RICONOSCIMENTO DEL PANATHLON CONSEGNATO DAL GOVERNATORE DELL’AREA 12 PAOLO PERIN
di Andrea Ceccotti Area Comunicazione FVG
Si perché Federico Frangiamore, da Pordenone, che oggi insegna lo swing ai newyorchesi a 175 dollari l’ora, l’opportunità della Grande Mela non se l’è fatta di certo sfuggire.
Federico ha il titolo di Senior Golf Pro e insegna golf indoor al Five Iron, il campo nel cuore di New York. Ho meglio è maestro di swing, che è il gesto del golfista, un insieme di movimenti del corpo che coinvolgono dieci muscoli per colpire la palla. L’obiettivo finale è fare questi movimenti ripetuti che alla fine devono quanto più possibile assomigliarsi uno all’altro.
Sogno americano quindi realizzato. “Ho avuto una grande opportunità per lavorare nel mondo del golf, ci racconta Federico, grazie ad amici e contatti sono entrato nel Golf Manhattan Club, con l’obiettivo di portare la tecnica italiana nell’insegnamento della disciplina ad adulti e bambini. Certo io ho avuto anche una buona dose di fortuna ma ho lavorato anche tanto per ottenere questi risultati”. Oggi Fededrico “Teaching professional”, può permettersi di iniziare a tenere le lezioni alle nove del mattino ma ci sono stati periodi in cui lavorava dalle 5.30 fino alle 23, anche in pieno inverno. “Chi fa il mio lavoro, prosegue ancora Federico, non può certo permettersi di sentirsi stanco e di perdere l’entusiasmo”.
Oggi tiene le sue lezioni indoor a professionisti, medici, avvocati, manager e a molte donne che oggi si avvicinano allo sport del golf. Lo sport è concepito da tutti come qualcosa di molto divertente senza contare che può essere utile anche per il lavoro, in quanto sul campo di golf si possono creare opportunità di concludere accordi con potenziali e facoltosi clienti.
Lezioni indoor in venti metri quadrati, praticamente un tinello, a chi non ha tempo di passeggiare sui prati. In un ambiente ultratecnologico, con telecamere che misurano la velocità del colpo, l’angolazione dell’impatto, la distanza percorsa dalla palla. Questi micro campetti al chiuso sono sempre pieni di giorno e di notte e gli americani hanno scelto come maestro proprio un italiano. Un po’ come se da noi in Italia nel calcio facesse fortuna un allenatore americano.
La sua origine italiana è stato uno degli elementi che più hanno inciso. Hanno contribuito alcuni tratti tipici degli italiani quali l’eleganza, la puntualità, il modo di comportarsi. In America vengono anche molto apprezzati l’accento italiano e il nostro modo di spiegare e parlare. “In verità, ci dice Federico, il mio livello linguistico non madrelingua, mi obbliga a esprimermi in maniera molto semplice. E questa semplicità paga moltissimo, specie in uno sport tecnicamente tanto complicato come il golf”.
Federico cominciò a giocare a golf quando aveva pochi anni. Da bambino asmatico non poteva praticare gli sport che prevedessero un eccessivo sforzo fisico. I genitori erano appassionati di questa disciplina e lo indirizzarono nel mandare la palla in buca in modo alquanto naturale.
Ha giocato nel club di Fagagna, in quello di Lignano e saltuariamente anche in quello di Aviano. A sedici anni è entrato nel club della Montecchia di Padova e a far parte della Nazionale.
A diciannove anni ha iniziato a lavorare nel negozio del padre Paolo, titolare a Pordenone della gioielleria Senigallia di Corso Vittorio Emanuele II. “Con mio padre ho imparato molto, riferisce Federico, specialmente lo stile di vendita che oggi mi torna molto utile nel capire come propormi e rapportarmi ai clienti e ampliare la mia rete.
Quanto all’Italia, ci dice “ci sono cresciuto e ci sono molto legato, soprattutto alle mie amicizie e alla mia famiglia. Sicuramente meno all’ambiente del golf dove sono cresciuto e dove non sono stato accolto, forse perché costituivo una minaccia. Non ho mai capito il perché ma tutto sommato è stata la mia fortuna, altrimenti non sarei a New York e non avrei ottenuto tutto questo successo”.
A questo nostro affermato corregionale, il Governatore dell’Area12 Paolo Perin, ha voluto consegnare, tramite il padre Paolo, una targa in riconoscimento dei successi ottenuti all’estero, pur rimanendo sempre legato alla sua terra.