Come non provare un momento d’orgoglio panathletico quando si è difronte al Club del grande ed indimenticato Antonio Spallino, al quale mi legava una profonda stima, ricambiata a sua volta, capace di attrarre l’attenzione del giornalismo per la sua continua attività sul territorio lariano al servizio dello sport. E chi meglio di Maurizio Monego poteva esprimere parole di grande apprezzamento in vista della giornata del prossimo sabato dedicata ai Premi Fair Play, lui che ne è una delle anime più rappresentative.
Ad Maiora
Massimo Rosa/Direttore Area Comunicazione e PANATHLON PLANET
DIFFONDERE I VALORI CON OBIETTIVITA’ – IL RUOLO DEI MEDIA
Scrivo per esprimerLe il mio compiacimento per quanto leggo su Diogene di oggi. Il solo avere una rubrica settimanale dedicata alla “Città solidale” per trattare di volontariato e solidarietà è di per sé tanto lodevole quanto non usuale per la maggior parte delle testate giornalistiche. Mi riferisco in particolare alle due pagine de “il bello dello sport – correttezza e solidarietà”. Sono panathleta di Venezia da trentun’anni, ma non scrivo per piaggeria o per orgoglio di appartenenza. Sono mosso dal ricordo di tante conversazioni sul ruolo del giornalismo che negli anni ho avuto il privilegio di scambiare con Antonio Spallino, quando era Presidente del Panathlon International e negli anni successivi quando era il responsabile della commissione scientifico-culturale. Trattammo l’argomento del rapporto dei media con la cultura sportiva nel congresso internazionale del cinquantenario (2001) del Panathlon Club Venezia, da cui scaturì la scintilla che accese la fiaccola del panathletismo. Allora ero il presidente pro tempore di quel club. Invitammo i direttori di molte delle più importanti testate della carta stampata e delle televisioni non solamente italiane. Al desiderio dei panathleti di poter contare sull’appoggio dei media per diffondere i valori – Socrate e Aristotele li definivano virtù – che lo sport può allenare in un processo educativo di cui lo sport è una componente importante, emerse con franchezza che il giornalista non fa l’educatore, non deve esserlo. Suo compito è informare con obiettività, nel rispetto della verità, anche se fra le righe qualcuno faceva trasparire che, in quanto azienda, un giornale o un network deve prestare attenzione a quello che i lettori o gli utenti si aspettano di leggere. Accetto la distinzione fra giornalista ed educatore, ma non c’è dubbio che quanto leggo su Diogene assolve contemporaneamente alle due funzioni senza cadere nell’agiografico o nel propagandistico. Merito del giornalista Luca Pinotti che ha scritto i pezzi che compongono le pagine. Ha riportato con precisione le finalità del Panathlon e le tante azioni che il Panathlon Como compie per dare concretezza agli ideali dell’associazione e che tanti riconoscimenti ha meritato in campo internazionale. Seguo da molti anni l’operato del club lariano e ne ho sempre apprezzato il radicamento nel territorio – tanto caro a Spallino – fino a renderlo un punto di riferimento per la realtà sportiva comasca dal punto di vista culturale. Alla vigilia della giornata che il club dedica al Fair Play, mi piace sottolineare la cura con cui l’evento è tradizionalmente preparato e gestito e la valenza dei premiati, sempre scelti fra i più emblematici delle rispettive categorie di premio.
Grazie, dunque, al Panathlon Club Como e grazie a Lei per l’aria fresca che mi fa respirare trattando così efficacemente il tema del bene comune.
Maurizio Monego
Vicepresidente del Comité International pour le Fair Play (CIFP
LA GALLERIA
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