Il Calcio di Romano Mattè – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
La felice e fortunata partenza dell’Hellas ( 6 punti in 2 gare : mai era accaduto prima in avvio di campionato !) ha creato un ingannevole clima di ottimismo poi tutto lentamente è precipitato ( 9 gare con solo 2 punti sui 27 disponibili !) con formazioni sempre diverse , con un modulo di gioco – centrocampo “a2” – non più sostenibile con la precaria condizione fisico – atletica delle catene esterne. Lazovic e Faraoni hanno pagato l’immenso dispendio “psico-energetico” dei 3 anni precedenti , mentre lo scozzese Doig dopo un poderoso avvio si è dileguato. Tutto questo doveva suggerire un cambio di modulo in attesa del totale recupero dei 2 martelli esterni ( Lazovic , Faraoni , più Doig ) .
- Se si è dominanti come spinta-percussione e produzione di “assist-gol” sulle catene esterne, come è avvenuto per 3 anni, si può reggere “a2” nel mezzo , perché la “3” di mezzo avversaria si deve abbassare e appiattire sulla propria linea difensiva per non essere presa d’infilata sui fianchi. Ma se la spinta avvolgente sugli esterni è debole intermittente , la soluzione del centrocampo “a3” diviene irrinunciabile. Venendo meno la percussione sulle laterali i “2” di mezzo debbono coprire non solo una maggiore porzione di campo con un ulteriore dispendio “psico-energetico”, ma non possono avvalersi dell’apporto degli esterni bassi per incrementare il pressing in fase di non-possesso.
- La condizione fisico-atletica è stata a dir poco precaria si gioca solo a strappi più di nervi che di condizione e si cala nel finale. Oggi nessuna tattica – pressione alta sia fisica che tattica, “contro-pressing” ringhioso , ripartenze furenti, verticalizzazioni fulminee … – può essere attuata se non si ha un’ ottima condizione fisico-atletica collettiva. Nel calcio soprattutto attuale la componente “fisicità” intesa in senso lato è pari se non a volte superiore a quella tecnica! Se poi una squadra ha più qualità ( vedi Monza ultimo esempio) la puoi mettere in difficoltà solo con una maggiore “quantità” intesa come corsa, pressione, aggressività!
- Nel centro campo “a3” deve esserci un solo “play”, un solo “centro di gravità permanente” , che dia tempi di gioco con accanto due temperamentali incontristi -cursori, che lo sollevino dalla “quantità” (o Duda o Hongla) con ai lati Folorunsho e Terraciano. Quasi tutte le squadre con la difesa “a3” sia avviano verso un centro campo “a3” che dà più equilibrio tattico alla squadra, più copertura alla linea difensiva e consente di sganciare a sorpresa più uomini dalle retrovie in proiezione verticale. Anche Juric con il suo Toro ha compreso questo , mentre questa scelta è stata a suo tempo una delle mosse determinanti di Conte per il successo interista (sollevare Brozovic dalla “quantità” per avere da lui più ”qualità”).
- In avanti giocando prevalentemente di “costruzione lunga” a scavalcare il centro campo avversario (Montipò 1° “play” ! ) solo Djuric può dare senso tattico compiuto a tutto questo, ma il corazziere bosniaco – solido , potente , veloce , non agile e rapido – è solo un “pivot d’area” , un gran Maestro “dell’ordine della sponda”, non un finalizzatore!. Accanto a lui deve giostrare una vera punta centrale che purtroppo (per ora non c’è) . Bonazzoli ( anche Saponara sia pure con caratteristiche diverse ma similari) è solo una buona spalla tattica di una prima punta, per tanto l’accoppiata Djuric-Bonazzoli è preda di una intrinseca contraddizione tattica: nessuno dei 2 è un rapace d’area! A questo punto occorre con coraggio tentare il recupero di Henry, che è un finalizzatore aereo, che deve essere innescato con “assist-gol”, dalle fasce laterali ad opera di Lazovic e Faraoni (anche di Doig) una volta recuperati si spera alla migliore condizione.
- Un’ultima annotazione tattica. Dal fondo linea largo o dalla 3/4 laterale i palloni debbono essere fiondati nel mezzo sulla corsa di prima intenzione altrimenti si brucia il movimento di smarcamento degli attaccanti consentendo ai difensori avversari di riprendere contatto fisico e pressione. Non si può puntare sempre e comunque solo alla conquista del fondo linea largo o a quella – più difficile ma tatticamente micidiale per le sue rifiniture a ritroso! – del fondo linea corto rischiando (spesso) di venire inchiodati o schermati dagli avversari. Meglio battere palla nel mezzo della corsa possibilmente di prima intenzione! I tempi di gioco anche quelli minimali, sono decisivi più ci sin avvicina alla porta avversaria.
Si ringrazia l’Ufficio Stampa dell’Hellas Verona F.C. per la collaborazione