LA CONFERENZA DI SANREMO 26 Aprile 1920. Il 26 Aprile 1920 si tenne a Sanremo il Consiglio supremo di guerra alleato passato alla storia come la Conferenza di Sanremo. I cento anni dell’importante avvenimento non sono stati ricordati lo scorso anno per il problema Covid quindi l’anniversario è stato festeggiato quest’anno pur con tutte le limitazioni imposte dai protocolli. Alla cerimonia è intervenuto l’Ambasciatore d’Israele in Italia Dror Eydar. La Conferenza di Sanremo ebbe una grande importanza, anche per i tragici avvenimenti che vent’anni dopo coinvolsero il mondo. Purtroppo l’avvenimento non è molto conosciuto dai non più giovani ed è completamente ignorato dai giovani che non trovano notizie sui libri di storia. Quindi cercherò di riassumere brevemente i fatti. Alla Conferenza, o meglio al Consiglio supremo di guerra alleato, parteciparono i rappresentanti delle quattro nazioni vincitrici la prima guerra mondiale. Il primo ministro inglese David Lloyd George, il primo ministro francese Alexandre Millerand, il presidente del Consiglio Italiano Saverio Nitti e l’ambasciatore nipponico Keishiro Matsui. La riunione aveva lo scopo, molto prosaico, della spartizione delle spoglie dell’Impero Ottomano e doveva ratificare accordi segreti stipulati, fin dal 1915, da francesi e inglesi sulla suddivisione delle zone d’influenza nell’area medio-orientale e anatolica. Cosa importante la risoluzione di Sanremo adottò la Dichiarazione Balfour del 1917 che prevedeva la nascita, in Palestina, di una nazione per il popolo ebraico, essendo chiaramente inteso che nulla dovrebbe essere fatto a pregiudizio dei diritti civili e religiosi delle comunità non ebree esistenti in Palestina o dei diritti e status politico degli ebrei in qualsiasi altro paese, dando perciò riconoscimento alla connessione storica del popolo ebreo con la Palestina e alle basi per ricostruire il loro focolare in quel paese. Queste sono notizie ufficiali facilmente reperibili, soprattutto adesso con Google ma alcune chicche non molto note sono state scoperte da bravissimi ricercatori. Sembra che l’italiano Nitti e il francese Millrand fossero molto perplessi per non dire contrari all’inclusione della dichiarazione Balfour del 1917. Queste scelte derivavano da due considerazioni: per l’Italia le fortissime pressioni del Vaticano che temeva per il futuro dei luoghi sacri cristiani mentre in Francia, dove solo 15 anni prima, c’era stato l’Affaire Dreyfuss, imperversava un forte antisemitismo. Uno dei consiglieri più ascoltati da Nitti e, suo amico personale, era l’ex Ministro degli Esteri italiano (1914/19) l’ebreo Sidney Sonnino che sicuramente contribuì a smontare le perplessità iniziali. Comunque alla fine la dichiarazione fu inserita. La decisione finale sulla nascita dello Stato d’Israele fu presa dall’ONU. Alla votazione del 29/11/1947 l’Italia non partecipò in quanto non ancora ammessa, come nazione sconfitta. Furono tre le votazioni che sancirono la nascita dello Stato d’Israele nelle prime due non si raggiunse il quorum quindi vi fu una sospensione per il Thanksgivings che consentì frenetiche consultazioni. L’URSS di Stalin, con i suoi gregari, fu da subito un aperto sostenitore della nascita d’Israele in quanto, avendo dei buoni rapporti con i partiti della sinistra ebraica, sperava di scardinare l’egemonia inglese dalla zona. Gli USA non erano ancora entrati pesantemente in Medio Oriente. Al momento delle votazioni votarono a favore il blocco occidentale, il monolitico blocco comunista oltre alla Francia, che si era astenuta nelle prime due votazioni, contro l’Inghilterra (per ovvie ragioni), la Jugoslavia, i Paesi arabi e le nazioni del Centro America fortemente influenzate dal Vaticano (Argentina, Cile, Colombia, El Salvador, Honduras, Cuba e Messico). La votazione è nota come quella di Lake Success dal nome della piccola città vicino a New York sede provvisoria dell’Onu. (Ringrazio gli amici Giorgio Linda e Dott. Brauner per le valenti e accurate ricerche.)
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