di Carlo Santi – Redazione Panathlon Roma
Una rivoluzione. La seconda nel mondo del basket dopo la sentenza Bosman, il provvedimento adottato dalla Corte di Giustizia dell’U.E. nel 1995 che di fatto cancellava il vincolo dei calciatori. Adesso la Corte Europea si è espressa sulla Superlega e ha dato ragione alla società A22 Sports Management, in lite dall’aprile 2021 sulla questione, affermando che c’è un abuso di posizione dominante da parte di Uefa e Fifa.
La sentenza della Corte Europea afferma che «le regole di Fifa e Uefa che impongono la propria approvazione allo sviluppo di nuove competizioni tra club, come per esempio la Superlega, proibendo a squadre e giocatori di parteciparvi, sono illegali. Non c’è una cornice legale che garantisca trasparenza, oggettività, mancanza di discriminazione e proporzionalità da parte di Fifa e Uefa».
Punto importante della sentenza è quello che spiega che «le regole che danno a Fifa e Uefa il controllo esclusivo sullo sfruttamento dei diritti commerciali dei diritti relativi a questi tornei sono tali da limitare la competizione in un ambito di grande importanza per media, consumatori e spettatori televisivi dell’Unione Europea».
Un colpo duro per i due organismi internazionali ma anche per i campionati nazionali che potrebbero veder perdere prestigio ai loro campionati, come è accaduto con il rugby da diverse stagioni.
C’è chi, immediatamente, ha cercato di correre ai ripari. Lo ha fatto l’Inghilterra che ha promesso una legge per impedire ai club di giocare la Superlega, che sarà un torneo parallelo. Reazione dei primi momenti, ma alla fine nessuna legge nazionale potrà bloccare quanto deciso dalla Corte Europea. Alla fine prevarranno gli interessi economici, i proventi che arriveranno dalla Superlega attraverso gli sponsor e, quasi certamente, si arriverà ad un accordo con l’Uefa stessa.
A indicare la strada è il basket che nel 2000 fece la rivoluzione scardinando il sistema con l’Uleb, l’Unione delle Leghe europee di basket. Affiancò alla Coppa dei Campioni un torneo esclusivo ad inviti (come si propone di fare la Superlega del calcio) nel quale lo scudetto vinto non garantiva la presenza.
Una spaccatura dettata da accordi economici tra i club europei di basket. Da un lato c’era la Uleb (annoverava Olympiakos, Virtus Bologna, Fortitudo Bologna, Real Madrid, Barcellona, Baskonia e Benetton Treviso); dall’altro la Fiba (la Federazione mondiale del basket) (Panathinaikos, Maccabi Tel Aviv, Cska Mosca ed Efes Pilsen nel facevano parte). Cosa accadde? Invece di continuare a litigare, nella stagione successiva ci fu l’accordo tra Uleb e Fiba: le due organizzazioni vararono un solo torneo, l’Eurolega.
Nel calcio, anche se Uefa e Fifa hanno una forza maggiore rispetto alle organizzazioni del basket, dovranno necessariamente scendere a patti perché perdere i club più importanti e blasonati farebbe perdere loro tutto il potere.
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