Progetto del Panathlon International Agro Romano
Il Panatlhon Agro Romano, secondo le linee previste dal Panathlon
Distretto Italia e del P.I., ha dato il via al Progetto Sport e inclusione, con
numerose iniziative post covid per la ripresa delle attività motorie e
culturali attraverso percorsi, visite guidate e convegni nei territori delle
vie dell’antichità, dell’ecologia del Lazio. All’iniziativa hanno aderito le Istituzioni
pubbliche, la Scuola ed il mondo dell’Associazionismo vicino alla disabilità.
Il tema proposto riguarda le vie dell’antichità. Il Panathlon Agro
Romano, visto il successo del progetto, intende proseguire con ulteriori
iniziative sia nel suo territorio degli oltre 120 comuni che con il
coinvolgimento di altri club Panathlon, che hanno manifestato grande interesse.
Il Panathlon International Agro Romano ringrazia in modo particolare
la Direzione Parco Archeologico Appia Antica del Ministero della Cultura, per
avere accolto le richieste del Panathlon International Agro Romano, favorendo
l’accesso nelle strutture archeologiche.
Appia Antica Regina Viarum
L’Appia Antica sta per candidarsi come sito Unesco «patrimonio dell’umanità», ma, in fondo, è sempre stata considerata tale. Passeggiare o pedalare in bicicletta lungo il suo antico tracciato è un’esperienza unica per la sua attrattiva storica, naturalistica, archeologica e a forte vocazione turistica.
In età romana il ruolo strategico e il primato indiscusso le valsero giustamente il titolo di «regina viarum».
Costruita nel 312 a. C. dal censore Appio Claudio Cieco, metteva in comunicazione la Città Eterna con le regioni meridionali della penisola assicurando un importante collegamento, dapprima per finalità principalmente militari ed espansionistiche e, poi, anche commerciali, grazie all’ottima tecnica costruttiva con i tipici «basoli» di pietra vulcanica, ben conservati soprattutto nei tratti monumentali delle prima miglia.
Nel 2016 è nato il «Parco Archeologico dell’Appia Antica», istituto di rilevante interesse nazionale e dotato di autonomia speciale, per promuovere l’ambito territoriale attraversato dall’antica via Appia, riconoscendone la specificità tra i luoghi della cultura e l’unitarietà dei diversi complessi archeologici, monumentali e paesaggistici.
Il suo territorio comprende un ampio tratto della via antica, con gli annessi monumenti e mausolei, esteso per circa 16 km dal centro di Roma sino alla località di Frattocchie (Marino), tra la via Ardeatina e l’Appia Nuova, includendo la Valle della Caffarella e l’area di Tor Marancia. Il Parco, inoltre, è responsabile della valorizzazione dell’intera estensione dell’antica direttrice, da Roma fino a Brindisi.
Percorrere la via Appia significa fare un viaggio nel passato, oltre le mura di cinta, fra rovine e monumenti, catacombe e chiese, immergendosi magicamente nella Campagna Romana.
Resti di antichi acquedotti ne incorniciano ancora i superbi scorci in cui natura, storia, architettura, ingegneria, Cristianesimo e antichità, si fondono in un unicum irripetibile e affascinante.
La Villa dei Quintili
- Situata al V miglio della via Appia Antica, la Villa dei Quintili è il più grande complesso residenziale del suburbio di Roma. Su un altopiano a 80 metri s.l.m. si fonda nella sottostante colata lavica di Capo di Bove, che in questa zona si configura come una rupe affacciata sul corso dell’antico fosso dello Statuario, toponimo in uso sin dal Quattrocento, in ragione della grande quantità di statue e sculture che nei secoli sono stati ritrovate nell’area.
- Grazie al rinvenimento di una tubatura in piombo recante il nome dei proprietari, è certo che il complesso sia appartenuto ai fratelli Sesto Quintilio Condiano e Sesto Quintilio Valerio Massimo, membri di una importante famiglia senatoria e consoli nel 151 d.C. I due fratelli, di origine microasiatica, sono descritti dalle fonti antiche come personaggi di alta cultura oltreché di spiccate doti militari e politiche, legati in vita da un profondo affetto che li accompagnò fino a condividere l’ultimo tragico momento.
- I Quintili, infatti, furono fatti uccidere dall’imperatore Commodo nel 182/183 d.C., accusati di aver ordito una congiura contro di lui, e così la residenza sull’Appia venne confiscata e divenne proprietà imperiale. Da allora Commodo stesso e diversi imperatori in seguito vissero nella villa, lasciando traccia della loro presenza nell’imponenza dell’architettura, nella ricchezza delle decorazioni scultoree e nella raffinatezza dei rivestimenti parietali e pavimentali in lastre di marmo colorato, tuttora splendidamente conservati.
COMMENTI DEI GENITORI
Sono rimasta colpita dall’architettura degli edifici della villa e della funzionalità di ognuno di essi.
Pur abitando a Roma non avevo mai notato questa meravigliosa villa sull’Appia nonostante abbia transitato chissà quante volte davanti, all’entrata. Entusiasmante la visita pur in una giornata caldissima.
COMMENTI DEL GRUPPO ACCOMPAGNATORI DEI RAGAZZI
- La visita alla villa mi ha permesso di confermare conoscenze acquisite nel tempo, di come i Romani tenessero al benessere, alla formazione fisica all’armonia fra scopi abitativi e natura, alla socialità, alla cultura. Le varie aree della villa sono ben strutturate con l’obiettivo specifico di trascorrere felicemente il tempo. Tutto era strutturato affinché i proprietari, gli ospiti rimanessero stupiti delle bellezze decorative e dei luoghi naturali che circondavano la villa serbando così un buon ricordo delle giornate trascorso in quel luogo.
COMMENTI DEI RAGAZZI PARTECIPANTI
Le terme erano luoghi di incontro e di divertimento, luoghi immersi nel verde in cui rigenerarsi e concedersi a trattamenti di benessere per il corpo e lo spirito ritemprarsi e godere di relax, coniugare il benessere del corpo con quello della mente, ma anche luoghi di cultura e di aggregazione in cui discutere e scambiare opinioni, coltivare amicizie e trovare appoggi ed influenze politiche. Villa dottata di ogni comfort con palestre, biblioteche, sale, porticati, fontane, terreni dedicati allo sport, giardini, viali in cui passeggiare, insomma tutto ciò che poteva dare gioia alla vita. Gli antichi Romani sapevano utilizzare bene il tempo. Anche a me piace andare alle terme, ed in questa giornata così calda immergersi qualche attimo nelle piscine fresche sarebbe stato veramente un refrigerio. Mentre la guido spiegava con la mente fantasticavo di essere il proprietario della villa e di vivere una giornata come se fossi un romano di duemila anni fa. Ringrazio il Panthlon Agro Romano per questa possibilità avuta di conoscere dal vivo le bellezze di questa villa e la quotidianità certamente aristocratica di vivere dei romani che sinora avevo potuto vedere in maniera virtuale in qualche ricostruzione televisiva ed in film storici.
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