La storia di Nebiolo, fondatore del Panathlon di Torino
di Carlo Santi – Redazione Panathlon Roma
Idee, passione, spregiudicatezza. Ecco chi era Primo Nebiolo, il dirigente che il 13 maggio 1957 insieme a Umberto Agnelli, Luigi Sambuelli, Ausonio Alacevich e Ferruccio Novo, ha fondato il Panathlon Club Torino che adesso si chiama Panathlon Club Torino Olimpica. C’è il marchio del grande dirigente sportivo del quale nel 2023 è caduto il centenario della nascita essendo nato nel capoluogo piemontese il 14 luglio 1923, nella storia del Panathlon del quale raccontiamo la sua ascesa, le sue feste, le sue mosse.
Spregiudicato ma anche rivoluzionario e spesso, o meglio sempre, autoritario. Atleta prima, dirigente dalle vedute aperte in seguito, capace di andare in ogni circostanza oltre, quasi fosse un visionario. Ma Primo Nebiolo non lo era: nulla lasciava al caso, all’improvvisazione. Ogni sua mossa era accorta, studiata, mai inutile, dalle “invenzioni” nell’atletica italiana a quelle in campo internazionale che ha guidato – presidente dal settembre dell’allora IAAF e oggi World Athletics – dal 1981 fino al giorno della sua morte avvenuta a Roma il 7 novembre 1999. Ha inventato, tra le tante competizioni, il Golden Gala in quel magico 5 agosto 1980 all’indomani delle Olimpiadi di Mosca, quelle boicottate dagli americani, proponendo in uno stadio Olimpico della nostra Capitale gremito come non mai rivincite speciali.
Saltatore in lungo in gioventù a Torino con le maglie del Dopolavoro Ferroviario, del Gruppo Sportivo Gancia e della Lancia prima di passare al Cus Torino, sodalizio del quale è stato presidente dal 1947 e mai abbandonata. Per mezzo secolo Primo ha vissuto in prima fila nel mondo dirigenziale. Il primo incarico importante Nebiolo lo ha ottenuto nel 1949 entrando nel direttivo del Cusi, lo sport universitario con il quale ha creato le Universiadi. Di questa manifestazione ricordiamo le edizioni memorabili di Edmonton 1983 e Zagabria 1987. In quest’ultima occasione nella città croata sarebbe nato, proprio nelle giornate di gara, il cinquemilardesimo abitante della Terra. Vent’anni più tardi quel 1949 degli inizi dirigenziali, Primo è diventato il presidente della Federazione italiana di atletica leggera.
Il suo grande amore, l’atletica. Lui ha creato i campionati Mondiali nel 1983 partendo da Helsinki; lui ha portato le Universiadi a Città del Messico nel 1979 dove Pietro Mennea ha realizzato un fantastico record del mondo nei 200 metri con 19”72, crono che è tuttora primato europeo.
Inarrestabile nelle sue mosse, capace di trasformare in oro tutto ciò che toccava. Diventato presidente della Federazione internazionale di atletica nel settembre del 1981, Nebiolo ha firmato quell’anno un bilancio di 10 mila dollari nella sede di Londra che era in un piccolo ufficio in una traversa laterale che si affacciava sulle vetrine di Harrods. Poco dopo, Nebiolo ha trasferito la sede a Montecarlo e il bilancio è salito a 50 milioni di dollari.
Dalla parte degli atleti, con i quali il Presidente aveva un rapporto particolare e molti di loro li considerava figli, quelli che non ha mai avuto. Per loro soffriva quando gareggiavano. A Mosca, Olimpiadi del 1980, Primo con la sua giacca rossa della IAAF si è chiuso in un bagno mentre Sara Simeoni saltava sull’oro. Sempre dalla loro parte, sempre attento alle loro esigenze come quando ha permesso il cambio di orario alle Olimpiadi di Atlanta 1996 per consentire a Michael Johnson di conquistare una straordinaria doppietta vincendo 200 e 400 metri.
Avanti a tutti, capace di leggere ogni situazione e sempre con lo sport nel cuore. Quando la Cina era terra era terra proibita, Nebiolo ha portato i cinesi da noi, a Roma, per farli gareggiare contro gli azzurri (e i romeni e gli spagnoli) allo Stadio Olimpico nel giugno del 1975. Pochi mesi dopo la guerra dei Balcani ha organizzato un meeting a Sarajevo (settembre 1996) e ha ideato a Roma in piazza San Pietro la maratona del primo gennaio 2000 – che non ha visto essendo scomparso da poche settimane – che è stata il primo evento sportivo del nuovo millennio.
Ambizioso e amico dei potenti della Terra, Primo Nebiolo ha contribuito a riportare il Sud Africa alle Olimpiadi. L’unico incarico che non ha avuto e che desiderava, è stato quello di Presidente del Coni. Ha corso per quella presidenza alle elezioni del 12 novembre 1987 dopo le dimissioni di Franco Carraro diventato nel frattempo ministro del Turismo e Spettacolo, ma la partita, non senza interferenze della politica, è stata vinta (26-13) da Arrigo Gattai.