di Massimo Rosa
Verona 13.02.22 – La partita tra Verona ed Udinese la si può definire la partita del paradosso. Infatti i veronesi tirano nella porta avversaria, tra l’altro difesa dall’incolpevole ex Marco Silvestri, cinque volte e raccolgono una messe di quattro goal, mentre i bianconeri friulani non si sa quanti tiri abbiano effettuato nell’arco dei novanta minuti, tutti parati dall’ottimo Montipò, colpendo anche due legni. Nulla da fare, la giornata è di quelle no.
La svolta della partita è già al primo giro e mezzo di lancette dell’orologio, quando i gialloblù passano in vantaggio con un’azione di pregio da mettere in bacheca, come d’altra parte le altre che sono seguite delle diverse marcature. Dunque da lì in poi sarà quasi solo un assedio friulano, che durerà praticamente sempre. Ma nulla da fare per gli assedianti, poiché si trovano difronte una barriera veronese insormontabile, pronta ad offendere, a sua volta, ad ogni piè sospinto, grazie all’abilità dei suoi interpreti nell’uscire dalla mischia con padronanza e determinazione, imbastendo micidiali azioni dense di rapidi tik-tok finalizzati alle verticalizzazioni, per mandare così l’uomo smarcato al cross pronto ad essere raccolto dai vari cecchini rispondenti ai nome di: De Paoli, Barak, Caprari e Tamez, pronti all’appuntamento con il goal
Il risultato è bugiardo nel senso che non c’è questo divario tra le due formazioni. Certamente i quattro goal non nascono per caso, ma sono il frutto di un’impressionante intesa di gioco, egregio lavoro di Igor Tudor.
Un Hellas Verona che diverte e si diverte.
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