MA DOMANI DEVE SUPERARE ANCHE RUNE
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
Sinner ha finalmente battuto Novak Djokovich, facendo vedere a tutti che attualmente, nel gioco da fondo campo, nessuno è in grado di contrastarlo. Nemmeno il giocatore più forte di tutti i tempi.
Al contrario il serbo è stato sconfitto proprio mentre stava mostrando di essere capace di esprimere l’eccellenza anche giocando in avanti: cosa che non aveva mai fatto in precedenza.
L’italiano, ottimamente consigliato dal suo staff, era sceso in campo con le idee molto chiare sul piano tattico: soprattutto non dare angoli all’avversario, maestro assoluto con entrambi i colpi sia nei diagonali che nei lungolinea, cercando piuttosto di insistere sul centro, cioè sulla zona che impedisce all’avversario di effettuare lungolinea vincenti e dimezza vistosamente gli angoli. Il segreto, in questa tattica di Sinner, sarebbe consistito nella sua preziosissima capacità di cambiare improvvisamente ritmo e puntare su angoli strettissimi e micidiali, allo scopo di mandare il rivale fuori campo e in ritardo. Con questa tattica l’italiano ha conquistato numerosi punti, specialmente nei momenti più critici, mentre il serbo non ha mai nemmeno cercato di attuarla, anche perché, oltre a non conoscerla, le sue capacità di accelerazione sono nettamente inferiori a quelle di Jannik.
Entrambi si sono basati su un servizio favoloso, con cui hanno ottenuto numerosi ace e punti vincenti. Se poi si va a vedere dove Djokovich abbia direzionato il servizio, si può notare che la stragrande maggioranza delle sue batture era verso il diritto e quasi sempre con effetto slice: una scelta micidiale da destra, perché la palla diventa irraggiungibile, ma anche da sinistra, perché finisce verso il corpo, destabilizzando il rovescio.
Dal canto suo Sinner, pur facendo registrare anche lui un rendimento di altissimo livello nel servizio, si è attestato su un livello leggermente inferiore.
Se poi si prendono in considerazione le proiezioni dei giocatori in avanti, non c’è stato confronto tra i due, perché Djokovich ha sorpreso tutti con numerosissimi serve&volley, persino sulla seconda palla, per cui ci si è persino chiesti per quale motivo, dato che ne è capace, cominci a farlo adesso e così in ritardo negli anni (ma è una domanda che si potrebbe rivolgere anche a Nadal, abilissimo a rete quando decide di andarci).
Quando poi Djokovich ha rimesso in funzione il suo navigatore automatico con l’intenzione di non sbagliare più, c’è riuscito perfettamente, mentre Sinner ancora una volta ha constatato di continuare a commettere errori evitabili e gratuiti con il diritto, quando rinuncia senza motivo al top-spin a favore del colpo piatto, che manda la palla troppo vicina al nastro.
Djokovich, sul piano del controllo emotivo, è stato però inferiore a Sinner. Lo si è visto nel primo set, quando era in vantaggio per 5-4: con due regali ha infatti consentito a Yannik di raggiungerlo, poi si fatto breccare con due doppi falli fatali.
E lo si è visto quando si è arrivati al tie-break del terzo set, dopo che aveva portato a segno una doppia serie di servizi micidiali a zero.
Ma dovrebbe anche riflettere se gli giova mettersi spesso a polemizzare con il pubblico, sapendo di giocare fuori casa …
Per fortuna, al tie-break decisivo Sinner si è trovato di fronte ad un nuovo Djokovich: insicuro, balbettante, pieno di dubbi sul presente che stava affrontando. Al contrario Yannik ha sempre mantenuto un perfetto autocontrollo. Scriviamo questo per cercare di spiegare il crollo inaspettato del serbo, che in pochi minuti si si è trovato sotto per 5-0, dopo aver ceduto 2 mini.break. Poi 6-1 con un nuovo minibreak e infine un trionfale 7-2. Con il pubblico di casa in delirio.
Quindi sul piano tattico Sinner ha continuato a rimanere sulla strada che aveva tracciato fin dall’inizio, constatando ancora una volta che era meglio evitare di avvicinarsi alla rete, se non ogni tanto, così come era preferibile non fidarsi delle palle corte, data l’agilità di Djokovich, ancora intatta.
Mentre il serbo, pur mostrandosi superiore nel controllo della palla e nel dominio del campo, si è inchinato di fronte al giovane talento nel controllo delle emozioni e nel decidere quale potesse essere la tattica davvero vincente.
Per quanto riguarda l’andamento dell’incontro, il primo set è già stato descritto, mentre va detto che nel secondo Djokovich si è liberato del nervosismo che l’aveva tradito nella parte finale del primo set. Il parziale è proseguito senza interruzioni, mentre il tie-break è stato caratterizzato da ben 5 cessioni del servizio, vinto di misura dal serbo per 7-5.
Nel terzo set Sinner ha ottenuto al sesto gioco un break, che però ha restituito all’avversario forzando troppo il gioco.
Ma sul tie-break, cioè sul più bello, si è verificato l’inaspettato crollo del serbo.
Tuttavia Djokovich, pur avendo perso da Sinner, potrebbe ancora vincere queste ATP Finals. Così come, al contrario, non è scontato che Sinner, pur avendo vinto finora due partite su due, arrivi al girone finale, perché prima deve battere Rune (che al primo turno aveva peso da Djokovich).
Non possiamo dimenticare comunque che il danese ha tutte le carte in regola per aspirare anche lui a diventare il primo del mondo.
La situazione di questo girone del torneo sembra quasi paradossale, ma va spiegata mettendo in primo piano il comportamento moralmente inaccettabile di Tsitsipas, che ha accettato di disputare queste Finals pur sapendo perfettamente di avere grossi problemi con la schiena. A nostro parere il greco avrebbe dovuto rinunciare alla partecipazione, lasciando il posto ad Hurkacz. Invece ha voluto scendere in campo ugualmente, perdendo in due set da Sinner, per poi ritirarsi dopo tre giochi contro Rune, che si è trovato in mano un bel regalo. Un regalo non identico, ma simile avrà anche Djokovich, quando domani dovrà affrontare Hurkacz (privo di motivazioni) al posto di Tsitsipas. Così Djokovich è quasi sicuro di passare al girone finale, mentre Sinner e Rune si giocheranno l’altro accesso lottando all’ultimo sangue.
D’altra parte le Finals hanno questa formula atipica, che mescola gironi all’italiana con il girone finale ad eliminazione diretta, per cui un giocatore può vincere il torneo pur avendo perso in precedenza.
Un’assurdità nella logica del tennis.