Il Tennis di Alberto Capilupi – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Purtroppo, al primo incontro, è successo un’altra volta. La penultima volta era stata a Melbourne, agli Australian Open, dove aveva battuto Kachanov, contro il quale improvvisamente aveva sentito una fitta agli addominali. Era riuscito a resistere al dolore, ma gli esami avevano poi messo in rilievo una lesione di un centimetro e mezzo. Di conseguenza aveva dovuto rinunciare all’incontro successivo con Tsitipas.
Questa volta, a Torino, si è fermato al secondo game del secondo set contro Zverev, quando si è accorto che il problema si era ripetuto. E ha deciso saggiamente di non ripetere l’errore di Melbourne dopo aver provato a giocare un nuovo punto, sperando nel miracolo di una scomparsa del dolore. Ma invano.
In questi giorni si sottoporrà a tutti gli approfondimenti necessari. Ma la questione è ormai molto seria, perché c’è da chiedersi se il suo fisico e in particolare i suoi muscoli siano in grado di continuare a sopportare senza altri danni le enormi sollecitazioni che consentono al nostro campione di esprimere la potenza del suo gioco vincente, specialmente nel servizio e nel diritto.
Contro Zverev, numero3 del mondo, aveva giocato alla pari. Aveva perso il primo parziale di misura (9-7 al tie break), dopo aver avuto due set point nel penultimo game. Per la verità il tedesco era sempre riuscito a vincere in piena sicurezza i giochi in cui era al servizio, mentre Berrettini aveva faticato non poco nel cercare di difendere i propri giochi, ma certamente Matteo, pur commettendo più errori non forzati, era sicuramente superiore all’avversario nelle accelerazioni. Proprio per questo motivo l’esito dell’incontro era senza dubbio aperto.
La più che probabile uscita definitiva di scena di Berrettini apre ora la strada all’inserimento di Jannik Sinner, riserva per queste finali mondiali, in quanto n. 9 della graduatoria ATP del 2021. Si tratta quindi, per nostra consolazione, di un altro giocatore italiano, che tra l’altro è proprio la maggiore promessa del nostro tennis.
Per quanto riguarda l’altro incontro di singolare della giornata, il russo Medvedev (testa di serie n. 2), si è imposto sul polacco Hurkacz al terzo set, dopo aver perso nel primo set.
Medvedev, giocatore molto intelligente, non offre un campionario di colpi stilisticamente “belli”, ma è un vero maestro nel controllare le coordinazioni sia nei gesti (che spesso possono sembrare goffi), sia nell’equilibrio. Inoltre resta molto indietro, prende tutte le palle, sbaglia pochissimo, riesce quasi sempre a giocare in profondità ed è velocissimo nel portarsi in avanti.
Hurkacz, molto più elegante nella tecnica e più piacevole nelle scelte tattiche, ha fatto quello che ha potuto, ma dopo aver vinto il primo set si è reso conto di non essere in grado di mettere in difficoltà l’avversario.
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