Di Alessandra Rutili – Redazione Panathlon Verona 1954
C’è qualcosa che non torna in questa primavera di calcio italiano. Si discute di europei, di razzismo e di prossimi colpi di mercato, ma pochissimi parlano di un argomento scottante; gli arbitri. Leggendo più di un quotidiano al giorno, non ho potuto non notare in settimana un trafiletto su “La Stampa”. Uno di quegli articoli ben scritti, che riportano vere informazioni bomba. Quelli che piacciono a me. In sunto si diceva che Daniele Orsato abbia incontrato il Presidente della Figc Gabriele Gravina per dire che nell’Associazione dei nostri fischietti c’è troppa politica e chiedendo il commissariamento dell’ AIA. Boom!! Mi sono detta. Da anni le domande che mi ponevo io da giornalista e mediocre conoscitrice del mondo del calcio erano altre. Perché la classe arbitrale non è autonoma? Perché è così farraginosa la possibilità di far carriera? Perché? Perché? Perché?… L’articolo però metteva in luce come in realtà la situazione dell’AIA non sia proprio granitica. Ho continuato a leggere, e, mentre lo facevo mi dicevo che presto ci saranno le nuove elezioni, che ci sono delle alternative alla situazione attuale. Che, se tutto andasse benissimo, non ci sarebbero tutti i problemi che invece, aimè, ci sono ogni settimana ormai da anni. Nella massima serie, come sui campetti di periferia. E allora ho voluto capire meglio. Il 28 marzo 2024, si è ritrovato il Comitato Nazionale, occasione buona per parlare alla luce del sole e dire ciò che si pensa. Troppo ovvio. Orsato, stando alle notizie ufficiali, era occupato per pregressi impegni istituzionali. Gravina, tuttavia ha smentito che qualcuno avesse IL COMMISARIAMENTO. Nessun problema, ho pensato, troveranno il modo per fare un incontro chiarificatore alla luce del sole con tutti i componenti del Comitato Nazionale? Ma ancora, può un rappresentante degli arbitri in attività andare di sua sponte dal Presidente della Figc senza chiedere il parere di coloro che rappresenta? Il bello deve ancora venire perché sembra che qualcuno (Archina’) abbia chiesto l’apertura di un’indagine presso la procura federale, e che altri, Marconi-Mazzaferro-Camiciottoli-Senesi, abbiano chiesto venga messo a verbale la richiesta di un incontro con Orsato. Riavvolgendo il nastro qualcosa non mi tornava. Dato per assunto che la classe arbitrale dovrebbe pensare alla tecnica prima che alla politica, mi sembra strano che in un Comitato Nazionale ci sia chi parla a titolo personale direttamente con il Presidente della Figc. Le risposte che mi sono data sono; questa presa di posizione delegittima il Presidente della classe arbitrale e quindi risulta alquanto anomalo che gli altri membri non esigano un confronto. Mi fa, invece, ipotizzare possa essere davvero un tentativo politico, magari la creazione di un progetto che coinvolga quanti non si sono stizziti davanti a tale gesto. E’ noto ormai che vi è chi da anni lavora ad un nuovo modello economico, fiscale, giuridico per l’AIA, che metterebbe al centro l’arbitro, dando alla categoria quell’autonomia che oggi non ha. Sarà forse l’avvicinarsi delle elezioni a mettere in “ansia” qualcuno? Chissà! Come cantava Gianna Nannini siamo il Paese delle mezze verità. Il tempo però è galantuomo. Da segugio sto capendo se quell’idea della Lega degli arbitri in seno alla Figc, proposto da Trentalange e Baglioni possa non piacere a qualcuno. Se ripenso a quando tempo ho dedicato all’argomento con Tribuna Fair Play. Il Panathlon Club Verona vinse un Premio internazionale assegnato dal C.I.O. Con il direttore Massimo Rosa spiegavamo ai tifosi il difficile quanto indispensabile ruolo dell’arbitro. Chiedevo. “Cosa succederebbe se scioperasse un fischietto?” Silenzio. “Non si giocherebbe la partita.” Mancherebbe chi detta le regole e le fa rispettare. Per questo leggendo quell’articolo ho avuto un sussulto e mi sono chiesta se le regole valgono davvero per tutti.