OGGI LA FINALE MASCHILE TRA SUA MAESTA’ DJOKOVIC E L’INCONTROLLABILE KYRGIOS, GENIO E SREGOLATEZZA
WIMBLEDON Giorno 14
Il Tennis di Alberto Capilupi – REDAZIONE Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Ons Jabeur, dopo aver vinto in scioltezza il primo set nella finale contro Elena Rybakina, non ha saputo utilizzare la propria superiorità tecnica e fisica, facendosi rimontare e superare nettamente dall’avversaria.
Come gioco, la ventisettenne tunisina (n. 3 del mondo e testa di serie n. 3 del tabellone) dispone di tutti i colpi e soprattutto sa esprimere un tennis aggressivo e potente, che alterna con frequenti smorzate. Mentre l’altissima ventitreenne russa naturalizzata kazaka (attualmente n. 20 della graduatoria WTA dopo essere stata per qualche mese n. 12, entrata nel tabellone come testa di serie n. 17) è dotata soprattutto di un ottimo servizio, con cui ottiene generalmente un alto numero di ace, ma deve ancora lavorare parecchio per completare il proprio tennis: obiettivo che sicuramente è in grado di raggiungere data la sua giovane età (ha 23 anni, cioè 4 meno dell’avversaria), considerando soprattutto la grandissima spinta derivante dal trionfo in questo torneo, che rimane il più prestigioso del mondo.
Probabilmente il fattore più importante che ha favorito la sconfitta della tunisina e il successo della russa è consistito nella loro diversa capacità nel saper gestire la concentrazione e l’emotività, in particolare la calma.
Nei momenti cruciali, infatti, Jabeur ha cercato il punto con palle troppo rischiose sia come velocità che come profondità, senza preoccuparsi di tenerle in campo. Al contrario Rybakina ha saputo aspettare i momenti giusti per attaccare, lasciando l’iniziativa all’avversaria. Il doppio 6-2 del secondo e del terzo set a suo favore ne sono la logica conseguenza.
Nel primo set Jabeur ha ottenuto un break al terzo gioco e per poco non ha fatto il bis al quinto. Il parziale si è poi concluso disastrosamente per Rybakina, che al nono gioco (finito con il punteggio di 6-3) ha commesso un doppio fallo e 3 errori non forzati (su un totale di ben 17 gratuiti nel set).
Il secondo parziale è cominciato male per la tunisina, che ha perso il servizio al primo gioco.
Rybakina ha rischiato di restituirle il favore nel secondo game, ma con un ace è riuscita ad evitarlo.
Nuovo pericolo nel terzo game per Jabeur, che tuttavia ha resistito.
Il game fondamentale è stato quello successivo, in cui Rybakina, pur commettendo errori su errori, è stata capace di annullare tre palle-break e a portare a casa il gioco. Molto probabilmente Jabeur ha cominciato a quel punto a demoralizzarsi, senza riuscire a reagire, con la conseguenza di perdere subito dopo il proprio servizio: secondo break e 4-1 per la russa, sempre più controllata e sicura.
Anche il terzo set è iniziato male per Jabeur, che ha perso subito il servizio. Nel sesto gioco Rybakina è entrata in crisi, perdendo tre punti di fila: 0-40. A quel punto la tunisina avrebbe potuto rientrare in partita. Invece è avvenuto il contrario. La russa è riuscita infatti ad annullare le tre palle break e poi a vincere il game, portandosi in vantaggio per 4-2.
Jabeur, ormai allo sbando, ha perso anche il gioco successivo e nell’ultimo ha tentato irrazionalmente di cercare il punto con bordate senza senso da fondo campo.
Per la tunisina, comunque, la conquista della finale a Wimbledon rimane una grande impresa. Ma dovrà imparare a rendere più razionale il suo tennis.
Per Rybakina questo successo è un grande trionfo.
Inutile chiedersi che cosa sarebbe successo se Swiatek, a Wiombledon, non fosse entrata in crisi totale per esaurimento di energie psico-fisiche: nel tennis e, in generale, nello sport i “se” non contano minimamente.
Oggi pomeriggio finale del singolare maschile: Djokovic contro quel “matto” di Kyrgios.