Di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
Vittorio Adorni, ottantacinque anni, ha lasciato questa terra ad un passo da Natale. Con lui se n’è andato un campione sportivo, soprattutto un campione di signorilità dall’immancabile Fair Play. D’altra parte non poteva essere differentemente, visto che fu Presidente del Panathlon International dal 1996 al 2004, trasfondendo tutti quei valori etici insiti nel suo io.
Nella prestigiosa carriera, Vittorio Adorni, salì sul podio sessanta volte, acquisendo per meriti di atleta e dirigente le massime onorificenze sportive.
Tra i podi che hanno contribuito al suo prestigio i più notevoli sono: la Maglia rosa di vincitore del Giro d’Italia 1965, e quello ancor più rilevante di Campione del Mondo nel 1968 ad Imola. Quella vittoria sul circuito di Imola è sempre rimasta scolpita nella mia memoria. La ricordai, infatti, a Parma lo scorso anno in un mio intervento, in occasione della presentazione del libro della Coda del Drago su Gianni Mura, dopo che Adorni ne aveva parlato, tanto che quella rievocazione fu oggetto di un mio breve articolo su Panathlon Planet, che ripropongo in memoria del grande Vittorio Adorni, Campione del Mondo per sempre.
“Quando all’improvviso un ricordo”
Parma 19.10.21 – Auditorium della Corale Giuseppe Verdi, i “Senzabrera” presentano l’ultima fatica letterario-sportiva della collana “La Coda del Drago” (Edizioni Zerotre) per il coordinamento del sempreverde Adalberto Scemma, anima del Panathlon Gianni Brera Università di Verona, che una ne pensa e cento ne fa. In questo caso l’ennesima perla è dedicata all’amico Gianni Mura, alla quale hanno contribuito diverse firme del giornalismo sportivo italiano, in edicola con la Gazzetta di Parma da sabato 20 marzo. Fatta questa premessa, che non riguarda la presentazione, quest’ultima è infatti affidata ad Alessandro Fontana, spiego del perché del titolo.
Tra gli ospiti in sala c’era anche l’indimenticabile Vittorio Adorni (già Presidente del Panathlon International) accompagnato dalla moglie, al quale Mura ha dedicato alcune pagine di quel Mondiale del 1968 raccontando le emozioni della signora Gimondi di quegli ultimi momenti prima della conquista del titolo iridato, più che commossa durante la lettura del brano da parte di Scemma.
Ma quelle stesse righe hanno risvegliato in me un ricordo bello ed al contempo triste. Quella domenica stavo percorrendo con mia moglie Graziella la strada che da La Marsa conduceva a Tunisi, la nostra meta era la Messa. In quel quarto d’ora del percorso, che mi divideva dalla chiesa, mi sintonizzai sulle onde radio della Rai, che stavano appunto raccontando gli ultimi chilometri del nostro Vittorio. La mia trepidazione, perché potesse indossare la maglia iridata, era tanta.
Mia moglie nel frattempo era soprattutto preoccupata perché prestavo più attenzione alla radiocronaca che alla strada. La tensione ebbe finalmente termine nel momento in cui Vittorio Adorni tagliò il traguardo, ed io tirai un urlo di gioia liberatoria, sicuramente arrivato sino lassù dove il Padreterno sta assiso.
Così, quando mi è stato dato il microfono in mano per dire quattro parole, non ho parlato di Gianni Mura ma di quell’episodio del 1968. Solo che il ricordo evocato mi ha giocato un brutto scherzo, facendomi uscire una voce alterata dall’emozione, sia per la vittoria del nostro Adorni che per il ricordo di mia moglie Graziella.
Di Massimo Rosa/Direttore Panathlon Planet
Il Panathlon International Distretto Italia si unisce al dolore della Famiglia per la perdita di Vittorio Adorni, indimenticato Presidente del Panathlon International.