ANTONIO O EMILIO? QUESTO E’ IL DILEMMA
Con Antonio Emilio Gambacorta ci eravamo conosciuti sulle nevi trentine di Polsa in occasione del primo “Ski Panathlon Challenge”, organizzato durante la mia presidenza del Panathlon Verona. Lì era nata una simpatica amicizia, che sarebbe continuata e rafforzata negli anni del Panathlon Superbowl di tennis, la cui location era la bella isola di ”Albarella”. Fu lui, quando era Vice Presidente Vicario, che mi volle alla direzione nazionale della comunicazione del Distretto Italia, in seguito riconfermata dal Presidente Giorgio Costa
di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
2011
L’Italia è un Paese che non finisce mai di stupire, in tutti i sensi.
Metti che un giorno sei a mollo nel Mar Tirreno mentre ti fai cullare dalle onde pigre in una calda giornata di fine giugno, mentre alle orecchie ti arriva quell’indimenticabile motivo cantato da Edoardo Vianello: “Con le pinne fucile ed occhiali, quando il mare è una tavola blu…” che ti Fa venire in mente “solo il qualche anno fa” della tua vita, metti che stai nuotando con gli occhi rivolti all’infinito del mare ed i tuoi pensieri sconfinano, metti che ad un certo punto mentre stai nuotando come un divino e plastico Tritone ti entri in bocca proprio quell’acqua cantata da Vianello, metti che tiri un accidenti e ti fermi. A quel punto la tua performance di nuotatore è finita, e meno male: perché il fiatone stava avendo il sopravvento. E allora? Allora ti giri verso terra, e vedi che alla fin fine avevi percorso solo pochi metri dalla battigia popolata da una sconosciuta e grigia umanità, rallegrata, per fortuna, da una policromia di ordinati ombrelloni, quasi fossero soldatini di piombo pronti a marciare per salvare quell’anonimo mondo. Dicevamo ti giri verso terra ed alzando gli occhi ti appare uno scenario mozzafiato: le Alpi Apuane di un color rosa antico quasi fossero il prolungamento delle più celebri dolomiti al tramonto. E di fronte a questo spettacolo della natura resti sbalordito, rischiando di affogare (si fa per dire visto che si toccava il fondo).
La location di queste prime righe è Marina di Carrara, la deliziosa cittadina toscana, ricca di viali alberati ai quali corrono paralleli una serie ordinata di piccoli giardini all’italiana, quasi fossero quelli di una villa medicea ad impreziosire l’opera architettonica, ornati da piacevoli sculture sparse qua e là.
Qui da quattro anni si svolge il Campionato italiano di tennis del Panathlon, mirabilmente organizzati dal locale club di Carrara Massa (e non sognatevi di dire Massa Carrara perché quel simpatico toscanaccio di Paolo Dazzi, che è poi l’anima del torneo, è pronto riprendervi: “E’ Carrara Massa e non si discute”).
Il torneo è un momento d’incontro tra i panathleti della nostra Penisola, un momento di divertimento condito di sano agonismo, Fair Play compreso. Ed i contendenti ne hanno fornito ampia prova.
Il risultato per gli austro-veneti è stato un onorevole piazzamento da podio (Doni, Sottovia e Frigato gli immancabili polesani), battuti dai borbonico-campani condotti al successo dal governatore d’Area Gambacorta che alla sua età non sa ancora se si chiama Antonio od Emilio, visto che per la Chiesa è Sant’Antonio e per lo Stato Emilio: per sua moglie, la simpatica Angela, è Emilio per il resto d’Italia Antonio.
Sarà il tormentone dell’estate 2011, altro che “Con le pinne fucile ed occhiali”.