“Dica 33”, Rubrica a cura Dott. Piera Vettori – Redazione Castelfranco Veneto Area1 Veneto – Trentino/AA
DICA 33
L’ipertensione è una patologia che riguarda circa il 30% della popolazione adulta del mondo occidentale e circa un miliardo e 200.000 persone nel mondo ne sono affette. Quindi numeri decisamente importanti.
La prima considerazione utile da farsi è che è necessario modificare lo stile di vita; questo per la verità anche a prescindere dalla presenza o meno della patologia ipertensiva.
L’adozione di stili di vita adeguati e corretti, che veramente da qualche decennio vengono raccomandati da chi si occupa di salute pubblica e di prevenzione cardiovascolare, di fatto nel mondo reale rimane ancora molto spesso a livello appunto di raccomandazione e non viene tradotta in concreto nella quotidianità.
Sembra veramente cosa difficile applicare nella realtà lo stop fumo, il controllo del peso e della alimentazione e la pratica di esercizio fisico regolare.
Gli studi epidemiologici degli ultimi decenni dimostrano come la morbilità e la mortalità siano inferiori in chi pratica regolare esercizio fisico rispetto a chi è sedentario.
Inutile dire che di fronte a valori di pressione persistentemente e stabilmente elevati (al di sopra di 140/90 mmHg e al di sopra di 120/80 in caso di concomitanza di diabete) la terapia va prescritta ed assunta con regolarità, dopo l’esecuzione di visita internistica o cardiologica, di elettrocardiogramma e possibilmente anche di ecocardiogramma per poter escludere o meno la presenza di danno d’organo a livello del cuore. L’acquisire questo dato è importante nella gestione del quadro clinico del soggetto, nella scelta della terapia e nella valutazione della efficacia terapeutica (utile a questo scopo anche il monitoraggio della pressione di 24 ore) e nella stratificazione del rischio cardiovascolare individuale.
La pratica di esercizio fisico regolare, il calo ponderale, lo stop fumo permettono spesso di ritardare la comparsa di ipertensione di grado lieve e consentono spesso di diminuire il dosaggio dei farmaci antipertensivi stessi in chi è già in terapia.
Agli ipertesi viene suggerita un’attività fisica che prevede ESERCIZI DI TIPO AEROBICO almeno tre volte alla settimana, con ampia scelta tra tapis roulant, corsa ad intensità lieve-moderata (auspicabilmente valutata sulla base della Frequenza cardiaca ottenuta ad un test da sforzo preliminare)
Per i pazienti più anziani, per gli obesi e per chi è affetto da cardiopatia ipertensiva la frequenza cardiaca di allenamento sarà più bassa e l’obbiettivo sarà anche quello di migliorare la mobilità osteoarticolare.
Per tutti sono importanti 10 minuti di riscaldamento che precedono l’attività vera e propria e 10 min di defaticamento alla fine dell’attività.
È evidente che il cardiofrequenzimetro rappresenta un utile dispositivo di aiuto in questa attività.
Gli esercizi per la POTENZA MUSCOLARE sono si importanti e vanno affiancati all’attività di tipo aerobico e quindi comunque 2-3 volte alla settimana tenendo però ben presente che gli esercizi di forza con gli arti superiori comportano un aumento della pressione e quindi vanno effettuati con pesi ridotti al minimo aumentando il numero delle serie.
Risulta importante la pratica di esercizio fisico regolare per prevenire quindi o “mitigare” la comparsa ed il “peso” dell’ipertensione quando è presente; va eseguito con regolarità e se possibile meglio dopo una valutazione medica: non si tratta di eccessiva medicalizzazione di un gesto fisiologico ma di un corretto inquadramento del rischio cardiovascolare, metabolico ed osteoarticolare del soggetto che stiamo motivando a modificare i propri stili di vita.
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