NOVAK DJOkOVIC SI IMPONE PER LA DECIMA VOLTA NEL TORNEO DI MELBOURNE. TORNA AD ESSERE IL N. 1 DEL MONDO E RAGGIUNGE CON 22 TROFEI IL RECORD DI NADAL DEGLI SLAM VIN
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
Giorno 14
Il serbo, che l’anno scorso era stato costretto a disertare molti tornei (a causa di problemi fisici e delle norme sui vaccini anti-covid), scendendo di conseguenza al quinto posto nella graduatoria ATP, si riprende ora la prima posizione grazie alla vittoria conseguita sul greco Tsitsipas nella finale degli Australian Open, che conquista per la decima volta.
Ma soprattutto raggiunge il record di 22 Slam vinti, che era detenuto da Rafa Nadal: record che a questo punto spera di poter superare da solo, per avere la soddisfazione di essere considerato il più forte di sempre o almeno il primo della magnifica terna di campioni che, assieme allo spagnolo e a Federer, domina il tennis internazionale esattamente da vent’anni.
Novak, ora trentacinquenne, ha vinto infatti il suo primo Slam nel 2008 proprio agli Australian Open ed è arrivato primo 7 volte a Wimbledon, 3 agli US Open e 2 al Roland Garros. Mentre Federer (ormai quarantunenne, quindi escluso da mire sul record) ha conquistato in tutto 20 Slam e si è imposto per la prima volta nel 2003: due anni prima dell’acciaccato Nadal, attualmente trentaseienne (quindi con un anno in più rispetto al serbo), ma capace di resurrezioni a livello di Araba Fenice.
Nella partita contro Tsitsipas è bastato un solo break a Djokovic, sicuro nella spinta e nelle direzioni da fondo campo, per vincere il primo set (per 6-3). Il greco, altrettanto affezionato alla riga di fondo campo, è incappato in uno scivolone tecnico nel quarto game, in cui ha commesso un fatale doppio fallo dopo non essere riuscito a tenere in campo una palla ben caricata dall’avversario.
Nel secondo parziale il serbo è calato visibilmente e ha accumulato numerosi errori. A quel punto, per limitare i danni ha allora deciso di rallentare il ritmo e giocare la palla entro margini di sicurezza. Ma Tsitsipas ha preso in mano le redini dell’incontro ed è arrivato ad un passo dalla conquista del set nel decimo gioco, in cui ha avuto a disposizione un set point, che però non ha trasformato.
Il tie-break del secondo set è stato decisamente disastroso per entrambi i giocatori: su 14 punti si sono infatti registrati, a causa di troppi errori evitabili, ben 7 mini-break (la metà esatta dei punti, evento piuttosto raro). Djokovic, portatosi a 4-1, si è fatto raggiungere e ha avuto sul 6-4 due set point, che ha sfruttato finalmente alla seconda occasione: quindi 7-4 per lui nel tie-break.
Nel terzo set il serbo ha iniziato male, perché ha perso i primi due punti. Da 0-30 è passato a 15-40, cedendo poi alla seconda palla-break.
A quel punto Djokovic (dotato di ineguagliabile intelligenza tattica) si è rifugiato nello schema attuato nel secondo set, consistente nel premere ma senza rischiare troppo, con il palese proposito di evitare inutili regali (proposito che probabilmente certi nostri aspiranti campioncini – maschi e femmine – disdegnano come se fosse vergognoso).
Come prima cosa Novak è riuscito a riprendersi dal 30-0 cui si era portato Stefanos nel secondo game, l’ha raggiunto sul 30 pari e ha avuto persino una palla-break, senza però essere capace di strappare il servizio.
Senza altri momenti critici si è arrivati anche in questo parziale al tie-break, ma nel frattempo Djokovic, scrollata la paura di sbagliare, era tornato ad essere quello che conosciamo: fiducioso in se stesso e inesorabile nella costruzione del gioco, basato su frequenti variazioni di angoli e di tagli nel servizio e negli scambi).
Con questo senso di sicurezza il campione serbo ha giocato nella prima parte del tredicesimo game, in cui si è staccato incredibilmente fino a 5-0 (grazie soprattutto a 2 mini-break).
Tsitsipas ha poi trovato la forza di continuare a lottare, portandosi a 3-5 (con un mini-break a suo favore).
Infine Djokovic, preso probabilmente dall’ansia di dover concludere la partita, sul 6-3 ha avuto ben 3 match point, che ha sfruttato con il cuore in gola alla terza occasione.
Commovente il suo prolungato e coinvolgente pianto di gioia al termine, per un trionfo che va al di là del risultato della partita.
Ammirevole anche Tsitsipas per l’atteggiamento mostrato nell’incontro e dopo la sconfitta: un vero sportivo.