Il Calcio di Romano Mattè – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Si è appena conclusa la finalissima di questo inedito e strano Mondiale 2022 e possiamo già fare qualche riflessione-considerazione su ciò che sta avvenendo nel calcio globale, che si è universalizzato, globalizzato, anche normalizzato . La metodologia, l’organizzazione tattica (quasi) maniacale alla ricerca di sempre maggiore compattezza, di sempre maggiori equilibri tecnico-tattici sta forse spegnendo l’anima, il respiro, l’anelito alla bellezza del gioco.
Le squadre si assomigliano sempre più, ci sono sempre meno spazi e più controlli più pressione. Solo il calcio brasiliano (per ora) sfugge a questa tendenza, perché in questo paese la vita è un esercizio di felicità ed il calcio è un prolungamento della vita, danza e ballo fanno parte della cultura di questo immenso paese.
Le maggiori novità di questa rassegna mondiale sono le seguenti :
- Il ruolo del portiere è quello che ha subito la maggiore evoluzione, sembra quasi di rivedere il vecchio libero è divenuto ormai il primo play e per tanto deve avere buon calcio e capacità di rapida intelligente lettura situazionale , in altri termini non si gioca più in 10 , ma in 11 , specie con l’imporsi della costruzione lunga che richiede al portiere battuta di servizio di lunga gittata pulita, nitida, precisa. I portieri sono divenuti a sorpresa i protagonisti di questo Mondiale, rovesciando alcune storiche gerarchie calcistiche mandando a casa alcuni squadroni (Spagna, Brasile, Inghilterra, Portogallo tanto per citarne alcuni …) e divenendo da vittime predestinate quasi dei carnefici. Temo però che l’ultima giocata quella decisiva spetterà ai bomber , che così si riprenderanno con cinica rapacità la scena e la Storia.
- Le fasce laterali ove operano le catene esterne sono la zona dove si svolge il maggior numero di attacchi pur essendo largamente inferiori (sono 28 m di ampiezza orizzontale) agli spazi della zona centrale (larga per contro circa 40 m) e questo ci dice che ci si protegge di più , vi è una maggiore densità di uomini di raddoppi e di pressing nella zona centrale. Vince di più chi prende possesso delle fasce laterali : le catene esterne (vedi quella di destra del Marocco) sono divenute sempre tatticamente più dominanti.
Si riscoprono le vecchie ali ( oggi chiamate esterni alti ) capaci di puntare all’”1>1” secco e vincente e mettere nel mezzo dal fondolinea ( largo o corto ) assist precisi sia bassi ( su cui si fa velo tattico che semitesi a spiovere su cui le punte vanno all’anticipo. A dimostrazione di questo il numero dei “cross” ( anche dei tagli a chiudere esterno-interno ) è aumentato in modo quasi esponenziale ( ben l’83% in più ) rispetto alle passate edizioni .
Ma questo aumento è incrementato anche dalla percussione offensiva dei vecchi terzini (ora chiamati esterni bassi ) , che devono tenere gamba , tempi di lettura e buona capacità di mettere nel mezzo possibilmente di prima intenzione assist-gol di qualità. Gli esterni bassi salgono in offensiva sia per sovrapposizione esterna , che per linee interne, talvolta alzandosi palla al piede si accentrano ( ecco la nuova variante tattica su cui ad esempio Spalletti e Pioli stanno lavorando ) divenendo di fatto delle mezzali , dei play aggiunti e talvolta anche dei finalizzatori.
- Si accentua sempre più la cura , l’attenzione alla fase difensiva che Capello aveva già sottolineato (Russia 2018 ) con la vittoria in stile trappatoniano della Francia di Deschamps.
La rivelazione Marocco ha il baricentro medio più basso e non concede profondità agli avversari. Si è accentuata anche l’attenzione e la preparazione specifica alle situazioni di palla-inattiva (corner, piazzati vari, rimesse laterali in zona offensiva …), che sono divenute sempre più decisive. Nei mondiali di Mosca (2018), ad esempio, l’Inghilterra di Southgate, che non aveva mai segnato su palla-inattiva da ben 18 anni nelle varie rassegne europee e mondiali, ha battuto ogni primato realizzando ben 5 reti su calci d’angolo.
Si sono leggermente abbassati sia il pressing alto fisico che quello alto prevalentemente tattico ( di circa 2 m in meno ) , in pratica abbiamo squadre sempre più corte e compatte
( quasi dei blocchi), per cui anche le penetrazioni verticali negli ultimi 35 m sono diminuite mentre sono aumentate le battute a rete dalla distanza medio-lunga , sia azzannando le seconde palle che sulle proiezioni offensive palla al piede delle seconde linee su giocate rifinite a ritroso dagli attaccanti.
4) Si va meno all’”1>1” grazie ad un gioco più collettivo tant’è che le squadre, che hanno il kilometraggio medio a gara più alto sono già fuori del Mondiale, mentre Argentina (solo 10,5 km di media a gara ), e Brasile hanno un più basso kilometraggio medio a gara, ma hanno un ottimo tasso tecnico globale ( vedi Messi, Neymar …) corrono meno muovendo per contro di più la palla .
5) Si segna di meno e ti tira in porta ancora meno anche se tutte le nuove regole tendono a favorire un aumento delle finalizzazioni in base al principio più gol più spettacolo. Paradossalmente la squadra che ha tirato di più in porta la Germania (davanti a Francia e Brasile) è fuori dal Mondiale. E’ nei tempi di recupero post – gara che si segnano più reti anche perché le squadre sono più stanche. Si tira in porta meno rispetto alle passate rassegne mondiali (2010, 2014,2018), perché si tende a proteggere di più le difese nel corridoio centrale ed anche perché scarseggiano dei veri grandi numeri 9.
6) Tutti giocano di ripartenza con un calcio prevalentemente verticalizzato : è il vecchio contropiede riproposto in chiave moderna e nobilitato da una maggiore
intensità e da un accresciuto livello tecnico medio rispetto al passato grazie alla tattica del possesso-palla (un tempo abusata oggi in declino ), che oltre ad innalzare il tasso tecnico medio complessivo dei giocatori ( più tocchi palla più affini la tecnica) li ha costretti a pensare di squadra. Ma se è vero che si è alzato il livello tecnico globale grazie a questa tattica, per contro si è abbassato purtroppo il livello tecnico di vertice, per tanto assistiamo ad un Mondiale più povero tecnicamente rispetto alle passate edizioni, ma per contro di alti contenuti fisici (più intensità ) e tattici (più organizzazione, più equilibri difensivi-offensivi), e più compattezza di squadra.
La stessa Olanda di Van Gall, che non è certo un catenacciaro, fa meno possesso-palla cui eravamo abituati. Ma il fatto che Van Gall dia meno importanza alla palla e più allo spazio non significa che faccia catenaccio. Ricordo la triste ammissione-confessione apparentemente ovvia di Van Gall: ”Oggi è più facile difendersi che attaccare”.
7) Infine una annotazione marginale ma indicativa su quel che accade con gare ravvicinate: il dispendio psico-energetico è tale che alcune squadre lo hanno pagato con una sconfitta nella gara successiva, unica eccezione il Giappone che proprio nel secondo tempo ha rovesciato il risultato contro la Germania.
Come si vede da tutte queste considerazioni su questa rassegna Mondiale vi sono delle novità fisiche e tattiche che ci inducono a qualche riflessione. Si rimane tuttavia nel solco di un calcio che si evolve come si evolve il mondo che lo esprime, ma che mantiene sempre intatta la sua essenza all’insegna del iperbole gattopardesca “del tutto cambia perché nulla cambi”.
Iperbole gattopardesca “del tutto cambia perché nulla cambi”.