Il Tennis di Alberto Capilupi – Redazione Panathlon G.Brera Università di Verona . Area1 Trentino/AA
Come era ampiamente scontato, ieri è terminata l’avventura di Sinner e di Musetti al Roland Garros, in cui sono stati capaci di piazzarsi tra i primi sedici.
Djokovich e Nadal hanno fatto capire ai nostri due “ragazzini” quanta strada devono ancora percorrere per arrivare al loro livello agonistico in uno slam.
Musetti, lottando alla pari con il n. 1 del mondo nei primi due set, che addirittura era riuscito a vincere, ha esperimentato la grande differenza che ci può essere tra un torneo in cui si gioca al meglio dei due set su tre e uno dei quattro massimi, in cui si devono vincere ben tre set. Per fare un paragone con l’atletica leggera è come confrontare una gara di 800 metri con una di 5 o di 10 chilometri.
Si era illuso, Musetti, di potercela fare dopo i primi due set, e si erano illusi tutti gli italiani che stavano seguendo la gara, ma il campione serbo, quando ha cominciato a fare appello a tutto il suo orgoglio, ha ripreso anche la giusta concentrazione e i colpi sono diventati incontrollabili per Lorenzo, che si è trovato sempre più svuotato di energie fisiche e mentali, fino a dover abbandonare nel quinto set.
Anche Sinner aveva cominciato bene con Nadal, che nel primo set si era trovato in svantaggio per 5-3. Ma il sogno di Jannick si è fermato lì, perché la potenza dei suoi colpi, non adeguatamente sostenuta dalla capacità di tenere quasi sempre la palla in campo, si è confermata inadeguata per misurarsi con un tennista come Nadal, che mette la palla dove vuole e cerca sempre di non sbagliare.
L’unico italiano ancora in gara è quindi Berrettini che, dopo la rinuncia di Federer, nei quarti dovrà misurarsi con Djokovich.
Mentre ieri hanno riposato gli otto tennisti della parte bassa del tabellone, quella alta ha fatto registrare il successo anche di Schwartzmann, che si troverà di fronte Nadal per giocarsi un posto nei quarti.