Terminata la pausa estiva per il Panathlon Club Pesaro che ha ripreso la sua attività, e dopo una stagione caratterizzata dai successi sportivi azzurri, ha scelto di farlo ascoltando i racconti di chi ha vissuto l’esperienza olimpica di Tokyo 2020.
A cura di Tanya Stocchi Ufficio Stampa Panathlon Pesaro
A fare gli onori di casa il socio Piero Benelli, già azzurro di pentathlon moderno e medico della Nazionale italiana maschile di Volley, alla sua quarta esperienza olimpica: «partecipare alle Olimpiadi è la cosa più bella del mondo per un uomo di sport. I più grandi atleti, di tutte le discipline, da ogni parte del mondo, in un unico posto. Un’esperienza unica, non c’è nulla che possa uguagliarlo. È un contesto bellissimo, incentivante, stimolante ma non semplice, da vivere e da gestire. Serve una grande capacità di adattamento. A Tokio in più c’era la paura che il covid rendesse il tutto ancora più difficile. Al ristorante dovevi mangiare con i guanti e i posti erano divisi dal plexiglas, ogni giorno si facevano i tamponi, la mascherina era obbligatoria ovunque, c’era una serie di regolamenti da seguire che poteva rendere tutto più difficile e pesante. Nonostante tutto questo l’atmosfera stimolante ed esaltante dei Giochi ha avuto la meglio. Alcune cose possono accadere solo alle Olimpiadi, mi è capitato di vedere Djokovic interrompere i suoi esercizi per fare alcuni giri di corsa con degli atleti keniani, per poi tornare ai suoi allenamenti.»
«La nostra Olimpiade è iniziata a fine 2019, le procedure d’accredito iniziano con largo anticipo. Poi è arrivato il covid a complicare il tutto – Gerardo De Vivo, responsabile degli sport olimpici per l’Agenzia radiofonica Area – . Per la prima volta non ho potuto avere il mio solito approccio alle Olimpiadi. La concentrazione è stata tutta sulle norme burocratiche. Una volta arrivati in questa “bolla dinamica”, le prime medaglie le ho vissute con gioia ma in maniera particolare, eravamo in 4 a vedere la gara, per la prima volta in 4 esperienze olimpiche mi sentivo come chi guardava da casa. La mia Olimpiade è cambiata il 1 agosto, con i due ori dell’atletica nella stessa serata. Nei 10 minuti che sono passati tra l’oro di Tamberi e quello di Jacobs ho dimenticato che non c’era il pubblico, il delirio covid. Sull’onda dell’entusiasmo è cambiato tutto. Stare lì sulla linea di arrivo dello stadio, dopo aver esultato per la medaglia di Tamberi, e vedere Jacobs vincere quei 100 metri è stata una cosa esaltante. Il rammarico di quello che sarebbe potuto essere con il pubblico però resta. L’assenza degli spettatori si è sentita tanto. L’Olimpiade è una festa di popoli, non è solo una gara tecnica, però abbiamo compensato con la valanga di medaglie.»
«I Giochi non sono solo gli ori – Dario Ricci, voce dello sport di Radio24-IlSole24Ore, inviato per la sua redazione a Tokyo 2020 – Ti viene l’idea che è tuo dovere rendere onore a quegli atleti che stanno scrivendo pagine storiche dello sport. Così è stato quest’anno per la gara di nuoto di fondo che ha fruttato un bronzo a Gregorio Paltrinieri o per il 7° posto della Pellegrini. Non scegli di seguire quella gara per la medaglia che potrebbe arrivare o meno, ma per rendere onore a tutte le emozioni che quell’atleta ci ha regalato in carriera. Così come vai a vedere Vanessa Ferrari che guadagna un argento che pesa più di un oro. Per me l’Olimpiade è fatta anche di queste medaglie, di queste emozioni. Noi abbiamo la fortuna di viverle e raccontarle. Tokyo in questo è stata uno straordinario catalizzatore. In Italia in questo 2021 ci siamo aggrappati tantissimo allo sport. A partire da febbraio con Luna Rossa, lo sport ci ha riportato alla normalità.»
«Un bel viaggio attraverso i racconti di 3 persone che hanno vissuto l’esperienza olimpica di Tokyo in ruoli e modi diversi – A tracciare il bilancio della serata il presidente del Panathlon Club Pesaro, Angelo Spagnuolo – Piero Benelli, medico della nazionale maschile di pallavolo, ci ha raccontato come le emozioni e il clima olimpico siano stati più forti di ogni preoccupazione prevalendo su tutto. Poi abbiamo ascoltato il racconto prezioso di due giornalisti alla loro quarta esperienza olimpica, che ci hanno rallegrato con tanti aneddoti che ci hanno portato a Tokyo».