di Adriana Balzarini – Redazione Mottarone Area3 Piemonte Valle D’Aosta
Alessandra Cappellotto con la sua l’associazione “Road to Equality” è riuscita a portare in Veneto un gruppo di cicliste afgane salvandole dalle persecuzioni nei confronti delle donne in atto nel loro paese e ha dato vita ad una storia meravigliosa di speranza e determinazione .
La campionessa di ciclismo, dal ricco palmares, vicentina di Saracedo , è la fondatrice dell’associazione sportiva dilettantistica “Road to Equality” che, attraverso lo sport, e in particolare il ciclismo, promuove l’emancipazione della figura femminile nei Paesi in via di sviluppo e in quelli in cui le donne non godono di diritti basilari.
Così Alessandra Cappellotto con la sua associazione nel settembre 2021 ha deciso di portare un gruppo di atlete afgane e alcuni loro familiari, in tutto 14 persone, in un paesino della provincia di Vicenza, dove sono state accolte come migranti nella scuola e nella comunità dopo mesi di battaglie diplomatiche e burocratiche. Ha trovato un punto di appoggio e solidarietà nella sua comunità locale dove le ragazze hanno cominciato a lavorare, studiare e integrarsi. «Grazie all’accoglienza dei veneti e allo status di rifugiate – ha detto Cappellotto – sono riuscite a inserirsi, due si stanno preparando per le Olimpiadi di Parigi, lavorano, studiano e vivono una vita serena. Questo è l’obiettivo della nostra associazione: aiutare ragazze come loro in tutto il mondo».
Alessandra Cappellotto è un’ex ciclista su strada e dirigente sportiva italiana. Fu la prima italiana a diventare campionessa del mondo su strada, titolo che vinse nel 1997 a San Sebastián.
Ha partecipato anche a due Olimpiadi , Atlanta 1996 e Sidney 2000.
Dopo la carriera agonistica è stata vicepresidente dell’associazione corridori ciclisti professionisti (ACCPI) e consigliere federale della (FCI) Federazione Ciclistica Italiana dal 2005 al 2008. Nel 2017 ha fondato “CPA Women”, di cui è Managing Director.
Nel 2017 ha fondato “CPA Women”, di cui è Managing Director. Presidente di Road to Equality, associazione che promuove l’emancipazione della figura femminile attraverso lo sport del ciclismo nei Paesi sottosviluppati o in via di sviluppo.
Ha aiutato cinque cicliste della nazionale afgana a scappare dal loro paese e a stabilirsi in Italia in seguito all’offensiva talebana del 2021.[1]
Per il suo impegno in favore dei diritti dei più deboli e della promozione del ciclismo femminile anche sulle “strade più difficili” nel 2022 ha ricevuto il premio “Sport e diritti umani” di Amnesty International e Sport4Society.
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