ROLAND GARROS
Giornata 12
Il Tennis di Alberto Capilupi – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
L’italiana, dopo aver dato l’impressione nei turni precedenti di poter ambire ad un posto nella finalissima, ha giocato piuttosto male in semifinale, perdendo con un netto 6-3, 6-1.
I primi due giochi del primo set erano sembrati equilibrati. Martina aveva subito un break point nel game di apertura, ma era poi riuscita ad annullarlo e a portare a casa il gioco. Identica situazione per la giovanissima Coco nel game successivo.
In seguito l’italiana ha perso consecutivamente tutti i propri turni di servizio, ottenendo però un contro-break del sesto game, che tuttavia è servito ben poco nell’economia del set.
Disastroso il terzo game, in cui ha commesso due doppi falli. Per non dire del quinto, in cui ha perso subito i primi tre punti.
Il secondo set è rimasto incerto nei primi tre giochi, ma la svolta si è verificata nel lunghissimo quarto game (durato circa un quarto d’ora), in cui Martina ha perso di nuovo il servizio.
Identica sorte nel sesto gioco.
I punti deboli dell’italiana sono rimasti gli stessi che aveva evidenziato nei quarti di finale contro la Fernandez: poche le prime palle di servizio ed eccessivamente rischiosa la ricerca della profondità da fondo campo. Con la Gauff gli errori di diritto in lunghezza sono stati tantissimi e, diremmo, addirittura fatali. Aggiungeremmo che è accettabile l’errore in profondità quando si cerca il punto, ma non lo è nello scambio: un problema, questo, su cui dovrebbe ora lavorare in allenamento (sperando che non faccia come Camila Giorgi che, alla domanda se abitualmente riguardi i video dei propri incontri, ha risposto di no, perché lei si ispira solo a chi gioca d’attacco: come dire che si rifiuta di imparare dai propri errori!).
Ma Coco ha vinto – e nettamente – non solo per agli errori di Martina, ma anche perché è molto brava sia in difesa (grazie ad ottime capacità atletiche e ad un notevole controllo dei colpi), sia in attacco, in cui propone al momento giusto soluzioni spesso brillanti.
Eravamo convinti che nessuna giocatrice potesse essere all’altezza di Swiatek, ma adesso non lo siamo più.
Poco da dire sulla semifinale della polacca con la russa Kasatkina che, essendo priva di potenza, al massimo può confidare nella geometria degli scambi e in colpi di contrattacco sfruttando la velocità della palla in arrivo: troppo poco per impensierire una giocatrice come la polacca, capace (come Gauff) di grande controllo e di improvvise accelerazioni verso gli angoli. Eloquente il risultato: 6-2,6-1.
Oggi le semifinali del singolare maschile.