Il Tennis di Alberto Capilupi – REDAZIONE G. Brera Università di Verona – Area1 Veneto Trentino/AA
Le due teste di serie n. 1 e 2 (Djokovich e Medvedev) si confermano all’altezza, ma all’orizzonte appaiono anche dei possibili emergenti (Tiafoe e Kyrgios).
Arrivati al terzo turno, comincia a delinearsi la situazione nel singolare maschile.
Nella parte alta del tabellone domina su tutti il n. 1 del mondo, Djokovich, che ha la ferma intenzione di non lascarsi sfuggire l’occasione per raggiungere a quota 20 il numero di slam già conquistati da Federer e Nadal, i suoi maggiori rivali di questo ventennio.
Fino alle semifinali non ci pare che qualcuno possa impensierire seriamente il serbo. Ma anche in semifinale non dovrebbero presentarsi per lui grossi pericoli, a meno che questo non sia l’anno di grazia per l’atletico statunitense Tiafoe, che ha già eliminato Tsitipas al primo turno.
Nella parte bassa la testa di serie n. 2, Medvedev, sembra essere tornato in gran forma dopo un periodo di appannamento. La sua discesa verso le semifinali potrebbe essere contrastata da Federer, ma è piuttosto improbabile che ciò possa accadere.
In semifinale, però, il russo potrebbe incontrare un osso duro come Berrettini, oppure l’imprevedibile Kyrgios (che, se avesse un’altra testa, potrebbe essere il nuovo n. 1 del mondo) o il solito Zverev, che spazia frequentemente tra successi e delusioni.
Facile ipotizzare, quindi, una finale tra Djokovich e Medvedev, dando il primo per favorito.
Poche sorprese nella seconda e nella terza giornata di gare.
Nessun problema per Djokovich, che in tre set si è sbarazzato di Anderson, sceso in campo senza alcuna velleità. Oggi dovrà vedersela con Kudla, che ha eliminato Seppi.
Arriva al terzo turno anche Federer (testa di serie n. 6), che ha battuto senza problemi Gasquet.
E ci è arrivato anche Murray, che come un vero leone è riuscito ad eliminare prima Basilashvili, poi Koepfer. Oggi lo scozzese dovrà affrontare l’irrequieto e dinamico Shapolapov, un altro scoglio forse sormontabile.
Per quanto riguarda la situazione degli italiani, convincente la vittoria di Berrettini, testa di serie n. 7 e n. 9 del mondo, che si è imposto sull’argentino Pella in 4 set. L’Italiano si è dimostrato molto sicuro nei suoi colpi migliori: il servizio e il diritto d’attacco (potente, profondo e preciso). Nel rovescio ha utilizzato soprattutto il back spin (bassissimo e sempre variato nella lunghezza), alternato ogni tanto a colpi piatti o a rotazioni con un leggero top-spin, quasi sempre in anticipo. Un’altra arma di cui si è servito benissimo Matteo è stata la palla corta, con cui ultimamente stava commettendo troppi errori. Il successivo avversario, l’olandese Van de Zandschulp, si è rivelato più forte di quanto si potesse pensare, ma sostanzialmente non è stato in grado di contrastare la potenza dell’italiano.
Sicuro di sé anche Lorenzo Sonego contro Pedro Sousa, che è stato sconfitto anche lui in tre set. Al portoghese va riconosciuto il merito di aver voluto caparbiamente continuare a rimanere in campo nonostante avesse subìto uno stiramento agli addominali. Successivamente, anche su Galan il nostro Sonego si è imposto con sicurezza, dopo un avvio negativo.
Sembrava tutto facile per Fognini contro Djere. Vinti i primi due set, il ligure nel terzo si è bloccato, cedendolo all’avversario. Nel quarto, dopo aver dato l’impressione di poter rimettere tutto in discussione, ha saputo reagire, portando a casa un incontro che avrebbe potuto prendere una piega diversa. Oggi, però, il ligure dovrà affrontare il russo Rublev, testa di serie n. 5: un avversario difficilissimo.
Ce l’ha fatta a superare il turno anche Mager, vincitore in quattro set sull’argentino Londero. L’italiano ha perso poi contro Kyrgios.
Si era aggiunta al gruppo dei vincitori Camila Giorgi., che però ieri è stata sconfitta da Karolina Muchova. La maceratese, che sostanzialmente è ancora incapace di gestire razionalmente i colpi da fondo campo misurandone la potenza e la profondità in relazione al momento della partita, ha mostrato di essere molto dotata nel gioco a rete, che dovrebbe utilizzare molto più frequentemente decidendo di scendere più spesso.
Infine, completando la panoramica sugli italiani, è uscito da torneo anche Caruso, sconfitto da Cilic.
Una riflessione, a proposito di Kyrgios. Si deve ammettere che l’australiano, pur superando spesso il limite del lecito con varie pagliacciate, sa attrarre il pubblico con le sue esibizioni, perché è indubbiamente un uomo di spettacolo. E tutto, oggi è spettacolo (purtroppo persino la politica).
Gli atleti dovrebbero esprimersi in campo soltanto tramite le proprie prestazioni.
Ma sappiamo che, anche stando zitti, si parla pure con il corpo. Nadal, ad esempio, prima di servire ripete ossessivamente tutto un romanzo di tic e di scaramanzie, tramite precisi toccamenti della testa e dei pantaloncini, per assicurarsi la concentrazione ottimale.
C’è anche chi si abbandona a vere e proprie sceneggiate, prendendosela con la racchetta, accusata di essere l’unico colpevole dell’errore appena commesso.
C’è pure chi scaglia pericolose pallate contro il muro di fondo campo, rischiando di colpire giudici di linea o raccattapalle, autoprocurandosi l’immediata squalifica dal torneo e il blocco di tutti i relativi compensi (come è già successo niente meno che a Djokovich).
C’è anche chi si diverte a cercare di coinvolgere il pubblico con improvvisazioni tecnico-artistiche più o meno divertenti: e chi invade la sfera del linguaggio verbale e si abbandona a continui commenti, parlando ad alta voce con se stesso o polemizzando con il giudice di linea o con l’avversario o con il pubblico.
(Finito l’incontro, il linguaggio verbale torna invece ad essere l’unico ammesso, nei limiti ovviamente della buona educazione e delle norme civili e penali.)
Al secondo turno l’italiano Mager (che ci tiene ad essere chiamato “magher” in omaggio alle sue origini di lingua tedesca) ha dovuto affrontare proprio Kyrgios, che l’anno scorso aveva polemizzato a distanza con lui. Mager se l’era legata al dito e aveva l’occasione per vendicarsi. Ha giocato molto bene, ma nei momenti decisivi si è bloccato. Paura di vincere? E’ molto probabile. La solita, insidiosa paura che fa tremare il braccio perché non crediamo fino in fondo in noi stessi di fronte ad un avversario che riteniamo più forte di noi. Maledetta paura di vincere (che Kyrgios non sa neppure che cosa sia).
A proposito poi del problema (ormai piuttosto frequente) degli scivoloni, tale inconveniente è già capitato due volte anche a Djokovich, che dopo la seconda caduta ha perso la pazienza, piegando polemicamente un braccio verso l’alto per protestare contro il destino, ma anche contro l’assenza di adeguati interventi manutentivi.
E’ successo anche al talentuoso svedese Ymer, che dopo essere caduto rovinosamente mentre giocava contro il canadese Auger Aliassime, ha potuto poi fare poco per evitare la sconfitta.
Infine rimane bene in vista la sfera di cristallo sulla pioggia, che si teme possa creare nei prossimi giorni grossi problemi