Qui Napoli – Francesco Schillirò – Area 11 Campania
Ci avviamo alla ripresa della nostra vita normale o qualche traccia indelebile ci è rimasta di questo periodo di alti e bassi con momenti di breve entusiasmo seguiti a lunghi periodi bui? Certamente lo sport da vedere e l’attività fisica personale e limitata, ci ha un poco alleviato la. “clausura”, ma sicuramente il tempo perso non ritorna. Possiamo affermare che si è sopravvissuti ma non vissuti. L a nostra Associazione ha cercato in tutti i modi di essere attiva e presente virtualmente; il nostro giornale Panathlon Planet con impegno di tutta la redazione ha cercato di scrivere il possibile e l’impossibile, però una domanda mi arrovella la mente :come si compensa il tempo perso??Ritengo che ognuno debba avere la chance di svolgere la giusta attività che gli compete per cui è stato eletto. Considerando questo ultimo periodo pandemico come “tempo zero”, ritengo che anche ,la nostra Associazione, debba seguire e rispettare i tempi dell’attuale quadriennio Olimpico. Sicuramente con il mio pensiero, non voglio essere impositivo, ma rispettando il “cogito ergo sum”, approfittando della possibilità comunicativa datami dal ruolo di giornalista, sono libero di esprimere il mio pensiero che forse potrà essere da molti condiviso e mi auguro che non sia una “pietra buttata nello stagno”. Non possiamo essere la generazione di governance che passerà alla storia panathletica come quella dei “webinar”;ci è mancato il gioco “in campo” che è il fondamento del nostro essere sportivi e panathleti. Dobbiamo con impegno di “squadra ”lasciare una traccia del nostro periodo fattiva come panathleti che come sempre affermo, sono “ nello sport e per lo sport”. È un dovere, verso i nostri padri fondatori che settanta anni fa hanno avuto questa bellissima idea da veri sportivi e da amanti dell’associazionismo; verso i nostri amici panathleti, molti fondatori di Club, che abbiamo perso in questo periodo. Dobbiamo con nuovo impulso e non adattandoci ai tempi, lottare al limite delle forze,per rendere più vivida la nostra “fiaccola” e per portarla sempre avanti nello spirito di “tedoforo” che ci deve contraddistinguere.