La tavola rotonda conclusiva del Forum Nazionale “La Ripartenza della Scuola”
Lorenzo D’Ilario Ufficio Stampa Forum Panathlon Distretto Italia
La tavola rotonda conclusiva del Forum Nazionale sulla ripartenza della scuola promosso dal Panathlon International Distretto Italia in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale (Ufficio IX) e la Consulta Provinciale degli Studenti di Lucca e Massa Carrara ha visto al centro la ripartenza della scuola nel segno delle attività motorie.
Nel corso del dibattito, moderato dai giornalisti Giovanni Bruno (codirettore Sky Sport) e Riccardo Magrini (commentatore Eurosport), sono state portate all’attenzione del Ministero dell’Istruzione, del Ministero della Salute e del Dipartimento per lo Sport (sono intervenuti in collegamento Rossano Sasso, sottosegretario all’Istruzione, Roberto Speranza, ministro della Salute, Valentina Vezzali, sottosegretaria allo Sport, e Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute) numerose istanze provenienti dalla società scientifica e dalla società civile, oltre che dai tanti docenti scolastici che da molti anni si battono affinché l’attività fisica entri a pieno titolo nei programmi scolastici.
Grande entusiasmo è stato manifestato attorno alla coraggiosa “provocazione” di Leno Chisci, vice presidente del Distretto Italia del Panathlon International, che ha ricevuto un sentito ringraziamento dal presidente Giorgio Costa per essersi proficuamente adoperato per la riuscita della manifestazione. “Per organizzare il Forum nazionale sulla ripartenza della scuola siamo partiti come sognatori oltre cinque mesi fa e nel corso del cammino, nonostante tutte le difficoltà della pandemia, un mare di interlocutori provenienti dal mondo istituzionale, sportivo e tecnico-scientifico, nonché dalla società civile, ha sposato la nostra causa di sensibilizzazione sulla necessità della pratica sportiva tra i giovani. In Toscana e nel resto del Paese il Panathlon ha sempre cercato di instaurare una sinergia virtuosa con la scuola per sopperire alle mancanze delle istituzioni in tema di attività sportiva e motoria. Ma non vogliamo accontentarci ed è giunto il momento di andare oltre: se, come ampiamente dimostrato e unanimemente condiviso anche a livello scientifico, lo sport è un farmaco, l’unica vera medicina per la crescita, la salute e l’inclusione di giovani, adulti e anziani, perché non iniziare a prescriverlo anche dal punto di vista medico?”. Con queste parole il “deus ex machina” dell’evento ha lanciato una proposta rivoluzionaria, ribadendo anche la necessità che l’attività sportiva venga svolta sempre sotto la guida di insegnanti qualificati e competenti.
Unanime condivisione è stata registrata anche con riferimento alle proposte emerse nei workshop precedenti e perfettamente riassunte dal giornalista Filippo Grassia (Presidente Panathlon Club Milano): assicurare la presenza dei docenti di scienze motorie nelle scuole elementari se non anche nelle scuole materne; incrementare l’attività di educazione fisica nella scuola media e al liceo da due ad almeno quattro ore settimanali; ripristinare i gruppi sportivi scolastici che, a differenza delle associazioni sportive, consentono a tutti di praticare qualsiasi disciplina sportiva; rendere obbligatorio il conseguimento di almeno sei crediti formativi in attività sportive ai fini della laurea triennale.
Marcello Lippi, allenatore dell’Italia campione del mondo nel 2006, ha rimarcato l’importanza di fare squadra per dare nuova linfa al binomio tra scuola e sport, esortando i genitori ad essere esempi positivi di fair play nell’educazione dei propri figli. Anche Sara Simeoni, storica medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980 nel salto in alto, ha invitato tutti i presenti a rimboccarsi le maniche, offrendo un ulteriore spunto di riflessione in relazione allo svolgimento delle ore di educazione fisica in ambienti e spazi all’aperto.
Facendo eco ai due testimonial sportivi, Donatella Buonriposi, Dirigente Ufficio Scolastico Lucca e Massa Carrara, ha auspicato una nuova organizzazione della scuola che tenga conto di ulteriori spazi, insegnanti e tempi rispetto a quelli attuali, nonché di un affiatato lavoro di squadra da parte dell’intero corpo docenti per fornire competenze all’avanguardia e creare “teste nuove”.
Federico Schena, presidente della Conferenza Nazionale dei Corsi di Studio in Scienze Motorie, ha poi illustrato nel dettaglio il contributo delle scienze motorie alla ripartenza del Paese, gettando il seme per lo sviluppo di un nuovo sistema integrato per lo sport che metta insieme scuola, lavoro e tempo libero.
Dal canto suo, l’On. Roberto Pella, vice presidente vicario con delega allo sport e alle politiche giovanili dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha ribadito la necessità di investire nello sport, perché l’inattività fisica ha un costo ingente e senza infrastrutture sportive all’altezza è impossibile raggiungere risultati eccellenti.
Rino Agostiniani, vice presidente della Società Italiana di Pediatria, si è rivolto principalmente ai giovani approfondendo i fattori che condizionano il nostro stato di salute e di benessere: patrimonio genetico, stile di vita e ambiente.
Infine, grandi emozioni hanno suscitato le esperienze di campo e gli spunti di riflessione provenienti da una nutrita rappresentanza dello sport paralimpico. Dopo l’intervento di Massimo Porciani, consigliere nazionale del Comitato Italiano Paralimpico, che ha dimostrato come l’attività motoria sia un vero e proprio farmaco non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico e sociologico, è stata la volta di due campioni dell’equitazione e del nuoto.
Sara Morganti, dopo aver ripercorso la svolta mediatica arrivata per lo sport paralimpico a partire dalle Olimpiadi di Londra 2012 (“sono rimasta folgorata dagli spalti pieni di persone e dal fatto che ci incitassero tutti alla stessa maniera: a partire da quel momento posso dire di aver iniziato a vivere lo sport perché finalmente mi sono sentita considerata per ciò che sono, un’atleta”), ha rimarcato le straordinarie motivazioni che accompagnano le persone con disabilità nello sport, evidenziando anche come la disabilità venga attestata soltanto al momento del valutazione delle funzionalità fisiche residue e, a partire dall’assegnazione nella propria categoria di riferimento, a fare la differenza siano la preparazione tecnica, fisica e mentale esattamente come avviene per gli atleti normodotati.
Francesco Bocciardo, invece, duplice medaglia d’oro a Tokyo in occasione delle “Olimpiadi della ripartenza”, ha trasmesso un toccante insegnamento di vita sul valore di una medaglia olimpica (“il valore di un atleta olimpico non sta nell’aver conseguito una medaglia quanto piuttosto nella capacità di ‘smuovere’ qualcosa attraverso il proprio successo sportivo per far sì che il risultato conseguito non rimanga fine a se stesso. Nel caso di un atleta paralimpico questo discorso vale doppio perché al giorno d’oggi è quanto mai importante promuovere lo sport paralimpico”), per poi ricordare che la bellezza dello sport paralimpico risiede proprio nel suo carattere spiccatamente inclusivo (“tutte le persone con disabilità possono praticare sport: esisterà sempre, infatti, una disciplina sportiva che potrà essere svolta nonostante il grado della propria disabilità”).