Va in archivio il Roland Garros 2023 che regala al serbo Nole Djokovic il suo 23mo titolo del Grande Slam
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
Dall’11 giugno 2023 il serbo Novak Djokovic è ufficialmente il n. 1 del mondo di tutti i tempi, avendo conseguito il nuovo record di Slam vinti: ben 23, un’impresa che ben difficilmente potrà essere superata numericamente in futuro, se non da lui, nonostante i suoi 36 anni. Ipotesi – quest’ultima – non da scartare, perché fra poco inizierà Wimbledon.
Il norvegese Ruud ha cercato di sbarrargli la strada in questa finale, dando l’impressione all’inizio di poterci riuscire, quando si è portato in vantaggio per 3-o e 4-2 dopo aver ottenuto un break al secondo gioco. Nole, infatti, era partito abbastanza male, commettendo numerosi errori con il diritto. E si era fatto strappare il servizio eseguendo uno smash, cioè con il colpo di cui da sempre si fida meno, anche se sembra il più facile per chi tiene in mano una racchetta da tennis : Nole, tutte le volte che dovrebbe affrontarlo, si fa prendere dall’ansia, perché non si sente sicuro nella ricerca di quella palla che cade dall’alto, tanto che talvolta preferisce addirittura colpirla con un diritto alto.
Il serbo, dopo essersi trovato sotto per 3-0, ha recuperato però un po’ di concentrazione, riuscendo a conquistare a zero il suo primo game, ma perdendo comunque il gioco successivo a causa di altri errori non solo con il diritto, ma anche con il rovescio.
La svolta è venuta al fatidico settimo gioco, dopo un altro errore commesso nuovamente dal serbo con un smash troppo lungo, seguito però da uno smash tirato questa volta da Ruud a metà rete, proprio sulla palla-break.
Da quel momento sono terminati per il norvegese i sogni di gloria, perché Ruud non ha più strappato il servizio all’avversario nemmeno una volta, neanche nel tie-break del primo set, vinto da Djokovic addirittura per 7-1.
Si è notato infatti che a poco a poco il serbo è riuscito finalmente a registrare il diritto, variandolo spesso in altezza. Inoltre Djokovic ha messo sempre più sempre in difficoltà il norvegese con il servizio, che ha continuato a variare in tutti i modi possibili, con preferenza per il punto centrale nella ricerca dell’ace. Si è anche visto che Ruud le ha tentate nella risposta alla battuta, ma poi ha dovuto rinunciare a capire se gli convenisse posizionarsi nei pressi della riga o aspettare molto indietro, secondo la moda lanciata da Medvedev.
A conclusione del secondo set, che ha avuto nei primi 6 giochi il medesimo andamento del primo parziale ma al contrario (questa volta si sono registrati 3-0 e 4-2 per Djokovic), non si sono più verificati colpi di scena, per cui il serbo, che si era visto annullare due palle break sul 5-2, è arrivato a concluderlo per 6-3.
Il terzo set, in cui non era da scartare l’ipotesi che si facesse sentire la notevole differenza di età (12 anni) tra i due giocatori, in realtà non è successo praticamente niente fino all’undicesimo gioco, in cui Ruud ha accumulato tre palle-break a suo sfavore, cedendo alla prima occasione.
E sulle ali della vittoria ormai in tasca, Djokovic ha finito l’incontro sul punteggio di 7-5, dopo tre match point, sul secondo punto utile.
E’ stato, per il serbo, un trionfo di grandissimo valore: non solo perché ha vinto ancora una volta al Roland Garros, ma soprattutto per il nuovo record.
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