Tratto dal libro “In pullman con Maradona” (Delmiglio editore).
Lo storico Presidente Eros Mazzi dell’Hellas Verona
C’era una volta Eros Mazzi, ricordate? Andavi allo stadio e lo trovavi sempre là, col suo cappotto color cammello, il vestito elegante, l’espressione orgogliosa. Arrivava quasi sempre per l’allenamento, parcheggiava la sua Audi, poi s’incamminava verso l’antistadio, quasi cercando il contatto con la gente. Con i tifosi. Loro lo sapevano, forse lo aspettavano, perché “el comendator el ga sempre qualcosa da dirne”. Per arrivare all’antistadio, cinquanta, forse cento metri, da dove aveva la macchina, magari ci metteva mezz’ora. Perché si fermava, raccontava, ascoltava, spiegava. C’era in lui l’orgoglio. C’era passione, cuore, coraggio…
… C’era una volta Eros Mazzi, ricordate? Uno che sapeva ancora innamorarsi di un giocatore, di un’idea. Vide Dragan Stojkovic, ai mondiali del ’90 e se ne innamorò. Lo volle nel Verona, tornato suo dopo il fallimento, anche se Stojkovic s’era appena rotto e aveva una gamba più piccola dell’altra. Eros Mazzi andò da Tapie, il Berlusconi di Francia, per portare Dragan a Verona. Disposto a tutto, senza badare ai “schei”, “… parchè questo lè el più forte de tuti”. Non si era sbagliato, ma Stojkovic aveva bisogno di tempo per tornare se stesso e fu una scommessa persa. C’era una volta Eros Mazzi, ricordate? S’inabissò un giorno grigio di fine ottobre, con la sua Audi nera, nelle acque dell’Adige, diventato quel giorno “cattivo”. Lungadige Attiraglio, cinque minuti dallo stadio, cinque minuti da casa sua. Forse un malore, una distrazione, un destino. La macchina uscì di lato, finì nella corrente. Forse non se ne accorse neppure. Forse era destino se ne andasse prima che il calcio cambiasse. Chissà come ci starebbe nel calcio di oggi. Un calcio che sembra più bello e invece si scopre spesso infinitamente più povero. Di valori. Di sentimenti. Di passione. Di umanità. La sua.
E’ vero, gli piaceva il rapporto umano. Ricordo la sua semplicità che ti metteva sempre a tuo aggio,. Lo incontravo spesso nell’intervallo, pronto come sempre a parlare con tutti noi della stampa del suo e del nostro Verona. “Sio contenti butei”, ci chiedeva sempre. Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet