PILLOLE DI STORIA
Il 29 agosto del 1939 Alessandro Bonamici, il federale di Verona, alla testa di 192 giovani fascisti raggiunge in bicicletta la città d’Amburgo, dove è ricevuto dal console d’Italia e dal borgomastro della città. Quattro giorni dopo, il 2 settembre, le truppe germanico-naziste invadono la Polonia.
L’Unione Sovietica, unita ai nazisti dal Patto d’Acciaio, lo farà quindici giorni dopo.
1940 QUELL’ULTIMA DOMENICA DI PACE
Il Cavaliere Benito Mussolini resta a guardare, ma solo per qualche mese. Infatti il 10 giugno 1940 dichiara guerra a Francia e Germania, ree di minacciare l’Italia dal Mediterraneo.
La verità è che ci hanno preso a pesci in faccia a Compiègne, nella ripartizione tra potenze vincitrici.
Noi abbiamo resistito al Piave, mentre altri sono stati travolti dalle truppe germaniche Ma i premi sono stati diversi. A noi le molliche a loro le pagnotte.
E’ così cominciata anche per noi la Seconda Guerra Mondiale.
Nell’ultima domenica di pace il Verona affronta il Pisa, che ha 29 punti come i nostri portacolori.
Il campionato è ormai giunto al termine, siamo infatti alla trentatreesima giornata.
Il ruolino di marcia del Verona non è stato certamente esaltante con: 12 partite vinte, 7 pareggiate e 14 perse. Sono state marcate 41 reti e se ne sono subite 51.
Il giorno prima è arrivato in città anche il XXVIII° Giro d’Italia. Lo striscione d’arrivo, dopo che i corridori hanno scavalcato le Torricelle, è stato posto in Viale Farinata degli Uberti, tra due ali di folla in delirio per vedere vincere Gino Bartali. Il Giro è comunque vinto da un giovane di nome Fausto Coppi.
Ma a proposito di giovani anche nel Verona c’è un esordiente. Così ci racconta questa prima il cronista dell’Arena “ C’era la novità del varo di una recluta autentica nel giovanissimo Cecconi, un attaccante che s’è distinto come buon realizzatore nella squadra Ragazzi bleu-gialla e chiamato di punto in bianco all’onore e all’onere di un debutto in prima squadra.
Avremmo preferito conservare questo debuttante nel suo ruolo di mezzo sinistro, mentre per ragioni nulla chiare si è strozzata la sua prova, relegandolo in un rimaneggiamento della linea d’attacco in corso di partita, all’ala sinistra. Se fosse stato lasciato dov’era si sarebbe potuto vedere forse se egli sia il buon stoccatore…….”.
Sotto accusa c’è già da qualche tempo l’allenatore Facci, che ha un attacco spuntato e senza un gran mordente. Ma proseguendo nella cronaca si legge che “ E’ stato all’8’ che è stato marcato il primo goal: una discesa irrompente di Conti, finita con traversone a tutta linea sul quale è intervenuto Cecconi stringendo al centro a piazzare il pallone con un preciso colpo di testa nella rete di Baldani “ Poi, al 29’ un’azione analoga, questa volta la testa è quella di Di Prisco.
Il match, giocato alquanto svogliatamente, termina 2 a 1 per il Verona. D’altra parte alla penultima di campionato, da due squadre senza alcuna velleità non si può pretendere di più. Si aggiunga inoltre che tira un brutto vento per via delle continue notizie che arrivano dai vari fronti, e con il pericolo di una guerra anche per noi.
E poi, e poi quella domenica è calda e solatia, e molte persone hanno preferito trascorrere la giornata con la famiglia, magari andando in gita ad Avesa od a Quinzano a “mangiar ovi duri” nei prati (Allora frazioni di Verona)
Il nostro Verona ha schierato contro i “vermigli “del Pisa la seguente formazione: Gradella; Gorretta e Fellini; Sabaini, Formenti, Andreis; Conti, Di Prisco, saladini, Lecconi e Facci.
Martedì 10 giugno. C’è grande euforia tra i veronesi, tutti sono invitati in piazza Vittorio Emanuele per la diretta radiofonica da Roma delle ore 18. Parlerà Benito Mussolini.
Già un’ora prima la piazza è gremita in ogni ordine di posti, per dirla alla Nicolò Carosio. Non c’è posto per uno spillo. E’ un tripudio di tricolori, ogni balcone è bianco-rosso-verde. Quindi finalmente il momento tanto atteso.
“ Combattenti di terra di mare, dell’aria! Camice nere della rivoluzione e delle Legioni, uomini e donne dell’Italia, dell’Impero e del regno d’Albania, ascoltate…l’ora delle decisioni irrevocabili. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e Francia”.
Quel giorno L’Arena titola nell’occhiello “ VINCERE: parola d’ordine categorica e impegnativa “.
La domenica dopo si va a Livorno per affrontare gli amaranto che sono promossi assieme all’Atalanta Bergamasca. E’ un pesante 5 a 0. Ma già questa stagione calcistica è finita martedì 10 alle ore 18.
Adesso è guerra!
INTANTO A VERONA NELLA CRONACA SPICCIOLA
La famiglia di Ignazio e Domitilla Birtele hanno messo al mondo in 11 anni di matrimonio 8 figli maschi, la signora attende il nono. Il monte Tomba cambia nome, adesso si chiama “Giovinezza”, più in sintonia con il regime. Nella lontana Siberia il termometro segna –78, a Mosca –40, e nella tiepida Verona –8 gradi. Il 17 marzo il Duce transita da Verona, dove si ferma per il cambio della locomotiva.
Il 2 luglio muore il primo veronese di questa guerra, è il giovane Giovanni Cristini. Tarciso Quarti, figlio del sacrista di SS Trinità, affonda un sommergibile. Il 40° battaglione Verona, quasi interamente costituito da concittadini, ha il suo battesimo del fuoco il 24 giugno sul fronte francese. Non c’è pace per Tiberghien ! L’azienda è posta sotto sequestro perché francese. Arriva Umberto di Savoia: c’è una parata in suo onore. Lo zucchero è razionato ed il pane è solo integrale. Che fortuna ha parlato con Mussolini! E’ il giovane Balilla Arturo Bonomini. Alessandro Bonamici, federale cittadino, è chiamato a Roma a far parte del Direttorio Nazionale del PNF, subito dopo sposa nella chiesa di S.Eufemia Flavia Sartori. Non si producono più le colombe pasquali: bisogna risparmiare farina e grassi.