L’ULTIMO TUFFO VERSO IL FUTURO
Una carriera sportiva piena di magie nella Bolzano di Tania Cagnotto e dei tecnici Cristopher Sacchin e Max Brick
di Nicole Lorenzet*
Volare verso l’alto per poi cadere in basso, elegantemente, con il mondo sotto i piedi, con il mondo sotto di sé. È così che Sara Borghi, atleta mantovana venticinquenne, descrive quello che è stato per lei il primo vero amore: il tuffo dal trampolino.
Già da piccolina, Sara racconta di aver provato tanti sport, quasi tutti ― dice―, praticati ridendo, ma nessuno riusciva ad attirare la sua attenzione al punto da poterlo definire il suo preferito. Ci fu un giorno, all’età di sette anni, che stravolse positivamente la sua vita. Il giorno in cui, con quell’energia accesa, viva, incredula e curiosa che solo i bambini hanno, Sara effettua il suo primo tuffo dal trampolino in piscina, sentendosi così libera e spensierata da capire in pochi istanti che quello sarebbe diventato il suo sport, il suo futuro.
Da quel tuffo, iniziò la grande scalata verso un bellissimo sogno, che Sara scoprirà pochi anni dopo di essere riuscita a realizzare: quello di diventare un’atleta professionista.
Ma andiamo per gradi.
Prima di tutto Sara, come ogni bambina cresce in fretta, frequenta le scuole medie e poi le superiori, dove l’impegno scolastico diventa sempre più importante. Anche gli allenamenti diventano più frequenti e impegnativi ma, nonostante ciò, Sara non molla perché il suo sogno è lì che la aspetta. “Non era per niente un peso ― dice ―perché la passione che avevo e che tutt’ora ho per questo sport è talmente grande da spingermi a dare il meglio di me stessa in ogni ambito. Quando sono in piscina, su quel trampolino, provo una sensazione di libertà assoluta, una libertà così pura che mi fa diventare la persona più felice sulla faccia della terra”.
A diciannove anni Sara si trova davanti una grande opportunità: quella di trasferirsi a Roma o a Bolzano per potersi allenare in uno dei centri di preparazione olimpica del Coni. È un’opportunità unica, speciale, che Sara non può farsi scappare. Nonostante la giovane età e la lontananza da casa, decide di trasferirsi a Bolzano, nella società “Bolzano Nuoto”, dove incontrerà quella che con gli occhi pieni di amore definirà la sua seconda famiglia.
Trascorrerà a Bolzano ben sei anni, anni che descriverà come i più belli della sua vita e in cui i tuffi sono diventati pura magia. “La scelta di trasferirmi a Bolzano è stata la migliore che potessi fare nella vita ―dice Sara ― e ci tengo a ringraziare dal profondo del cuore tutti i miei compagni di squadra e gli allenatori, che ci sono sempre stati per me, in ogni occasione; bella o brutta che fosse. Mi hanno sempre riempita di consigli preziosi e per questo mi ritengo molto fortunata ad averli incontrati. In poco tempo sono diventati dei pilastri fondamentali nella mia vita, persone su cui posso contare e di cui posso fidarmi”.
Cita i suoi allenatori, Cristopher Sacchin e Max Brick, che ringrazia infinitamente per tutto quello che le hanno insegnato e per il loro costante supporto in tutti gli anni trascorsi insieme, senza dimenticare anche i fratelli Verzotto, Maicol e Julian, diventati da subito dei punti di riferimento. Cita il suo più grande idolo, Tania Cagnotto, la campionessa che molti di noi stimano e che è stata fonte d’ispirazione costante per Sara, la quale ha cercato di imparare il più possibile da lei, da quell’atleta con la “a” maiuscola, che definisce campionessa non solo in acqua, sul trampolino ma anche nella vita.
Poi i suoi compagni di squadra, diventati presto una famiglia, che l’hanno sostenuta dall’inizio alla fine, dal primo giorno fino all’ultimo. Eh sì, perché l’ultimo giorno di tuffi per Sara è arrivato a fine luglio 2023, quando ha disputato la sua ultima gara ai Campionati Italiani Assoluti Estivi a Roma.
È proprio a Roma che Sara decide di concludere la sua carriera nei tuffi. “È stata una decisione difficile da prendere ma è stata anche la migliore ― racconta―ma non mi sono pentita nemmeno un secondo per questa scelta del ritiro. Dopo tutti gli infortuni che ho subito durante gli anni, la cosa più importante per me era poter concludere la carriera nella categoria professionistica e sono molto contenta di esserci riuscita. Ho provato così tante emozioni quel giorno, che non riesco nemmeno a spiegarle. Ho ricevuto un immenso calore non solo dai miei compagni di squadra, pronti ad aspettarmi a bordo vasca dopo l’ultimo volo in acqua, ma da tutti i presenti alla gara. È stato davvero magico”.
Sara si ferma un attimo a pensare e con gli occhi emozionati racconta di quanto sia stato bello e soddisfacente passare dall’essere la ragazzina più grande nella piscina di Mantova alla più piccola a Bolzano e come poi le cose si siano di nuovo ribaltate.
Con i tuffi ha avuto modo di sperimentare emozioni e sensazioni nuove, ha vissuto esperienze uniche, autentiche, che le hanno permesso di costruire una rete di ricordi che nessuno potrà cancellare.
Ma, riavvolgiamo un attimo il nastro perché oltre ai tuffi c’è dell’altro!
Durante i suoi anni più belli a Bolzano, Sara pensa anche allo studio. In quegli anni si è infatti laureata in scienze motorie presso l’Università degli studi di Verona, dove ora sta per concludere il percorso magistrale nel ramo delle scienze motorie preventive e adattate. È proprio dall’interesse nato durante il periodo universitario che cresce in lei il sogno di lavorare nel campo della riabilitazione e della rieducazione funzionale anche se, ancora non sa cosa le riserverà il futuro.
Dice: “Sicuramente, quello sport che tanto amo e che ha contribuito a rendermi l’atleta e la persona che sono oggi, lascerà in me un segno indelebile”.
Nessuno quindi sa, se vedremo ancora Sara nel mondo dei tuffi sotto altre vesti ma di certo sapremo che porterà tutta la sua esperienza in ogni sua prossima sfida e noi non faremo altro che continuare a tifare per lei!
*Nicole Lorenzet è studentessa dell’ultimo anno del corso di laurea magistrale in Scienze motorie preventive e applicate.