Il Lecce vola in classifica. Il suo manager Pantaleo Corvino, premiato come miglior direttore sportivo d’Italia.
di Ludovico Malorgio/Redazione Lecce Area8 Puglia Calabria Basilicata
LECCE – A Lecce si sta compiendo il miracolo. Quello che sta accadendo con la squadra di Marco Baroni, sia chiaro, non ha nulla di soprannaturale, é tutto vero, concreto tangibile , ma il termine serve per sottolineare l’eccezionalità degli eventi favorevoli, per certi aspetti inaspettati. Con il pareggio con il Milan, soprattutto con la prestazione che lo ha determinato, il Lecce ha messo un altro paletto nella costruzione della identità di squadra-rivelazione della serie A. Questo dato emerge ed é inconfutabile a metà campionato, dopo un ulteriore dimostrazione di forza contro i campioni d’Italia in carica. Non é la prima volta che accade. Fagioli si sta chiedendo ancora come ha fatto a segnare il gol vincente della Juventus (tiro a giro di spalle alla porta, ndr), immeritatamente vittoriosa al ‘via del mare’. Credo che non abbia trovato ancora una risposta adeguata. Stesso discorso vale per l’unico, decisivo gol di Berardi nella trasferta di Sassuolo. Due ‘tiri della domenica’ come si dice per i colpi fortunosi portati da un pugile in un mach vittorioso. Le sconfitte contro Inter e Roma, poi, recano entrambe la firma di un ‘fischietto’ inadeguato, Prontera di Bologna, di origine salentina, protagonista in negativo con decisioni molto discutibili e decisive ai fini del risultato. La dietrologia non serve quasi a niente, alimenta il rimpianto e può generare un dannoso vittimismo, però é essere utile per ripercorrere con lucidità le tappe che hanno portato il Lecce all’ottima posizione di classifica. Dopo le prime giornate, non proprio brillanti, che definirei di assestamento, il Lecce ha mostrato una crescita costante, di partita in partita ha acquistato forza, qualità e consapevolezza dei propri mezzi. Le sconfitte di Bologna e Torino sono configurabili come incidenti di percorso e rappresentano i due veri ‘buchi neri’ del campionato dei giallorossi per la qualità scadente della prestazione. Oggi con undici punti di vantaggio sulla Sampdoria, terzultima in classifica con 9 punti, il Lecce di Baroni ha messo alle spalle tutto ciò che poteva generare paure e porre interrogativi sul suo futuro . I fatti dicono e dimostrano che il neopromosso Lecce é una bella realtà a dispetto di quanti prevedevano un campionato di angustie e sofferenze e guardavano alla salvezza con malcelato scetticismo. Il pareggio contro il Milan, sesto risultato utile consecutivo ha consacrato una squadra mentalmente lucida e determinata, senza complessi, in grado di opporsi a qualsiasi avversario senza timori reverenziali e di dominarlo. Sul piano tecnico é un Lecce che gioca bene, aggressivo, alto e veloce, molto abile nel gioco d’attacco quanto efficace nella fase difensiva. Il pareggio con il Milan, sembra incredibile, ma é così, ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi giallorossi. Tanto basterebbe per dimostrare che il risultato finale avrebbe dovuto premiare il Lecce , protagonista di una gara superlativa, soprattutto nel primo tempo. Così dimostrano i due gol segnati e altri due mancati d’un soffio sulle incursioni di un irresistibile Di Francesco, una costante spina nel fianco di Calabria e compagni. Nel dopo partita, Pioli, con l’intento di giustificare i suoi giocatori, umiliati dagli avversari in maglia giallorossa, ha fatto più volte riferimento al palo di Messias lasciando intendere che se quel pallone fosse entrato in rete avrebbe dato la vittoria alla sua squadra. L’allenatore del Milan é uscito sconfitto anche nel gioco delle parti, ammettendo, al contempo, che avrebbe voluto cambiare cinque o sei giocatori in campo, tanto evidente e mortificante era stata la superiorità dei ragazzi di Baroni sulla sua squadra.
Il Lecce, dunque, ha regalato ai suoi un’altra perla, una partita da sogno. Non sarà certamente l’ultima a patto, come dice Baroni, che continui a lavorare con grande voglia, intensità ed entusiasmo. C’é da aggiungere che ai giallorossi non mancano le qualità tecniche , che Baroni, con il suo staff, sta facendo venir fuori. La giovanissima e valorosa pattuglia di ‘guastatori’, Gonzales (2002), Colombo (2002), Gallo (2000), Gendrey 2000), Banda (2001), Hjulmand (1999), Helgason (2000), Askildsen (2001), la fantasia di Strefezza, l’esperienza di Blin e Di Francesco, la tecnica ed il carisma dell’ex campione del mondo Umtiti e l’eccezionale a carica agonistica di Baschirotto, sono garanzia di durata e di ulteriore crescita della squadra, ma non bisognerà mai abbassare la guardia o, peggio, sentirsi arrivati. “Il Lecce c’é” ripete spesso l’allenatore del Lecce e ringrazia i tifosi per il calore e l’entusiasmo con cui sostengono la squadra in casa e in trasferta. Può sorridere soddisfatto il presidente Saverio Sticchi Damiani e sorride anche Pantaleo Corvino, premiato meritatamente come miglior direttore sportivo d’Italia. In calce a questo Lecce, ancora una volta, c’é la sua firma. Lo ha creato con la sua collaudata esperienza, le sue intuizioni e le sue scelte vincenti, da sapiente ed esperto ‘uomo di campo’, come ama spesso ripetere parlando di se stesso.