GIANNI BRERA RICORDATO NELLA “SUA” PIANARIVA
di Adalberto Scemma – Redazione G.Brera UniVr Area1 Veneto Trentino/AA
“La Pianariva natia di Gianni Brera”. Basta il cartello all’ingresso del paese a far vibrare una corda di violino. Schiacciato (o espanso?) tra madre Olona e padre Po, San Zenone trova il modo di raccontarsi assecondando l’epica breriana senza indulgere alla retorica. È un paese silente (meno di 600 abitanti, quasi tutti d’anagrafe datata) ma tutt’altro che muto, con una tendenza all’autoironia che strappa il sorriso: a campeggiare accanto al ponte dell’Olona che unisce il Municipio al resto del paese, campeggia infatti una gigantesca e ammiccante zanzara estiva che una mano d’artista ha sagomato con i pungiglioni in fil di ferro. Qualche metro più avanti, verso il centro di San Zenone, ecco un Bar Sport immutato (e immutabile?) negli anni con bancone-giornali-mercerie e clienti a staffetta seduti ai tavoli tra scodelle e caraffe: è il cuore pulsante del paese, in un andirivieni d’anime che s’incrociano in allegria.
La porta accanto ha una sua storia mimimalistica ma non troppo: lì c’era la casa di Alice Brera, maestra elementare, sorella di Gianni, che grazie a lei ha potuto studiare sino alla laurea. Sul lato opposto della via la chiesa, il campanile e il Centro San Luigi, un oratorio come ce n’erano una volta così pieni di calore. Ed è qui che dopo la pandemia è stata rieditata la “Pacciada” breriana, ospitata per tradizione a Spessa Poi, un chilometro e qualche metro più in là, prima che Pro Loco e Comune si mettessero di traverso per una diatriba che ha fatto male a entrambi. Maestri di cerimonia e maître à penser, Gianni Zerbi, ringiovanito dagli anni (sic!) e Gabriella Cassinera, che gli anni li ha calamitati tutti dentro un sorriso. Bella gente, fedele alla tradizione e all’anima pop di Gianni Brera, che alla “Pacciada” ha dedicato un libro in tandem con Luigi Veronelli.
C’è però un altro aspetto di Gianni, più rutilante e stentoreo (absit la forzatura d’immagine, San Zenone l’accredita), che il Comune ha saputo mettere in evidenza organizzando in Municipio, nel suggestivo Salone degli affreschi, la presentazione di “Per Gianni Brera l’Arcimatto”, il libro uscito in occasione del trentennale della scomparsa e curato da Adalberto Scemma con Alberto Brambilla e con una pattuglia prestigiosa di inalienabili “Senzabrera”: Ferdinando Albertazzi, Mino Allione, Andrea Aloi, Vladimiro Caminiti, Massimiliano Castellani, Sebastiano Catte, Gino Cervi, Paola Colaprisco, Piero Faltoni, Vittorio Feltri, Gigi Garanzini, Mariella Gini, Sergio Giuntini, Filippo Grassia, Antonio Lanza, Gilberto Lonardi, Lorenzo Longhi, Andrea Maietti, Beppe Maseri, Gianni Mura, Gianluca Oddenino, Marco Pastonesi, Darwin Pastorin, Salvatore Piconese, Raffaele Pompili, Massimo Raffaeli, Claudio Rinaldi, Mario Sconcerti, Mario Sicolo, Giuseppe Smorto, Gianni Spinelli e Luca Urgu.
A coordinare l’evento, organizzato con signorile eleganza, la sindaca arch. Simona Granata, il vice sindaco Giuliano Zanenga e l’assessore alla cultura e all’istruzione Alessandra Pini. Insieme con i due curatori sono intervenuti la professoressa Renata Crotti (Università di Pavia, presidente del Comitato Brera 100) e Claudio Rinaldi, direttore della Gazzetta di Parma, biografo breriano di lungo corso, che figura tra gli autori del libro. Ne è uscita una messa a fuoco tesa a evidenziare, proprio nel paese natale, gli aspetti relativi all’inimitabile linguaggio di Brera (studiato ora nelle università con l’attenzione che si deve a un classico) ma anche alla necessità di tutelarne la memoria per non vanificare un lascito culturale strepitoso, giunto a noi attraverso una miriade di sfaccettature. Una linea lungo la quale, anche attraverso il supporto di una ben fornita biblioteca (non solo breriana!) la Giunta ha in animo di procedere con lungimiranza.
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