Così, proprio ieri, un genitore contro un’arbitra 17enne che stava dirigendo una partita di sport giovanile nel padovano.
di Mirko Rimessi – Redazione Panathlon Ferrara
No, il mondo dello sport, e chi siede sugli spali fa parte del mondo dello sport, volenti o nolenti, non é esente da colpe e, in certe sue frange, non riesce ad essere educativo come dovrebbe, colpendo in modo esemplare questi fenomeni, perché non basta la “massima solidarietà e tutela” offerta alla giovane ragazza da parte dell’organismo sportivo sotto la quale egida era organizzata quella partita.
Pochi giorni fa ho sentito un ex dirigente del mondo del pallone dire che con gli ultrà bisogna aver pazienza, é giusto anche scendere sotto la curva ed essere insultati. Altri giorni sento provenire dallo stadio insulti pesanti di vario tipo verso gli avversari. E, scendendo di età, non é raro leggere di offese ai direttori di gioco, specie i più giovani e nelle categorie minori, senza arrivare all’estremo augurio fatto da questo padre nel padovano.
No, tutto questo non é “normale”. Il RISPETTO deve essere di tutti, e rispettare non vuol dire eliminare il folklore, anche gli sfottò e la guasconeria, che invece ci stanno (perché a diventare bigotti, all’insegna del politicamente corretto, putroppo in questi tempi ci vuole poco). C’è una linea di confine che non é così difficile “capire”, e se non viene capita é giusto anche applicare la responsabilità oggettiva dei club, perché quella partita doveva finire all’istante persa a tavolino, perché una società sportiva, nel 2023, ha anche il compito di educare chi va sugli spalti a sostenerla.
Di Mirko Rimessi