di Renato Zanovello Presidente Emerito Panathlon Padova
Credo che la parola piu’ generale e diffusa ai nostri tempi sia “violenza” ,fisica e verbale, con le varie sfaccettature quali guerreto tdevastanti , femminicidi e suicidi, babygang , aggressioni negli impianti sportivi ai vari livelli, scontri politici e via discorrendo. Molti si rassegnano alla triste realtà’ che, per fortuna, ha anche risvolti positivi ( penso ad es. alle benemerite attività’ di volontariato) , spesso ignorati ( o quasi) dai massmedia per motivi di audience. La rassegnazione ed il pessimismo vanno invece combattuti mediante l’impegno di ciascuno a rimuovere le cause di tali violenze , magari utilizzando un mezzo importante ed universale rappresentato dallo sport, correttamente inteso , depurato dai tanti virus che lo minano quali ad es. doping, imbrogli , scommesse e partite truccate , pressioni psicologiche da parte di tecnici, dirigenti e genitori di giovani atleti , business sfrenato , culto della performance ad ogni costo . A tal proposito consiglio di leggere e soprattutto di attuare quanto scritto nei documenti del Panathlon International sul fair-play , sui diritti dei giovani atleti e sui doveri dei loro genitori , sull’etica nello sport , approvati dai massimi Organismi internazionali e sottoscritti da varie Istituzioni pubbliche e private . Tra queste ultime della mia città’ cito il Calcio Padova , prima Società’ calcistica professionistica italiana a sottoscrivere la “Dichiarazione sull’etica nello sport giovanile” ,varata a Gand (2004) . Con l’impegno di accogliere il pressante appello di M.L. King che ripeteva “ Ciò’ che spaventa non e’ tanto la violenza dei cattivi quanto l’indifferenza dei buoni “.