Di Massimo Rosa/Direttore Panathlon PLanet
La prima volta che conobbi la Finlandia fu nel 1964. Fu soprattutto per curiosità che vi arrivai. Infatti negli anni ’60 la massa, soprattutto dei giovani, era attratta da Svezia e Danimarca, sollecitata dalle riviste patinate dell’epoca che offrivano immagini di splendide bionde dagli occhi azzurri. Ma il mio desiderio del conoscere mi fece cadere l’occhio sulla Finlandia, una realtà ai più sconosciuta, anche perché defilata dalla penisola scandinava, più facilmente raggiungibile. Così decisi quella deviazione dal percorso iniziale, cosa di cui non mi sono mai pentito, perché scoprii la terra di Alvar Aalto, di Janne Sibelius e del generale Carl Gustaf Emil Mannerheim, l’eroe che s’oppose all’Orso sovietico nella 2^ Guerra Mondiale.
Ricca di una natura incontaminata, tra boschi e laghi, fa della Finlandia una terra da favola che distribuisce serenità. Ma, soprattutto d’essa mi colpì la mitezza dei suoi abitanti, differenti dai vicini scandinavi.
Oggi si legge che la Finlandia è il Paese più felice del mondo, e, sinceramente, non stento a crederlo.
Per quattro volte di seguito, infatti, la World Happness Report le assegna la leadership planetaria.
La felicità in questo caso non è misurata in prosaico denaro ma in rapporti sociali. Infatti a leggere il questionario della Gallup World Poll le domande poste sono del tipo: “Hai sorriso o riso molto ieri’?”, oppure “Hai imparato o fatto qualcosa di interessante ieri?”, ed ancora altre sulla fiducia riposta nei cittadini nel restituire il portafoglio con il denaro. Sicuramente a più di qualcuno di noi latini tutto ciò fa sorridere, poiché evidenzierebbe l’ingenuità dei finlandesi. Ma non è così, perché alla resa dei conti con i nostri comportamenti quotidiani ci condanniamo da soli all’eterna infelicità, cioè alla lamentela della nostra vita, colpa sempre degli altri e mai nostra. Ergo, se il senso civico prevalesse saremmo tutti contenti: Finlandia docet.
Il finlandese nasce come un qualsiasi altro essere umano, è poi nel percorso di crescita che vengono gettate le basi, attraverso la cultura e lo sport, per farne un cittadino dai sani principi.
La Scuola
La scuola è il gioiello di un ammodernamento sociale continuamente proteso al futuro, un modello unico ed inimmaginabile se non si ha occasione di conoscerlo.
Il corpo dei docenti, che accompagna gli studenti dalla pubertà alla maggiore età, è severamente selezionato. Si pensi infatti che solo 10% è ammesso alla facoltà, dunque una selezione molto dura, sinonimo di qualità.
I docenti affronteranno, quindi, la professione con un alta preparazione culturale-psicologica.
Il bambino muove i primi passi da studente all’età di sette anni, perchè psicologicamente più pronto a cambiare sistema di vita.
La scuola non è tediosa come la nostra, essa, infatti ha orari curriculari inimmaginabili: in classe ci si sta dalle 9 alle 10 e dalle 14 alle 15, il resto di altre tre ore lo si trascorre all’aperto in cui si discute con l’insegnante di diverse tematiche, sempre in maniera amichevole e non stressante. Il principio di questo sistema è che più il cervello lavora in maniera sciolta più esso si sviluppa.
Il totale delle ore scolastiche settimanali assomma a venti. Nota significativa: non ci sono compiti a casa, ergo lo studente usufruisce di diverso tempo libero.
Popolo di sportivi
Lo sport è molto praticato sia d’estate che durante il lungo e freddo inverno. Come abbiamo poco sopra visto, i finlandesi già dalla scuola apprendono che la vita all’aperto ha una duplice valenza: fisica e spirituale al contempo. Esso, dunque, è il valore aggiunto del loro equilibrio.
Con questa premessa va da se che i finlandesi amano praticarlo soprattutto a contatto con la rigogliosa natura che il Padreterno ha loro regalato. Non è raro, infatti, vedere persone che corrono sul far della mezzanotte, d’estate ovviamente, nel bosco o sulle rive di uno delle migliaia di laghi.
Da qui s’intuisce che la Finlandia è terra di atletica, soprattutto di mezzofondisti: uno su tutti Paavo Nurmi (v. articolo su questo personaggio), il più celebrato atleta finnico di tutti tempi, cui è dedicato lo stadio olimpico di Helsinki. Tra le molte attività open air non può mancare il Nordic Walking (in finlandese Sauvakävely), nato proprio in Finlandia negli anni ‘90 come metodo di allenamento estivo per lo sci di fondo, poi proliferato nel mondo.
Non solo boschi dove fare della motorietà ma anche laghi dove praticare il canottaggio, come nella splendida zona del Saimaasaari, l’area sudorientale del Paese, con il quarto lago in ordine di grandezza dell’Europa, il Saimaa.
Dal verde dell’estate al paesaggio lungamente innevato, dove praticare altri sport come l’Hockey su ghiaccio, sport che ha regalato l’oro alla Finlandia alle recenti Olimpiadi di Pechino. Sport molto praticato sin dalle età più giovanili, basti pensare ai tanti campi di calcio trasformati in altrettanti stadi del ghiaccio durante il lungo e freddo inverno. Se molti si dedicano all’hockey altrettante centinaia di migliaia di appassionati praticano lo sci di fondo, dove emergono spesso dei campioni. Da ricordare due stadi del fondo e del salto con gli sci, altro sport popolare, di Lahti (poco più a nord di Helsinki) e Ruka all’inizio della Lapponia, entrambe le strutture ospitano le rispettive tappe della coppa del mondo.
Ci fermiamo volutamente qui, perché da raccontare ce ne sarebbe ancora molto.
L’appartenenza
Alle recenti Olimpiadi la nazionale finlandese di hockey ha vinto per la prima volta l’oro battendo i russi del ROC, acronimo di Russian Olympic Committee. Al termine dell’incontro hanno festeggiato cantando “Olen suomalainen”, cioè la versione finnica di “Io sono un italiano”. Una canzone simbolo per esaltare il senso di appartenenza al proprio Paese, che non guasta mai.
Dunque Finlandia una terra antica proiettata continuamene al futuro, che, grazie al forte senso del sociale della propria gente, ha saputo divenire il paese più felice del mondo. Un esempio sotto qualsiasi latitudine. Sarà difficile scalzarla da questo primato.