Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione G. Brera Università di Verona – Area 1 Vento Trentin/AA
Fognini (attualmente n. 29 della graduatoria ATP) sembra avere due personalità. L’altro ieri avevamo rivisto quella migliore, strettamente legata a quella del giocatore che due anni fa era entrato nei primi dieci del mondo.
Ieri, invece, sembrava che in campo ci fosse un suo sosia, fallosissimo non solo in attacco, ma anche nel palleggio “di crociera”, quello cioè in cui i giocatori si rimandano la palla senza intenzioni particolarmente offensive. Non si contano infatti gli errori gratuiti che ha commesso mandando la palla in rete, spesso a tre spanne dal nastro. E specialmente di rovescio, che in genere è il suo colpo più sicuro e più brillante.
In quelle condizioni il suo avversario, il mancino argentino Delbonis (n. 50 del mondo) , si è limitato a tenerlo sotto controllo e a non sbagliare.
Solo in alcuni giochi Fognini ha dato l’impressione di potersi riprendere: in particolare quando, nel primo set, ha rimontato da 1-4, perdendo però poi per 6-4.
Per quanto riguarda gli altri incontri, da segnalare la battaglia all’ultimo sangue tra il norvegese Ruud e lo spagnolo Davidovich Fokina, vinta dal secondo al termine di una lotta incertissima ed avvincente. Nel tennis non c’è il verdetto di parità, ma in quel caso Ruud l’avrebbe meritato.
Due parole di critica per il fondo di diversi campi: la situazione è davvero disastrosa, perché spesso i giocatori scivolano pericolosamente (e qualche volta cadono) al di là della riga di fondo. Inoltre la palla può rimbalzare male perché la pavimentazione non è omogena neanche dentro al campo . La manutenzione, quindi, è tutt’altro che perfetta.
Una novità clamorosa è stata comunque l’arresto di una tennista russa a conclusione di un suo incontro di doppio. L’accusa è quella di corruzione per un episodio accaduto all’estero tempo fa, a favore di clan organizzatori di scommesse truccate.
Infine abbiamo notato ancora una volta con ammirazione e con un po’ di invidia il rigoroso rispetto dell’uso esclusivo della lingua di casa da parte degli arbitri di sedia e dei giornalisti locali nelle interviste post-partita, allineati sul mantenimento totale di un impegno che in Francia è un vero e proprio tabù.