Angelo Spagnuolo, Presidente del Panathlon Club Pesaro, e Domenico Vannicola, Presidente del Panathlon Club Ascoli.
La conviviale, iniziata con un brindisi di benvenuto, ha visto l’ingresso di due nuovi soci, a testimonianza della continua crescita del club di Macerata. Accolti dagli applausi della platea i due maceratesi Emanuele Battistelli e Andrea Perticarari.
Guida dell’evento l’avvocato Nicola Calzaretta, lucano di nascita, toscano d’adozione. Classe 1969, collabora dal 2002 con il Guerin Sportivo (C’era una svolta, Amarcord). Scrive anche per The Sport Light, soprattutto di Portieri. Ha lavorato a molte produzioni seriali in dvd (Campionato Io Ti Amo, I Miti del calcio, La Storia dei Palloni d’Oro). E’ autore di decine di libri sul calcio. Tra i più fortunati: “Alla ricerca del calcio perduto”, “I colori della vittoria – Le maglie che hanno fatto la storia della Juventus” e “Boniperti” con Italo Cucci e le foto di Salvatore Giglio. Per NFC nel 2021 ha pubblicato “Le cose perdute del calcio”, un viaggio sentimentale nel tempo e nella memoria.
E’ stato proprio Calzaretta, già ospite nel 2019 del Panathlon Club Macerata in occasione della nomina a socio onorario di Pino Brizi, a intervistare l’ospite d’onore della serata Nevio Scala. Protagonista assoluto del calcio italiano, da giocatore, nel ruolo di centrocampista, tra gli anni sessanta e ottanta, ha indossato le maglie della Roma, della Fiorentina, del Milan – con cui, nel biennio 1967-1969, vince il campionato italiano, la Coppa delle Coppe e la Coppa dei Campioni –, del Vicenza, dell’Inter, del Foggia e del Monza, appendendo gli scarpini al chiodo nel 1981. Da allenatore, ha iniziato a farsi notare dagli addetti ai lavori nel 1988, quando porta la Reggina in Serie B, con il 5-3-2, marchio di fabbrica tattico che lo accompagnerà e caratterizzerà per tutta la carriera. L’anno successivo, ancora coi calabresi, sfiora la Serie A, che conquisterà invece sulla panchina del Parma, con cui ottiene la promozione in massima categoria nel 1990. Nei sei anni in cui Scala siede sulla panchina dei Ducali, il club – che sino ad allora aveva quasi sempre militato nelle serie minori – si issa ai vertici del calcio italiano ed europeo: dopo la vittoria della Coppa Italia nel 1992, il Parma si aggiudica nel 1993 la Coppa delle Coppe a Wembley contro l’Anversa e la Supercoppa UEFA nel doppio confronto contro il Milan. Nel 1995 conquista la Coppa UEFA nella doppia sfida di finale contro la Juventus di Marcello Lippi. I parmensi di Scala entrano nel ristretto novero delle “provinciali” che vincono e convincono nel calcio italiano, ma sono i primi a farlo anche in campo continentale. In Serie A i gialloblù arrivano al terzo posto nel campionato italiano in due occasioni, nel 1992-93 e nel 1994-95.
Molte anche le successive esperienze nel calcio internazionale: Nevio con il Borussia Dortmund conquista la Coppa Intercontinentale nel 1997, con lo Šachtar Donec’k vince campionato e coppa nazionale ucraini.
Dopo tanti palloni calciati e trofei alzati, inizia a vivere la sua campagna, quella di Lozzo Atestino, ai piedi dei Colli Euganei e rilancia la sua cantina familiare. Con il figlio Claudio produce ottimi vini, proprio nella terra in cui è cresciuto ed è stato formato, puntando tutto sull’agricoltura biologica e sulla valorizzazione sistemica dell’ambiente circostante, adottando pratiche agronomiche che non prevedono l’utilizzo di prodotti di sintesi chimica e che sono inserite in un modello di produzione che evita lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Vini naturali dell’Azienda Agricola Nevio Scala che hanno accompagnato tutta la conviviale, riscontrando l’interesse anche di chi non è abituato al biodinamico.Tanti gli aspetti toccati durante l’intervista. Nevio Scala ha condiviso numerosi ricordi e riflessioni sulla sua carriera, illuminando la platea con aneddoti e considerazioni che hanno messo in luce non solo la sua esperienza personale, ma anche i valori che hanno guidato la sua vita sportiva. Ha iniziato parlando dei suoi anni da calciatore nel Milan, sottolineando quanto sia stato formativo giocare in una squadra di tale calibro sotto la guida di Nereo Rocco. “Al Milan, nel biennio 1967-1969, ho avuto l’opportunità di vincere il campionato italiano, la Coppa delle Coppe e la Coppa dei Campioni. Giocare con campioni come Rivera e Prati mi ha insegnato molto, ma è stato Nereo Rocco a trasmettermi i valori del sacrificio e della disciplina”, ha ricordato Scala.
Ha poi raccontato dei suoi due anni a Firenze, considerati i migliori della sua carriera da calciatore. “A Firenze, dal 1971 al 1973, ho vissuto due stagioni memorabili. Erano anni intensi e appaganti che mi hanno permesso di crescere come giocatore e attirare l’attenzione dell’Inter”, ha affermato. In quel periodo, Pino Brizi era una figura centrale. Scala ha descritto Brizi come un difensore tecnico e moderno, lodandone la correttezza e la lealtà sul campo. “Pino era un esempio di integrità e tecnica. Come compagno di squadra, era sempre un punto di riferimento, sia dentro che fuori dal campo. E’ stato il mio capitano”. Nevio Scala, visibilmente emozionato, sollecitato da Gianluca Brizi, figlio di Pino, ha ricordato inoltre: “Con Pino ho condiviso momenti indimenticabili sul campo. Era un leader naturale, un uomo di grande integrità e umiltà. È stato un privilegio aver giocato al suo fianco.” Ha continuato dicendo: “La sua determinazione e il suo spirito di squadra erano contagiosi. Pino non era solo un grande giocatore, ma anche un amico leale e un compagno di squadra che sapeva come motivare e sostenere tutti intorno a lui. La sua perdita è sentita profondamente, ma il suo ricordo continuerà a vivere nei cuori di tutti coloro che lo hanno conosciuto.”Scala ha poi parlato della sua transizione da giocatore ad allenatore, con un particolare focus sul suo successo al Parma. Dopo una positiva esperienza con la Reggina, il Parma, sotto la presidenza di Ceresini, lo ha scelto per guidare la squadra. “L’obiettivo era arduo: portare il Parma in Serie A. Con un gruppo coeso e un 5-3-2 ben rodato, abbiamo centrato l’obiettivo nonostante la tragica scomparsa del presidente Ceresini. Il Parma di quegli anni era una squadra che vinceva grazie alla forza dell’unità. I nostri successi, come la Coppa Italia del 1992 e le vittorie internazionali, sono frutto di un undici titolare ben definito e di una strategia chiara. Vincere a Wembley contro l’Anversa per 3-1 è stato un sogno. Quel successo e la Supercoppa UEFA contro il Milan sono momenti indelebili nella mia memoria”.
Il mister veneto ha inoltre condiviso con la platea divertenti aneddoti sulla gestione di un giocatore carismatico come Asprilla e il ricordo della stagione 1994-95, in cui il Parma ha vissuto un duello serrato con la Juventus, culminato con la conquista della Coppa UEFA. Scala ha anche discusso le sue esperienze internazionali, tra cui la vittoria della Coppa Intercontinentale con il Borussia Dortmund e i successi in Ucraina con lo Shakhtar.
“Siamo estremamente orgogliosi della crescita che il Panathlon Club Macerata sta vivendo, testimoniata dall’entrata di due nuovi soci che contribuiranno a rafforzare il nostro impegno per la promozione dei valori sportivi – ha affermato il presidente del Panathlon Club Macerata Michele Spagnuolo. Questa serata, così speciale, è dedicata al ricordo del nostro socio onorario Pino Brizi, una figura indelebile per tutti noi, la cui passione e dedizione per lo sport continuano a ispirarci. La presenza di amici di lunga data come Nicola Calzaretta e Nevio Scala arricchisce ulteriormente questo evento. Nicola, con la sua conoscenza enciclopedica del calcio e la sua capacità di raccontare le storie più affascinanti, e Nevio, il cui percorso nel mondo del calcio è un esempio di successo e integrità, rappresentano per noi non solo degli ospiti di prestigio, ma delle persone che condividono i nostri valori e il nostro spirito. Ringrazio di cuore tutti i soci e gli ospiti presenti questa sera per il loro continuo supporto e per la loro partecipazione attiva, che rende il nostro club un luogo di crescita e condivisione continua.”
La serata si è conclusa con i saluti finali e le foto di rito, immortalando un evento che ha unito ricordi, emozioni e il senso di appartenenza a una comunità che valorizza i grandi esempi dello sport.
Panathlon Club Macerata ringrazia tutti i partecipanti e rinnova l’invito alle prossime iniziative, continuando a promuovere i valori dello sport e della cultura.