Approfittando di quanto scritto dal Prof. Zanovello, riproponiamo l’articolo apparso su Panathlon Planet nel 2013, allora Web Magazine dell’Area1.
di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
2013
Ultimamente sembra che la violenza abbia il sopravvento sulla normalità, almeno stando a quanto si legge sui giornali. Non c’è giorno, infatti, che non accada uno o più episodi delittuosi. Anche lo sport non ne è indenne. E tra i più preoccupanti degli ultimi tempi due fatti mi hanno soprattutto colpito, quelli in cui i genitori di giovani atleti se le sono date di santa ragione. Una cosa per un verso inaudita, ma poi ripensandoci mica tanto. La battuta ricorrente è quella che dice che ragazzi/ragazze praticanti lo sport sarebbe meglio fossero orfani. Per carità è una provocazione esagerata, ma che indica quanto danno facciano per amore dei loro cuccioli padri e madri senza rendersene conto. Con questa scuola c’è poco da stare allegri ed il futuro dei giovani è forzatamente a rischio: talis pater talis filius.
Dunque il cattivo o i cattivi esempi trovano spesso nei giovani quel terreno fertile in cui si coltiva la violenza, anche se non bisogna generalizzare.
Purtroppo a farne le spese maggiori di questi pessimi esempi è spesso il calcio nostrano, dove “l’idiota machista” pensa di sostenere la squadra del cuore con la becera violenza. L’ultimo eclatante fatto si è verificato ancora una volta nella capitale in occasione di quest’ultimo derby di Coppa Italia, in cui la Polizia ha rinvenuto numerosi oggetti contundenti, o meglio mortali, come mazze, scuri, coltelli e bombe carte, preoccupante volontà di fare male o peggio ancora ammazzare il nemico.
Sia chiaro ho portato l’esempio romano perché ultimo in ordine cronologico, ma non dimentichiamo gli altri accaduti nel corso di questo ultimo anno in altre parti d’Italia. Di fronte a questa gratuita violenza cosa dire se non che occorrerebbe una vera volontà di punire severamente con leggi dure chi commette queste nefandezze. A nulla servono i Daspo, punizione da mammolette e da mondo buonista inconcludente, ormai datato.