Di Adriana Balzarini -Verbania Area3 Piemonte Valle D’Aosta
Fra pochi giorni inizieranno le Para(O)limpiadi di TOKIO che si terranno nelle stesse location dove si sono effettuati i Giochi. Quelli di Roma 1960 sono considerati, a tutti gli effetti, i primi Giochi Para(O)limpici. Quest’edizione fu molto significativa perché iniziò il lungo viaggio verso la l’uguaglianza e, per di più, nella città olimpica. Si realizzò quella condivisione di ideali e di valori tanto auspicata da Guttmann. I circa 400 atleti provenienti da 23 paesi hanno condiviso le strutture e gli stessi impianti degli olimpionici. Da questo momento in poi, fu deciso che i Giochi Para(O)limpici avrebbero seguito la stessa cadenza delle Olimpiadi, anche se si è dovuto aspettare Seoul 1988 per avere la coincidenza anche del luogo ospitante.
I numeri di questa edizione TOKIO 2020-1 sono notevoli perché vedranno 539 eventi, saranno presenti 22 discipline sportive che svolgeranno le proprie gare in 21 sedi.
2 saranno le nuove discipline: para badminton, para Taekwondo ma per far posto a loro il Comitato organizzatore ha dovuto togliere vela e calcio a 7.
A TOKIO saranno presenti un totale di 4.400 atleti .
La Delegazione italiana è una delle più numerose e sarà formata da 113 atleti 61 donne / 52 uomini impegnati in 16 discipline. “Per la prima volta le donne, 61, superano il numero degli uomini, 51. Abbiamo già raggiunto un doppio risultato storico”, le parole di Luca Pancalli, numero uno del Cip.
Da questi Giochi e Para(O)limpiadi i Portabandiera sono due e in quest’ultime il tricolore sarà nelle mani di Bebe Vio ( scherma) e di Federico Morlacchi ( nuoto), medaglie d’oro nei Giochi di Rio.
Le delegazioni stanno arrivando in modo scaglionato , alcune sono già in loco altre come quelli dell’atletica stanno partendo e si fermeranno a 60 chilometri da TOKIO per rifinire la preparazione. Saranno le Para(O)limpiadi a porte chiuse , come per i Giochi , nessun spettatore sia l’inaugurazione che alla chiusura se non pochi inviatati dalle autorità giapponesi.
Auguri ragazzi /ragazze e credo che per augurarvi quel successo che cercate vale sempre la pena di ricordare la frase di Antonio Maglio , padre del para(O)limpismo italiano: “ Trattali come se fossero persone normali. Aiutali solo se ti chiedono aiuto”.
* Da sempre ho sostenuto che Olimpiadi e Para(O)limpiadi dovrebbero essere accomunate sotto un’unica denominazione: OLIMPIADI. Le Olimpiadi sono un bene universale, e non per persone di serie A ed altre di serie B, con o senza handicap, non togliamo anche quella O per fare dell’anglicismo, evidenziando ancora una volta una differenza, allora per questo motivo mettiamo la (O). MR