Tennis Il di Alberto Capilupi – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Dopo l’amaro abbandono di Matteo, a causa di un nuovo infortunio agli addominali, non ci poteva essere una consolazione migliore, per gli appassionati italiani, di quella offerta a Torino da Jannik Sinner che, come riserva n. 1 del torneo riservato ai primi 8 del mondo (in base ai risultati ottenuti nel 2021) è entrato d’ufficio ad occupare il posto lasciato libero.
Jannik è stato perfetto non solo in campo, ma anche dopo la conclusione dell’incontro, perché ha dedicato la sua vittoria a Berrettini. “Matteo, sei un idolo “, ha scritto sullo schermo del monitor televisivo, aggiungendo il disegno di un cuoricino.
Così si è anche fatto perdonare la sua precedente decisione di non partecipare alle Olimpiadi di Tokio.
Sinner ha battuto Hurkacz senza cedere neppure un break, ma complessivamente ha rischiato di subirlo ben 5 volte, di cui una al secondo game del primo set ed una al secondo gioco del secondo parziale. Ma è sempre riuscito ad annullarli in piena sicurezza.
Sostanzialmente Sinner ha dominato l’avversario grazie alla costante profondità del suo gioco e alle precise accelerazioni verso i due angoli, che sa compiere tenendo la palla in campo, a conferma di una fondamentale maturazione rispetto a quanto aveva mostrato di saper fare nella prima parte dell’anno.
Ci sembra che nessuno al mondo sia capace di esprimere un tennis come il suo, ma ovviamente tutto dipende poi da quello che l’avversario di turno gli consente di fare. Hurkacz non ci è riuscito e ha dato l’impressione di non avere alcuna possibilità di contrastarlo.
Vedremo che cosa potrà fare domani Medvedev, che però parte dall’enorme vantaggio di passare in semifinale indipendentemente dall’esito dell’incontro con Sinner. E purtroppo Jannik, anche se dovesse battere il russo, rimarrebbe fuori dai primi 4 se Hurkacz perdesse da Zverev, perché la sconfitta (sia pure per ritiro) ereditata dallo sfortunato Berrettini pesa anche su di lui come un macigno probabilmente insormontabile. Ma queste purtroppo sono le strane regole (non tennistiche) di questo bellissimo torneo, il cui pregio principale consiste nell’offrire lo spettacolo di sfide limitate ai giocatori migliori del mondo nella stagione in corso. Ma, ovviamente, la norma che costringe una riserva ad ereditare il risultato di un altro giocatore non ha alcun senso sul piano agonistico, perché il torneo di singolare è un torneo individuale, non è una gara a squadre.
Prima dell’incontro serale si era svolta nel pomeriggio la sfida tra Medvedev e Zverev, rispettivamente n. 2 e n. 3 del mondo, entrambi di sangue russo. Di misura è prevalso il primo, tennista stilisticamente atipico e inimitabile ma molto intelligente, che nel tie break del terzo set ha scelto di togliere qualsiasi certezza al tedesco con soluzioni improvvise e apparentemente pazzesche, che però hanno prodotto un decisivo effetto destabilizzante.
Il giorno precedente, nella seconda giornata, Djokovic aveva battuto senza problemi Ruud, così come Rublev (un altro russo!), che si era imposto su Tsitipas, in declino in questo finale di stagione.
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