Si è argomentato di solidarietà, di barriere, di grandi appuntamenti e della necessità di impianti sportivi
di Guido Ganzerli Ufficio Stampa Panathlon Modena
Lo sport, in tutta la sua complessa bellezza, è stato al centro dell’evento organizzato dal Panathlon Club Modena con ospite il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Al ristorante Europa 92 di Cesare Clò, accanto alla Casa Museo Luciano Pavarotti, alla presenza, oltre che di Nicoletta Mantovani, dei soci Panathlon e di esponenti delle diverse anime della società modenese, Maria Carafoli, presidente del Panathlon Club Modena, ha aperto la serata ricordando i progetti di solidarietà in cui è impegnato il club modenese, specie sul fronte dello sport per disabili, dove le barriere da abbattere rimangono purtroppo tante, citando come esempio il costo eccessivo degli ausili sportivi. A seguire, il presidente Bonaccini, intervistato da Paolo Reggianini, partendo dal suo libro “Il Paese che vogliamo”, ha parlato dei grandi appuntamenti sportivi ospitati nella nostra regione, dalla Formula 1 al Giro d’Italia, passando per Mondiale Superbike e MotoGp, con un sogno chiamato partenza del Tour de France. Eventi prestigiosi tanto quanto impegnativi, e però capaci di portare benefici diretti e indiretti non solo all’economia, ma anche allo sport di base e giovanile. La necessità di impianti sportivi all’altezza, con sempre maggiori investimenti privati accanto a quelli pubblici, sia per le realtà di vertice che per i piccoli centri di provincia, sono stati al centro di un altro passaggio dell’intervista, e hanno offerto lo spunto a Bonaccini, che ha tenuto per sé la delega allo Sport, per affrontare il tema della promozione del territorio e delle sue tipicità anche attraverso lo sport e il turismo sportivo. Inevitabili le domande sull’andamento della pandemia, che per il presidente Bonaccini fa presagire un Natale “complicato”, ma in vista del quale si farà tutto il possibile per evitare il ritorno in zona gialla, evitando così ulteriori restrizioni proprio al mondo dello sport, definito dallo stesso Bonaccini uno dei settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia, ma da sostenere in ogni modo, in nome del suo straordinario valore sociale e aggregativo: “Insieme alla musica – ha chiuso Bonaccini – lo sport è un linguaggio universale, che parla a tutti”.