di Carlo Santi – Redazione Panathlon Roma
Roma candidata per le Olimpiadi del 2040? L’ipotesi, suggestiva, è del professor Pino Capua che sostiene una tesi appassionata. Ideali olimpici, consolidare la posizione di Roma nel mondo come una delle principali destinazioni turistiche e culturali nel mondo, promuovere lo sviluppo economico e sociale a lungo termine. E parla anche, il professor Capua, della gestione dei rifiuti e di efficienza energetica.
Onestamente crediamo che questa ipotesi sia un bell’esercizio di scrittura ma lontana, senza un vero appoggio politico, dalla realtà. Basterebbe ricordare cosa è avvenuto con la candidatura romana delle Olimpiadi del 2024, con la sindaca Raggi che ha osteggiato, insieme al suo partito che ha parlato di «Giochi del mattone», la possibilità di avere l’evento a cinque cerchi nella Capitale. E poi ricordiamoci che dopo Parigi 2024 le Olimpiadi saranno a Los Angeles nel 2028 e a Brisbane nel 2032 mentre per il 2036, che è ancora lontano figuriamoci poi il 2040, Polonia e India avrebbero manifestato un interesse. Qualora la Polonia avesse i Giochi, ipotesi non lontanissima dalla realtà vista la spinta che il Paese ha per lo sport, come pensare che quattro anni dopo si tornerà in Europa?
«Roma si impegnerebbe a valorizzare le sue infrastrutture esistenti attraverso interventi di ristrutturazione e modernizzazione, riducendo al minimo la costruzione di nuove strutture e garantendo che quelle necessarie siano utili e sostenibili nel lungo termine», afferma ancora il professor Capua. Rispondiamo: senza nuovi impianti una città come Roma farebbe fare un bel salto ai Giochi, ma all’indietro. Capiamo benissimo l’utilizzo, per qualche gara, di luoghi importanti – Colosseo, Circo Massimo, Terme di Caracalla per citarne qualcuno – ma non avere uno stadio per l’atletica di ultima generazione (e quello che dovrebbe nascere a Pietralata con la Roma calcio non sembra abbia la pista…) e neppure uno stadio del nuoto (il Foro Italico può contenere appena 10 mila spettatori) per non parlare di un Velodromo che non c’è, di un Palasport e anche di altre strutture, non sembra la strada migliore per cercare di avere i Giochi.
Una grande manifestazione – un’Olimpiade, un Mondiale e anche un Europeo – dovrebbe lasciare una legacy importante alla città. Cosa lascerebbe Roma 2040 così concepita alla città? Nulla, solo il fastidio di ospitare l’edizione con tutte le sue problematiche. E poi, aggiungiamo, non costruire nulla? E il Villaggio olimpico sarebbe nulla? Si aprirebbero ancora mille polemiche sul dove realizzarlo, su quali (e di chi) terreni.
Intanto guardiamoci intorno. Tra neppure cento giorni Roma ospiterà i campionati Europei di atletica, dal 7 al 12 giugno, e non se ne sa nulla. In città neppure un manifesto, un simbolo, un accenno. Nessun intervento sugli impianti dell’atletica tranne per la pista rifatta allo Stadio dei Marmi peraltro rovinata per aver ospitato manifestazioni extra atletica, cavalli in primis. E Roma penserebbe addirittura ai Mondiali, sempre di atletica, del 2027. Se la strada è questa, guardiamoci bene dal pensare a un’Olimpiade in casa.
Roma olimpica è un bel sogno ma al momento irrealizzabile. L’occasione per provarci poteva essere per il 2032 ma pensare, oggi, al 2040 è francamente un’utopia che non ha senso.