DICA 33
Rubrica a cura della Dott. Piera Vettori – Castelfranco Veneto Area1 Veneto Trentino/AA
Il fumo di tabacco è considerato la principale causa di morbosità e di mortalità prevenibile nel mondo occidentale ed anche in Italia.
In media l’aspettativa di vita di un fumatore si riduce di 13,2 anni per gli uomini e di 14,5 anni per le donne!
Quindi non solo danni -noti a tutti-sui polmoni e sui bronchi, sulla laringe e sulla lingua ma aumento importante di rischio di cardiovasculopatie.
Il tutto sembra iniziare, ancora una volta, a livello dell’endotelio, quella parete interna, inizialmente liscia delle nostre arterie che subisce dei danni via via ingravescenti in parte legati alla riduzione dell’elasticità delle arterie stesse sia per l’età, sia per comparsa di ipertensione e per la presenza di colesterolo elevato e di diabete.
L’ endotelio subisce l’insulto anche dei prodotti di degradazione della nicotina che contribuiscono a generare dei fenomeni microinfiammatori che-insieme ad altre cause di cui alcune già sopra ricordate, conducono lentamente alla formazione di placche di aterosclerosi delle pareti arteriose(ed alle relative conseguenze).
Per le donne fumatrici che, come abbiamo visto,”pagano” un prezzo pesante in termini di riduzione dell’aspettativa di vita e particolarmente impattante nel periodo menopausale sarebbe veramente doveroso smettere di fumare! ricordo come il rischio cardiovascolare nelle donne di questa fascia di età aumenti in modo importante per la perdita della protezione da parte degli ormoni femminili.
Il Progetto Cuore dell’Istituto superiore di Sanità ci presenta questi dati:
Cosa non certo facile, smettere di fumare!
Mi verrebbe una risposta lapalissiana: basterebbe non aver mai iniziato…..ma non va così …
Segnalo che ci sono diffusi nel territorio -anche se purtroppo
in numero non sufficiente -degli “Ambulatori antifumo” dove un ‘equipe di professionisti si dedica con approccio multidisciplianare (incontri sia individuali che incontri di gruppo in presenza dello psicologo e di personale medico ed infermieristico appositamente formati) a questa “terapia” difficile, non breve che richiede motivazione ed impegno da parte dell’interessato per raggiungere l’obbiettivo.
Ne vale la pena perché molti studi hanno dimostrato che l’effetto sulla riduzione del rischio di mortalità ottenuto con lo stop fumo sembra essere consistente quanto quello delle altre terapie intraprese (statina aspirina betabloccanti) simile a quello dell’angioplastica coronarica e delle terapie antipertensive e antidiabetiche.
Vale per tutti i tabagisti quindi :STOP FUMO !!