Il Calcio di Romano Mattè – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
I moduli di gioco sono importanti ma non vanno calati sugli uomini – fu questo l’errore limite dell’integralismo tattico sacchiano – ma è la lettura attenta delle loro caratteristiche ed attitudini complessive a dettarli . Ma i moduli non sono tutto, ma ancor più importante è l’organizzazione tattica in fase di possesso-palla (vedi schemi di gioco che debbono esaltare le qualità degli uomini e limitarne se possibile i difetti) e soprattutto in quella di non possesso-palla. Quest’ultima richiede un’attenta rapida ed intelligente lettura situazionale da parte dei giocatori la sola che possa accrescerne personalità convinzione e coraggio. E’ importante che alla base ci sia un preciso e definito disegno tattico , che dia certezze ai giocatori sul come muoversi in fase di superiorità o di inferiorità numerica: le certezze danno tranquillità alla squadra che non smarrisce la sua identità tattica di base. Cambiare o correggere modulo in corso di gara si può e spesso questa mossa può essere decisiva creando all’avversario un problema tattico cui deve dare rapidamente adeguata risposta pena la sconfitta. Ma troppe girandole tattiche nel corso della stessa gara destabilizzano mentalmente e tatticamente i giocatori. Spalletti per ovviare a questo – toscaneggiando – parla di “bipolarismo tattico”. Che significa? Ho un modulo base, ad esempio un “4-3-3” che con il movimento per linee interne di un solo uomo, allorché si è in fase attiva o passiva, non viene stravolto togliendo certezza ai giocatori. E’ una semplice questione di vertici virtuali: ossia di un triangolo di mezzo con il vertice volto verso l’alto in fase attiva e verso il basso in fase passiva. Alzo in fase attiva un uomo del reparto centrale per cui il triangolo virtuale di metacampo punta il vertice verso la linea offensiva ( il 4-3-3 diviene un 4-2-3-1 ). In fase passiva questo giocatore si abbassa e ripristina nel mezzo la linea “a3” con il vertice virtuale volto verso la linea difensiva. Spalletti nel suo Napoli in fase attiva alza uno dei 3 di mezzo, quasi sempre Zieliński . Il polacco stando stabilmente alto a ridosso delle punte si spegneva, partendo da basso ed alzandosi ( in fase attiva ) a campo più aperto è divenuto devastante. La stessa cosa accadde per Çalhanoğlu nell’Inter di Inzaghi. Altro esempio di Bipolarismo – Tattico l’ha fornito Pioli. Il suo Milan con 2 movimenti per linee interne vinse nel campionato scorso a Napoli con una disposizione tattica ( in fase attiva ) incisiva ed inconsueta: un “4-1-4-1” variante ultra-offensiva del “4-3-3” con Tonali a coprire la difesa e ben 4 giocatori alle spalle di Giroud creando (in fase attiva) una densità alta per rapinare il primo palleggio in uscita dell’avversario e costringendo il Napoli ad appiattirsi ed abbassarsi suo malgrado. Il 4-2-3-1 venne provato per primo da Guidolin al Vicenza negli anni 90’ e nasceva dall’idea che si potesse fare gioco tra le linee come accade ancora oggi. Passando “a2” in fase attiva nel mezzo si deve ovviamente avere una mediana forte sia sul piano atletico-temperamentale che tecnico ( Tonali – Benasser ). Concludendo. Mantengo sempre il mio modulo-base ma con semplici mirati ed intelligenti movimenti interni nei due momenti (tattici) cruciali (possesso e non possesso) non snaturo la mia precisa identità tattica senza intaccare e destabilizzare certezze e tranquillità nei giocatori.