PRIMA LE DONNE CON SABALENKA-RYBAKINA, POI GLI UOMINI DJOKOVIC-TSITSIPAS
Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Verona G.Brera UniVr – Area1 Veneto Trentino/AA
Giorno 12
In semifinale il gigante russo ventiseienne Karen Kachanov (198 centimetri per 88 chili), n. 20 ATP, ha potuto fare abbastanza poco contro il ventiquattrenne greco Stefanos Tsitsitipas, un po’ meno alto (193 centimetri), ma quasi uguale come peso (90 chili), attualmente n. 4 del mondo.
A parte le caratteristiche antropometriche, che tutto sommato non sono molto dissimili, i due hanno espresso un tennis molto differente. Il russo, molto aggressivo, è andato costantemente alla ricerca della palla profonda e potente, ma sul piano della destrezza e del tocco di palla è sembrato piuttosto grezzo, mentre il greco si è basato sull’anticipo e sulla varietà dei colpi e degli angoli. In particolare i due sono molto diversi nel rovescio: Kachanov lo esegue a due mani e senza effetti, con particolare facilità ed efficacia nel lungolinea, mentre Tsitsipas (considerato il più forte giocatore greco di tutti i tempi) è dotato di un bellissimo rovescio ad una mano, spesso esplosivo nell’incrociato, con rotazioni in avanti più o meno accentuate.
Nel primo set (terminato al tie-break) Kachanov ha ceduto il servizio nel quarto gioco al secondo break-point, ma ha subito recuperato lo svantaggio nel game successivo; identica situazione nell’ottavo e nel nono gioco, sostanzialmente perchè Tsitsipas, infastidito da vari problemi relativi al peso delle palle da tennis (a suo parere sgonfie) e all’insoddisfacente tensione delle corde delle sue racchette, non riusciva a concentrarsi adeguatamente, con la conseguenza di non riuscire a staccarsi dall’avversario.
Nel tie-break, però, il greco ha giocato in modo deciso ed autoritario, imponendosi nettamente per 6-2, mentre Kachanov ha commesso troppi errori gratuiti.
Nel terzo gioco del secondo set il russo ha salvato il proprio servizio per ben tre volte, ma non è riuscito ad evitare di farsi breccare nella seconda occasione del nono gioco: 6-4 per Tsitsipas.
Nel terzo parziale Il greco, dopo aver ottenuto un break nel terzo gioco, si è complicato la vita nel decimo, con un passaggio a vuoto che gli è costato il contro.break e il ricorso per la seconda volta al tredicesimo game decisivo. Nel tie-break Kachanov ha ceduto il servizio all’ottavo punto, ma Tsitsipas, in vantaggio per 6 a 4 e quindi con 2 match-point a disposizione, si è fatto prima raggiungere e poi superare per 6-8.
Nel terzo game del quarto set Kachanov ha ceduto tre palle-break, ne ha recuperate 2, ma alla terza occasione non ce l’ha fatta.
Dopo di che non si sono registrati altri momenti critici.
Quindi conclusione a favore di Tsitsipas per 6-3.
Novak Djookovic, sceso alla quinta posizione della graduatoria ATP (per inattività più o meno “coatta”), ma da tutti considerato ancora il n.1 del mondo (o almeno il n. 2, dopo l’infortunato Alcaraz), ha affrontato in semifinale lo statunitense Paul, n. 35 ATP, sceso in campo con ben poche speranze.
Il serbo non è partito bene, perché nel primo gioco ha rischiato per due volte di cedere il proprio servizio, riuscendo però ad evitarlo. Non ce l’ha fatta invece Paul, che dopo essere andato sotto per 0-40, è stato capace di tamponare solo una volta la difficile situazione.
Al sesto game Djokovic ha fatto il bis, si è portato in vantaggio per 5-1 e poi ha avuto la palla del set-point. Ma, dopo che l’avversario l’ha annullata, il serbo non ha gradito un richiamo dell’arbitro per aver superato lo “shot-clock”, cioè il tempo massimo concesso tra un punto e l’altro: il serbo era andato per la prima volta ad asciugarsi il sudore, ma tale giustificazione non è stata accettata dal rigoroso giudice di gara. La discussione (evitabile con un po’ di buon senso) ha prodotto nel campione un calo di concentrazione così importante da fargli perdere 4 giochi in fila. Ma sul 5 pari Djokovic ha stretto poi i denti e si è imposto per 7-5.
Nel terzo parziale, infine, Paul dopo aver subìto 2 break nel secondo e nel quarto game, non si è più risollevato, arrendendosi per 6-1.
Inutile ribadire che Djokovic parte favorito per la finale del singolare maschile.
Sulla carta è molto incerta, invece, quella femminile.