RELATORI PAOLO ZANON, GABRIELE CUTAZZO E FRANCESCA GENZO, PLURICAMPIONESSA ITALIANA E FINALISTA AI GIOCHI OLIMPICI DI TOKIO 2020.
di Andrea Ceccotti Comunicazione Area12
La canoa è stata la protagonista della conviviale di marzo del Panathlon Club Trieste.
I relatori della serata sono stati il nostro socio Paolo Zanon, già atleta agonista e dirigente FIGK, attualmente atleta master.
Assieme a lui Gabriele Cutazzo, allenatore della squadra agonistica del Circolo Marina Mercantile.
Dulcis in fundo Francesca Genzo, pluricampionessa italiana e finalista ai Giochi Olimpici di Tokio 2020.
Paolo Zanon ha voluto spiegare in cosa consista praticare la disciplina della canoa. Evidenti e notevoli le differenze con il canottaggio, disciplina principe degli sport dei remi. Il termine canoa indica in generale un tipo di appoggio natante mosso da una pagaia, cioè uno strumento dotato di una parte tubolare e da una o due pale che, immerse nell’acqua, costituiscono il punto di appoggio per la propulsione del mezzo, il quale avviene senza vincoli meccanici tra la pagaia e il mezzo stesso. La pagaia infatti, a differenza dei remi, non è collegata all’imbarcazione attraverso un punto di perno, la trasmissione di energia alla canoa avviene attraverso i punti di appoggio del canoista ed è affidata alla forza della parte superiore del corpo, attraverso una catena muscolare che parte dalla presa della pagaia con le mani. Fanno parte delle canoe sia i kayak nei vari sottotipi (da fiume, da mare, da turismo, olimpico, da gioco, da polo), sia le canoe di tipo canadese, sia le piroghe. Si può praticare seduti o in ginocchio nell’imbarcazione, in solitaria o in tandem. Gli scafi possono essere aperti o chiusi. Le competizioni si svolgono nei mari, nei laghi, nei fiumi e consistono in prove di velocità o di slalom.
Zanon ha sottolineato come lo sport della canoa venga praticato sia a livello sportivo agonistico che amatoriale. E’ uno sport divertente, completo e adatto a tutti. Considerando che non è semplicissimo mantenere la stabilità in canoa, ai principianti è consigliato iniziare con un’imbarcazione usata dallo scafo piatto e largo, con angoli quasi retti tra il fondo e i lati. Per i più esperti, che cercano la velocità, l’ideale è uno scafo lungo, stretto e con la carena a V accentuata, che taglia l’acqua anziché galleggiare tranquillamente e che dia la possibilità di montare una gonna.
Zanon ha infine voluto far presente come la canoa negli ultimi anni abbia avuto un notevole incremento di praticanti e si sia a pieno titolo affermata come disciplina. Una disciplina divenuta olimpica già a Berlino 1936. Sono passati i tempi in cui a chi non emergeva nel canottaggio veniva “consigliato” di andare a far canoa..
E’ stata quindi la volta di Gabriele Cutazzo, presente quale allenatore del CMM di Trieste e coach di Francesca Genzo. IL tecnico del CMM ha illustrato l’attività dello storico sodalizio triestino e ripercorso il cammino e il notevole lavoro pianificato per realizzare il sogno di portare Francesca Genzo alle Olimpiadi. Il coach che ha seguito la sua atleta con grande capacità e umiltà ha voluto raccontare come proprio sotto la pandemia, il percorso che ha dovuto seguire con Francesca tra mille difficoltà e problemi sia stato invece vincente. E proprio lavorando da casa che sono migliorate notevolmente le prestazioni dell’atleta e si è poi così giunti all’impresa di centrare la partecipazione alle Olimpiadi di Tokio. Risultato ottenuto anche perché Francesca, ha voluto ancora sottolineare Cutazzo, ha sempre lavorato con grande entusiasmo e convinzione.
Non è mancata da parte sua, riferendosi ancora all’esperienza pre-olimpica di Francesca, una riflessione sull’importanza di creare migliori condizioni per consentire in futuro anche ad altri atleti/e triestini, di allenarsi nelle acque del nostro Golfo. E senza dover quindi necessariamente puntare, per migliorare e crescere, quasi esclusivamente sui raduni nazionali.
Gran finale di serata, finalmente, con l’intervento dell’olimpionica Francesca Genzo.
Triestina, classe 1993, appassionata di automobilismo e di motori. Le piacciono molto le moto e le automobili sportive. Nata a Trieste il 9 settembre del 1993. La sua prima società è stata il Circolo Marina Mercantile di Trieste. Avviata allo sport della canoa anche perché il padre le costruiva delle barchette di cartone e nastro adesivo che incredibilmente restavano a galla nel Golfo di Trieste. Già allora sognava di partecipare alla competizione più bella di tutte. E’ quindi passata ai Canottieri Ticino di Pavia. Adesso fa parte del gruppo sportivo della Polizia Penitenziaria, le fiamme azzurre.
Francesca si è distinta comunque anche fuori dall’acqua. Tra i suoi trofei infatti spicca anche una laurea in dietistica ottenuta grazie ad una tesi sulle abitudini alimentari degli sportivi.
Ha iniziato a conquistare medaglie sin da giovanissima. In bacheca ha un argento mondiale nel K2 conquistato nel 2017 a Racice(Rep.Ceca) nel K2, assieme a Susanna Cicali. Vi è stato poi un 4° posto ai Campionati Europei del 2021 a Poznan (POL) nel K1 200. E sempre nel singolo della velocità pura il 12 maggio del 2021, ha ottenuto la qualificazione ai Giochi Olimpici di Tokio, strappando un secondo posto necessario per andare in Giappone.
Grazie a Francesca l’Italia è tornata in gara ai Giochi Olimpici nel K1 2000 dopo 9 anni. Era dai tempi di Josefa Idem (Londra 2012) che la canoa femminile non approdava a una finale olimpica.
In finale Francesca sognava il podio. Alla fine è arrivato un settimo posto comunque di spessore e di grande soddisfazione.
Del resto Francesca.. a Parigi 2024 mancano solo tre anni. Praticamente dietro l’angolo e siamo sicuri che anche in terra francese non mancheranno per la nostra portacolori giuliana grandi soddisfazioni.